Discussione:Chiesa di San Francesco Saverio (Trento)

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Il mistero degli scialbi[modifica wikitesto]

Pare che originariamente la volta superiore fosse decorata ma che fu scialbata nel 1826[1], «a causa di un errore nel calcolo dei punti di fuga»[2] perché non avrebbe contribuito ad enfatizzare le finte architetture. Un effetto analogo del tipo «soffitto sfondato»[3] è possibile scorgerlo nella Biblioteca Comunale, ex collegio dei gesuiti. Solamente durante il giorno 5 febbraio accade un fenomeno straordinario: verso mezzogiorno un raggio di sole, filtrando dal finestrone superiore della facciata, attraversa tutta la navata e colpisce la pala centrale del Santo, disegnando un arco di luce che mette in evidenza i colori del quadro, quasi spenti a causa del fumo esalato nei secoli dalle candele dell'altare. Non è un caso che il medesimo giorno si celebra la festa del sole a Prè di Ledro per ricordare il periodo che intercorre da dicembre a febbraio durante il quale la luce solare è quasi del tutto assente. E non è un caso che il 5 febbraio 1597 furono barbaramente massacrati ventisei martiri del Giappone inviati in missione dallo stesso Francesco Saverio.--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

Piccoli monelli[modifica wikitesto]

Fino al XIX secolo il collegio dei gesuiti ospitava ancora dei minorenni per istruirli alle arti e ai mestieri tant'è che sulle panche all'interno della chiesa sono ancora visibili i graffiti lasciati come testimonianza di quel periodo dai giovani ospiti del collegio.--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

Conoscere è potere[modifica wikitesto]

Sovrastanti le statue di Pietro Apostolo e Paolo di Tarso vi sono delle formelle all'interno delle quali sono chiaramente rintracciabili dei contorni simili a un occhio umano. La stessa sensazione si ha nella formella presente sulla cimasa spezzata sopra la tela del Santo, mentre invece non appare nulla in quella scolpita sull'antipendio del'altare.--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

Il pozzo del Pozzo[modifica wikitesto]

La scultura di S.Barbara è simile ad un bozzetto del Pozzo in cui è ritratta una donna (Minerva) che imbraccia un orcio dopo aver attinto acqua da un pozzo per dissetare un viandante (l'artista)[4], però nella chiesa c'è una torre al posto dell'orcio, in armonia con l'iconografia della martire.--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

La guerra delle tempere[modifica wikitesto]

Il Gorfer identifica l'ultimo dipinto in fondo sulla destra come “La Sacra Famiglia” senza però attribuirne la paternità ad alcuno[5], invece il Menapace lo attribuisce a Michelangelo Unterperger senza però identificarlo con nessuna delle sue opere[6]. Non si può fare a meno di notare due figure a lato destro, presumibilmente Giuseppe e la Madonna, questa ultima con i tradizionali colori rosso e blu, mentre al centro del soggetto vi sono due figure assise di cui una di sesso femminile (Anna) nell'atto di offrire Gesù Bambino e l'altra maschile nel riceverlo (Simeone). Si potrebbe pensare al Tempio se non per il fatto che l'ambientazione è ripresa all'esterno, quindi si tratta di qualcosa in itinere alla scena. Imho lo stile è molto affine a quello dell'Unterperger.--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

Diamo i numeri[modifica wikitesto]

All'esterno della parete occidentale della chiesa, sopra il finestrone, affiora il lacerto di un angelo cm. 180x100 nell'atto di impugnare una verga, al di sopra del quale si intravedono delle cifre, 0 e 4, ed altre scialbate[7].--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

Dall'esamerone all'ogdoade[modifica wikitesto]

Jacopo Antonio Pozzo, fratello di Andrea, si fece carmelitano e contribuì all'intaglio dei confessionali nel Santuario della Madonna alle Laste. Non sappiamo chi fosse l'autore degli intagli degli otto confessionali, ma sappiamo con sicurezza che quelli del portale d'ingresso sono di Giorgio Schramm[8]. Il numero otto non è casuale se si considera che secondo Clemente Alessandrino tale cifra indica la fine del mondo (6 la creazione, 7 il riposo, 8 l'apocalisse)[9].--Italo da b (msg) 19:02, 10 set 2011 (CEST)[rispondi]

  1. ^ Carlo Gaudenzio Mignocchi (1666-1716), Tesi di laurea di Dante Bonosi, Relatore Longo L., Università degli studi di Trento, facoltà di lettere e filosofia, Trento, AA 2008/09, p. 5
  2. ^ PASSAMANI B., PACHER C. (1977) Trento, Trento, Temi, 1977, p. 164
  3. ^ Ivi, p. 165
  4. ^ KARNER H. (1993) Andrea Pozzo e la finta architettura d'altare in Austria e Boemia, in Battisti A. (a cura di), Andrea Pozzo, Milano, Lumi, pp. 189-206, p. 198
  5. ^ Gorfer A., (2003) Trento città del Concilio, Alinea, Trento, p. 156
  6. ^ Menapace L. (1982) Il cammino dell'arte in Trentino, Saturnia, Trento, p. 102
  7. ^ Carlo Gaudenzio Mignocchi (1666-1716), Tesi di laurea di Bonosi D., Relatore Longo L., Università degli studi di Trento, facoltà di lettere e filosofia, Trento, AA 2008/09, p. 170
  8. ^ Carlo Gaudenzio Mignocchi (1666-1716), Tesi di laurea di Bonosi D., Relatore Longo L., Università degli studi di Trento, facoltà di lettere e filosofia, Trento, AA 2008/09, p. 40.
  9. ^ Clemente Alessandrino, Stromata, Roma, Paoline, 2006, p. 703

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