Dibattito sull'estetica della calligrafia

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Il dibattito sull'estetica della calligrafia si ebbe in Cina tra il 1979 e il 1985.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Queste teorie fornirono le basi al movimento del neoclassicismo, che darà le prerogative essenziali di tutta la calligrafia di stampo tradizionale degli ultimi venti anni.

La nascita di un vero e proprio apparato estetico calligrafico, inteso come una serie di studi legati al pensiero cinese ed alla sua evoluzione contemporanea, vede al suo interno numerose e differenti teorie.

Nello Shufa Meixue Jianlun di Liu Gangji, prima opera dedicata all'estetica della calligrafia, del 1979, si espone la teoria del riflesso (fanying lun):

«L’arte calligrafica è uguale a tutti gli altri tipi di arte, poiché è un prodotto della vita in una data società che viene riflessa e decodificata dalla mente umana. Più precisamente, il bello in calligrafia è un prodotto del riflesso delle forme e delle tendenze di ogni cosa sulla mente del calligrafo.»

«Il tratto dian assomiglia ad una pietra, il tratto na assomiglia ad un coltello appuntito.»

Successivamente a Liu Gangji, altre teorie furono proposte da Jiang Chengqing, da Jin Xuezhi, Zhou Junjie, Chen Fangji, ecc.

Tra i numerosi esponenti del dibattito vi fu anche un grande studioso del pensiero cinese e della filosofia occidentale ovvero Li Zehou, contribuì al dibattito con alcuni scritti di grande importanza: l'articolo Luelun Shufa apparso sulla rivista Zhongguo Shufa 1/'86, dove descrive con grande chiarezza le sue posizioni al riguardo, che sono una sorta di compromesso tra la teoria del riflesso di Liu Gangji e quella dei segni astratti di Jiang Chengqing.

I temi e le problematiche maggiormente trattate in questi anni riguardano, oltre ai canoni estetici veri e propri che un'opera calligrafica deve possedere, i contenuti, l'impatto con la popolazione (essendo la calligrafia diventata un'arte del popolo e per il popolo.

I materiali e gli strumenti, ma soprattutto il ruolo del carattere cinese all'interno della calligrafia, quest'ultimo porterà al consolidamento di due fazioni: la chuantong pai, ovvero i tradizionalisti, che vedono nel carattere cinese la condizione per la quale ha luogo la calligrafia, e la xiandai pai, che ne rifiuta il ruolo predominante e che pone in primo piano il concetto di tratto.

Il dibattito sull'estetica della calligrafia portò alla formazione di un inedito e folto gruppo di critici e studiosi, i quali ebbero il compito di fornire strutture teoriche a quella che viene chiamata calligrafia contemporanea: oltre ai personaggi già citati, si ricordino anche Chen Zhenlian, uno dei primi ad approcciarsi alla calligrafia giapponese, Wang Yichuan, Qiu Zhenzhong, Huang Jian e Wang Xuezhong, uno dei teorici di spicco della Xiandai pai.