Croce Gloriosa di Dozulé

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L'attuale Croce di Dozulé nel luogo della prima, presunta apparizione a Madeleine Aumont nel 1972

La Croce Gloriosa di Dozulé è una croce mai realizzata, ma che alcune persone desiderano venga eretta nel comune francese di Dozulé. Le apparizioni che spinsero al progetto della croce sono condannate dalla Chiesa cattolica e i sostenitori della croce di Dozulé non sono considerati in comunione con la Chiesa di Roma[1].

Dovrebbe essere tutta illuminata, alta 738 metri (pari alla quota del Golgota) con bracci di 123 metri (cioè con le dimensioni verticale e orizzontale in rapporto di 6 a 1). La denominazione Croce Gloriosa di Dozulé la distingue dalle Croci d'Amore, riduzioni in scala di 1 a 100 realizzate da seguaci di Dozulé in alcuni paesi del mondo (Francia, Italia, Messico, Argentina, etc,).

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

La Croce di Dozulé prende il nome dalla cittadina francese dove tra il 1972 e il 1978 Gesù sarebbe apparso per quarantanove volte a Madeleine Aumont, moglie di un operaio e madre di cinque figli, alla presenza dell'Abate Victor L'Horset e di alcune religiose, dettando una serie di insegnamenti, moniti per l'umanità, tra cui la Preghiera di Dozulé e messaggi di un prossimo «ritorno del Cristo-Re» [senza fonte].

La preghiera di Dozulé[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le parole di Madeleine Aumont del 2 gennaio 1976, le presunte apparizioni consentirebbero di conoscere la promessa di Gesù alla Chiesa, e non ad una setta: «Io prometto alle anime che andranno a pentirsi ai piedi della Croce Gloriosa e che reciteranno tutti i giorni la Preghiera che ho insegnato loro, che in questa vita Satana non avrà più potere su di loro, e che per un periodo di sozzura, in un istante essi diverranno puri e saranno figli di Dio per l'eternità. Mio Padre la cui Bontà è Infinita, vuol salvare l'Umanità che è sull'orlo del precipizio. Mediante quest'Ultimo Messaggio dovete prepararvi.»[senza fonte].

Le richieste di indagine canonica[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto integrale delle parole che Gesù avrebbe "dettate" a Madeleine Aumont è stato redatto grazie ai "Quaderni di Maddalena" e ai verbali del parroco e delle suore che affermarono di aver assistito agli avvenimenti. Il parroco di Dozulé, L'Horset, diede ordine alle suore di redigere un verbale ad ogni apparizione e di trasmetterlo al Vescovo di Bayeux-Lisieux, Jean Badré, il quale si rifiutò di trasmettere al Papa il verbale del 1975[senza fonte]. Nel 1981 un missionario di passaggio a Dozulé, Jean Marie, credendo nel messaggio, lo consegnò a Giovanni Paolo II nel corso di un pellegrinaggio a Roma poco tempo dopo l'attentato. Nel 1983, Padre Gréco, gesuita, confessore del Papa, esperto al Concilio Vaticano II e consulente pontificio, convocò per tre giorni un architetto parigino e sua moglie, sedicenti testimoni delle apparizioni e un gruppo di simpatizzanti del messaggio. Al termine del colloquio, disse «continuate questa missione di luce», cioè continuate a far conoscere il messaggio e a pregare.[senza fonte] Padre Gréco propose di redigere una breve lettera per Giovanni Paolo II per chiedergli di fare aprire un'indagine canonica dal Vescovo di Bayeux-Lisieux, responsabile della Diocesi. Padre Gréco consegnò personalmente la lettera a Papa Giovanni Paolo II che incaricò il Vescovo di aprire un'inchiesta canonica. L'indagine canonica disposta dal Vescovo ha ricevuto critiche da sostenitori del fenomeno. (vedi: L'Avvenire prima dell'anno 2000 - ed. Segno). Una commissione diocesana portò a conclusioni negative. Il cardinale Ratzinger, rivolgendosi al Vescovo si espresse dicendo: «La Congregazione… non dubita che seguirete ulteriormente questa vicenda con la stessa prudente vigilanza, e che prenderete all'occorrenza le misure opportune che in questa materia competono alla vostra personale autorità episcopale.» Quindi la Congregazione conferma e sostiene l'autorità del vescovo locale che vieta il culto di questi presunti fenomeni.

Il 24 giugno 1985 il Vescovo di Bayeux-Lisieux pubblicò un'ordinanza ufficiale di non riconoscimento della soprannaturalità e di divieto del culto pubblico.


La posizione della Chiesa cattolica[modifica | modifica wikitesto]

La posizione della Chiesa Cattolica è espressa dal Vescovo di Bayeux-Lisieux che ne ha vietato il culto.

Nel maggio 2011, Mons. Boulanger, Vescovo della Diocesi di Beyeux- Lisieux, ha riaperto il caso "Dozulé" istituendo una nuova Commissione di Inchiesta.[2][3]

Diffusione del culto[modifica | modifica wikitesto]

Il culto di questa croce si è diffusa in varie parti del mondo, sostanzialmente senza l'approvazione della Chiesa e spesso senza informare gli Ordinari del luogo, in alcuni casi i Vescovi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ LETTERA AI SACERDOTI E ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE DELL’ARCIDIOCESI DI TRENTO DI MONS. LUIGI BRESSAN (PDF), su webdiocesi.chiesacattolica.it. URL consultato il 18 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2016).
  2. ^ Copia archiviata, su m-bz.net. URL consultato il 6 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2016).
  3. ^ Copia archiviata, su etoilenotredame.org. URL consultato l'8 luglio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Abbé Victor L'Horset. DOZULE' 1970-1978 - Il racconto inedito del primo testimone, 1997, Edizioni Segno, Udine, Italia
  • Madeleine Aumont. Les Cahiers, Francia
  • Je Ne Suis Rien, Testimoni della Croce, Edizioni Segno, Udine
  • J. B. Manceaux, Dozule - Die glorreiche Wiederkunft des Menschensohnes, Parvis Verlag, ISBN 2-7233-0212-1
  • Jean Stiegler, L'avenir avant l'an 2000, 1994, Ed. du Rocher, Monaco
  • Jeremy Bernstein, Einstein, il Mulino, ISBN 978-88-15-09676-0

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