Cristo dolente

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Esempio di Cristo dolente (Christus patiens)

Il Cristo dolente (in latino "Christus patiens", appellato anche come "vir dolorum") è un tema iconografico legato alla Crocifissione, caratterizzato per la forte drammaticità. Gesù è rappresentato morto sulla croce e sofferente. Ha gli occhi chiusi, la testa flessa ed esanime rivolta verso un braccio, il volto sofferente. Ha il corpo inerte e che si abbandona al suo stesso peso con il corpo piegato verso un lato della croce e le ginocchia piegate. Reca anche ferite nelle mani, nei piedi e nel costato. Si tratta di un tipo di raffigurazione che mirava a suscitare compassione nello spettatore, aumentandone il senso religioso e la partecipazione alla sofferenza della Passione. Si contrappone al più antico Cristo trionfante (Christus triumphans).

Si tratta di un tema già noto nella cultura bizantina, giunto nell'Italia del XIII secolo tramite i numerosi contatti con la cultura d'Oriente (ad esempio commerci e arrivo di opere d'arte e artisti bizantini). Non a caso la prima testimonianza del suo utilizzo su suolo italiano è ad opera di un anonimo maestro bizantino operante in Toscana, che verso il 1210-30 dipinge un Cristo sofferente su una croce lignea (la Croce dipinta n. 20). Nel corso del XIII secolo si sostituisce progressivamente a quello più antico del Cristo trionfante (in latino Christus triumphans) nelle croci dipinte, per opera di artisti come Giunta Pisano e Cimabue. Questa novità iconografica è molto apprezzata dai Francescani e Domenicani, sostenitori del valore di una religiosità emotiva e umanizzata, che ne diventano forti sostenitori tramite varie commissioni artistiche. Sarà quindi l'iconografia dominante nelle produzioni della seconda metà del XIII secolo e praticamente l'unica, tranne pochissime eccezioni, nel XIV secolo.

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