Cromology

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Cromology
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StatoBandiera della Francia Francia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1988[1]
Sede principaleLa Défense, Paris
Persone chiaveRichard Stuckes
SettoreChimico
Prodottipitture per esterni ed interni; isolamento termico esterno; pitture tecniche; preparazione di superficie (stucco pasta e polvere)
Fatturato+700 milioni di euro
Dipendenti3150
Sito webwww.cromology.com/en/

Cromology è un'azienda francese produttrice di pitture decorative (precedentemente Materis Paints) e produce vernici professionali distribuite in più di 50 paesi. In Italia commercializza i suoi prodotti attraverso i seguenti marchi: MaxMeyer (fondata nel 1895), Duco (1928), Settef (1957), Baldini Vernici (1974), MisterColor (1989) e Viero (1967).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I marchi più antichi del gruppo sono stati fondati dagli imprenditori Johannes Jodocus Tollens (Paesi Bassi, 1748), dai fratelli Francesco e Albert Claessens (Svizzera, 1887) e da Max Meyer (Italia, 1895). All'interno di Cromology sono inclusi altri marchi: Duco (Italia, 1928), Tintas Robbialac (Portogallo, 1931), Alp Pinturas (Spagna, 1940), Colorín (Argentina, 1945), Settef (Italia, 1957), Zolpan (Francia, 1959 ) Duraval (Spagna, 1963).

Sul finire degli anni 80, il gruppo Lafarge crea un polo pitture includendo il marchio Tollens nel 1990. Nel 1995, Lafarge Peintures viene acquisita dal ramo Materiali Speciali di Lafarge. Nel 2001, il ramo Materiali Speciali diventa Materis. Tra il 1996 e il 2007, Materis Paints realizza delle operazioni di crescita esterna[2][3]. Nel 2015, Materis Paints è ribattezzata Cromology.

Dal 2022, Cromology è proprietà di DuluxGroup, una filiale di Nippon Paint Group, la quarta azienda di vernici più grande del mondo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Our History, su cromology.com. URL consultato il 15 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2016).
  2. ^ Nasce materis Italia, su ColoreHobby.it. URL consultato il 15 aprile 2016.
  3. ^ EDILIZIA: MATERIS PAINTS ACQUISISCE PORTOGHESE ROBBIALAC, su adnkronos.com. URL consultato il 15 aprile 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]