Ortrugo dei Colli Piacentini
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Ortrugo dei Colli Piacentini | |
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Dettagli | |
Stato | ![]() |
Resa (uva/ettaro) | 120 q |
Resa massima dell'uva | 70,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 10,5% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 11,0% |
Estratto secco netto minimo | 15,0‰ |
Riconoscimento | |
Tipo | DOC |
Istituito con decreto del | 18/07/1984 |
Gazzetta Ufficiale del | 22/12/1984, n 351 |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
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Ortrugo dei Colli Piacentini è la Denominazione di Origine Controllata di un vino la cui produzione è consentita nella provincia di Piacenza. Può essere prodotto anche nelle tipologie Frizzante e Spumante
Caratteristiche organolettiche[modifica | modifica wikitesto]
- colore: paglierino chiaro tendente al verdognolo.
- odore: delicato, caratteristico.
- sapore: secco o abboccato, retrogusto amarognolo, tranquillo, vivace.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la conservazione della viticoltura piacentina fu garantita dall'opera meritoria dei monaci di San Colombano, che introdussero il nuovo tipo di vinificazione odierna in uso ai popoli celtici, che producevano vini leggeri e dissetanti[1] e li conservavano in botti di legno[2]. Avevano operato in tal senso fin dal VI secolo in tutta la Francia merovingia iniziando dall'abbazia matrice di Luxeuil, dall'epoca longobarda opereranno anche nel centro-nord Italia dal VII secolo, e soprattutto in epoca carolingia, facendo della potente Abbazia matrice di Bobbio (attivissimo centro di evangelizzazione e di rinascita agricola sotto la protezione del Papa), fondata in epoca dal santo abate irlandese Colombano nel 614, un centro monastico di primaria importanza europea per tutto il medioevo grazie al suo ricco e vasto feudo reale ed imperiale monastico.
Il vitigno ortrugo è una tipologia autoctona dei colli piacentini. Da sempre diffusa in tutto il territorio e da sempre coltivata, veniva utilizzata principalmente come uva da taglio. Solo a partire dagli anni settanta, a seguito dell'interessamento di alcuni viticoltori locali, comincia ad essere vinificato in purezza divenendo in breve tempo, nel territorio piacentino, il bianco più diffuso.
La storia del vino piacentino in generale e dell'ortrugo in particolare in "Monografia Vitivinicola della Provincia di Piacenza", Piacenza 1967, di Giuseppe Fogliani (Università Catt. Sacro Cuore) e Giovanni Battista Vecchia.
Abbinamenti consigliati[modifica | modifica wikitesto]
Primi piatti di magro come i classici tortelli con la coda piacentini o le crespelle. Si sposa perfettamente con il pesce: antipasti caldi e freddi o secondi piatti.
Produzione[modifica | modifica wikitesto]
Provincia, stagione, volume in ettolitri
- Piacenza (1990/91) 6367,0
- Piacenza (1991/92) 6828,0
- Piacenza (1992/93) 6832,0
- Piacenza (1993/94) 8936,54
- Piacenza (1994/95) 11025,06
- Piacenza (1995/96) 9897,26
- Piacenza (1996/97) 15439,0