Discussione:A Satana
"Segni" e non "sogni" Argolici[modifica wikitesto]
Riporto qui corrispondenza e-mail relativa al testo esatto della poesia:
- Oggetto: Rif: R: Rif: A Satana
- Da: CasaCarducci@comune.bologna.it
- A: "reginald40@libero.it"<reginald40@libero.it>
- Data: 11/01/2014 10:07
- Gentile professore,
- intenda "i segni argolici", benché alcune edizioni rechino la lezione "sogni", compresa l'edizione delle Poesie di Carducci del 1901 edita da Zanichelli.
- intenda "i segni argolici", benché alcune edizioni rechino la lezione "sogni", compresa l'edizione delle Poesie di Carducci del 1901 edita da Zanichelli.
- In ogni caso fanno fede le prime stampe del "Satana" (1865,1867), nonché l'edizione Poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), Firenze, :Barbèra, 1871, ove il brindisi si legge alle p. 33-41. La stessa documentazione autografa presso il nostro archivio reca la lezione :"segni argolici", attestata dall'Edizione Nazionale delle Opere di Giosue Carducci, Bologna, Zanichelli, vol. II (Juvenilia e Levia :Gravia), 1935, p. 381, e, ora dall'edizione critica di Levia gravia, a cura di Barbara Giuliattini, allestita nell'ambito della Nuova :ed. Nazionale delle Opere di G. Carducci, presso Mucchi, Modena, 2006, p. 136.
- Con viva cordialità, Simonetta Santucci
La parafrasi[modifica wikitesto]
Scusatemi se sbaglio, ma mi sembra che la parafrasi qui riportata non sia corretta; le quartine
Quindi un femineo
Sen palpitante
Empiendo, fervido
Nume ed amante,
La strega pallida
D'eterna cura
Volgi a soccorrere
L'egra natura.
Siano da intendere così: Da lì (cioè dai casolari, che rappresentano il mondo contadino e le sue superstizioni, tra cui la stregoneria) dai alla strega pallida per la continua preoccupazione (volgi la strega a soccorrere la natura) la capacità di influenzare la natura imperfetta (cioè di fare incantesimi), riempiendo d'amore il suo cuore durante i riti del Sabba in cui tu hai il ruolo di Divinità e di Amante della strega.
Il riferimento al Sabba mi pare evidente. È lì che si manifesta apertamente Satana, cioè il paganesimo sopravvissuto nel mondo rurale, dove attraverso pratiche magico-sessuali concede alle sue seguaci di riplasmare la natura.
Quando poi dice
A la Tebaide
Te ne le cose
Fuggendo, il monaco
Triste s'ascose.
O dal tuo tramite
Alma divisa,
Benigno è Satana;
Ecco Eloisa.
bisogna intendere che "l'alma divisa" dal suo tramite sia sempre il monaco, il quale ha preso i voti rinunciando all'amore, e che il poeta rassicura dicendo: non temere, Satana è benigno con te: eccoti Eloisa (cioè la sua amata, qui impersonata da Eloisa, simbolo per eccellenza dell'amore impedito e soffocato nella monacazione). In sostana, Satana continua a tentare il monaco attraverso i testi dei poeti pagani che parlano di amore e, soprattutto, di donne, come si spiega nei versi seguenti
In van ti maceri
Ne l'aspro sacco:
Il verso ei mormora
Di Maro e Flacco
Tra la davidica
Nenia ed il pianto;
E, forme delfiche,
A te da canto,
Rosee ne l'orrida
Compagnia nera,
Mena Licoride,
Mena Glicera.
Ovvero: è inutile che cerchi di sfuggire alle passioni terrene; esse si risvegliano in te attraverso le vicende di Licoride e Glicera narrate Virgilio e Orazio
Ma d'altre imagini
D'età più bella
Talor si popola
L'insonne cella.
Ei, da le pagine
Di Livio, ardenti
Tribuni, consoli,
Turbe frementi
Sveglia; e fantastico
D'italo orgoglio
Te spinge, o monaco,
Su 'l Campidoglio
Infine Satana, sempre attraverso le letture che il monaco fa dei pagani, instilla in lui l'amor patrio ricordandogli le antiche glorie dell'Italia.
Questa, mi sembra, è il vero senso della poesia. - Un internauta