Claudina in Torino
Claudina in Torino | |
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Lingua originale | italiano |
Genere | dramma per musica |
Musica | Carlo Coccia |
Libretto | Giuseppe Maria Foppa |
Atti | due |
Prima rappr. | 26 dicembre 1816 |
Teatro | Teatro San Moisè di Venezia |
Personaggi | |
Claudina in Torino è un'opera in due atti di Carlo Coccia, su libretto di Giuseppe Maria Foppa. Fu rappresentata per la prima volta il 26 dicembre 1816 al Teatro San Moisè di Venezia.[1]
Gli interpreti della prima rappresentazione furono:[1]
Personaggio | Interprete |
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Claudina | Benedetta Rosmunda Pisaroni |
Giannotto | Luigi Zamboni |
Ortensio | Giuseppe Crespi |
Il Barone | Andrea Bartolucci |
Amalia | Maria Arrighi |
Ubaldo | Agostino Trentanove |
Trama[modifica | modifica wikitesto]
La scena è in Torino.
Atto I[modifica | modifica wikitesto]
Claudina è fuggita da alcuni anni da Chamonix (Sciamunì nel libretto), perché è stata tradita dall'amante Ortensio, che però ancora ama. Ora si trova a Torino in vesti maschili col giovane figlio Beniamino e lavora come lustrascarpe.
A Torino si trova anche Ortensio, e si imbatte casualmente in Claudina, che riesce a fargli credere di essere il proprio fratello, Claudio. Ortensio le offre di entrare al proprio servizio come servo. Proprio a Claudina Ortensio chiede di portare ad Amalia, che sta corteggiando, un biglietto in cui le dichiara il proprio amore.
Giunge a Torino anche il padre di Claudina, Giorgione, che deve trattare degli affari con Amalia, accompagnato dal servo Giannotto. Claudina incontra anche loro: rivela la propria identità a Giannotto, ma si tiene nascosta a Giorgione, di cui teme ancora l'ira per la fuga.
Gli altri due personaggi sono Ubaldo, anch'egli innamorato di Amalia e indispettito dalla corte di Ortensio, e il Barone, che non perde occasione per impicciarsi degli avvenimenti che si svolgono in casa di Amalia.
Atto II[modifica | modifica wikitesto]
Ortensio si reca ad un incontro con Amalia, ma al ritorno alcuni sgherri assoldati da Ubaldo cercano di ucciderlo. Ortensio viene salvato dall'intervento di Giannotto e Claudina; quest'ultima rimane ferita e viene condotta in casa di Amalia.
Giannotto approfitta della situazione per svelare che il creduto Claudio è una donna, in fuga da dispiaceri amorosi. Il suo abile racconto fa nascere rimorsi in Ortensio e Giorgione. Al momento giusto, Giannotto li fa incontrare con Claudina: Giorgione riabbraccia la figlia e Ortensio è felice di riunirsi all'amante, che gli presenta il figlio ancora non conosciuto.
Struttura musicale[modifica | modifica wikitesto]
- Sinfonia
Atto I[modifica | modifica wikitesto]
- N. 1 - Introduzione L'ingrato mi tormenta (Amalia, Ubaldo, Barone, Ortensio)
- N. 2 - Cavatina di Claudina Sorte ingrata, e che mi resta
- N. 3 - Duetto fra Claudina ed Ortensio Arse per dolce amore
- N. 4 - Cavatina di Giannotto Otto e sette... fanno quindici...
- N. 5 - Duetto fra Claudina e Giannotto In quei moti io ben comprendo
- N. 6 - Aria del Barone Sono qui, ma caro amico (Barone, Ortensio, Ubaldo)
- N. 7 - Finale I Ah barbaro! ah tiranno! (Claudina, Giannotto, Giorgione, Barone, Amalia, Ortensio, Ubaldo)
Atto II[modifica | modifica wikitesto]
- N. 8 - Duetto fra Claudina ed il Barone Signore, sentite...
- N. 9 - Quartetto O cieche tenebre (Claudina, Ubaldo, Giannotto, Ortensio)
- N. 10 - Aria di Amalia Sento che amor mi parla
- N. 11 - Aria di Giannotto La svenuta giovinetta (Giannotto, Giorgione, Amalia, Ortensio, Barone)
- N. 12 - Aria di Ortensio Odo un tradito amore
- N. 13 - Terzetto fra Ortensio, il Barone e Giannotto Quai ragioni?... quali arcani?... quai detti?...
- N. 14 - Aria di Claudina e Finale II Nel mio fatal periglio - È ver contessa amabile (Claudina, Ortensio, Giannotto, Amalia, Barone, Giorgione)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Dalla scheda del libretto, sul sito Libretti d'Opera dell'Università di Padova (consultato il 10 marzo 2012)
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Libretto per la première del 1816