Centesima rerum venalium

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La Centesima rerum venalium era una delle tasse istituite da Augusto nel 6 d.C, al fine di finanziare l'Aerarium militare.

Si trattava di un tributo che ammontava all'1% del valore dei beni venduti all'asta. Era una tassa impopolare, perciò l'imperatore Tiberio ne ridusse l'ammontare allo 0,5% nel 17 d.C., grazie all'annessione della Cappadocia all'interno dell'Impero Romano. Durante la crisi economica del 33 d.C. fu poi riportata all'originario 1%. Caligola la abolì totalmente su tutto il territorio dell'Italia nel 38 d.C., mentre restò in vigore nelle provincie.

Questa tassa ebbe una lunga vita: il giurista Ulpiano la elencava tra i vectigalia publica ancora durante il regno di Alessandro Severo. Inoltre compare anche nel Codice giustinianeo.

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