Discussione:Eccidio di Bergiola Foscalina

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Fonte mancante[modifica wikitesto]

Durante il processo per crimini di guerra a Walter Reder, Alfredo Giannardi , comandante della brigata locale del Corpo Volontari della Libertà (CVL), testimoniò su quanto aveva visto quel giorno. Raccontò che la prima persona viva che incontrò era una ragazza del paese. Mentre veniva torturata dai tedeschi le fu tagliato di netto un seno. Pur bisognosa di cure urgenti, questa ragazza indicò subito ai partigiani la scuola che era stata data alle fiamme. E all’interno della quale erano stati rinchiusi donne e bambini. Si sentivano ancora le urla delle persone ormai avvolte dalle fiamme. Due partigiani riuscirono a trarre in salvo solo un bambino e una bambina, fratello e sorella. Il bambino morì poco dopo mentre la sorella si salvò. Una formazione di partigiani sotto il suo comando catturò successivamente una pattuglia di tedeschi. Tra questi ce n’era uno che conosceva i fatti di Bergiola e che dichiarò che la strage era stata diretta dal tenente Fischer, comandato a sua volta da Walter Reder, meglio conosciuto dai contadini come “il Monco”, per via del fatto che Reder non aveva il braccio sinistro amputatogli in seguito ad una ferita di guerra.

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