Case rifugio

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Le Case Rifugio sono strutture a indirizzo segreto che forniscono un alloggio sicuro alle donne che subiscono violenza e ai loro bambini e bambine, consentendo così l'interruzione della violenza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia tra il 1989 e il 1990 nascono le prime case segrete: a Bologna, quella gestita dalla Casa delle donne per non subire violenza, che apre insieme al centro di accoglienza; a Milano, quella gestita dalla Casa delle donne maltrattate, il cui gruppo fondatore aveva già esperienza di accoglienza dal 1986. Dall'anno dopo ci sono Centri antiviolenza in altre città: Modena, Roma, Latina, Parma. Ora sono circa 80 i centri che fanno parte dell'associazione nazionale D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza. Fondata nel 2008, dal 2010 ha anche un gruppo di lavoro sulle case rifugio.

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Le case rifugio sono strutture a indirizzo segreto, collegate e parallele ai Centri antiviolenza. Insieme ai Centri antiviolenza, le Case rifugio costituiscono una rete territoriale di servizi specializzati che lavorano sulla base di una metodologia dell'accoglienza basata su un approccio di genere e sui principi della Convenzione di Istanbul[1][2] Il servizio è a titolo gratuito, indipendente dal luogo di residenza. Ha l'obiettivo di avviare un percorso di recupero in una situazione protetta. La casa di ospitalità offre protezione e aiuto concreto alle donne che si trovano in una situazione di pericolo per la propria incolumità fisica e/o psicologica e non hanno altre soluzioni abitative possibili. Le case rifugio offrono alle donne un luogo sicuro in cui sottrarsi alla violenza del (ex)partner, che spesso aumenta nel periodo in cui la donna tenta di separarsi. È necessario un supporto a lungo termine per resistere alle difficoltà di lungo periodo degli effetti del trauma, della dipendenza economica e della relazione con i/le figli/e che hanno assistito alla violenza. I bambini e bambine che seguono la madre e vengono ospitati nelle case, spesso sono loro stessi vittime di maltrattamenti fisici, psicologici a volte anche sessuali. La violenza assistita ha ripercussioni profonde. Nelle Case rifugio lavorano operatrici esperte e un’educatrice per i/le bambini/e che offrono loro sostegno emotivo e pratico specializzato in un delicato momento di cambiamento. Il servizio garantisce la privacy e la tutela della riservatezza alle donne sia nella fase di intervento diretto che a percorso concluso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica adottata a Istanbul l'11 maggio 2011 gazzettaufficiale.it, https://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=13A0578900000010110002&dgu=2013-07-02&art.dataPubblicazioneGazzetta=2013-07-02&art.codiceRedazionale=13A05789&art.num=1&art.tiposerie=SG. URL consultato il 14 aprile 2020.
  2. ^ Ratificata dall'Italia con legge n.77 del 2013

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicoletta Livi Bacci, capitoli 3 e 7, in Riprendersi la vita: dieci scritti di politica con le donne, Firenze, Le Lettere, 2019, ISBN 978-88-9366-096-9.
  • Giuliana Ponzio, Un mondo sovvertito: esperienze di lavoro in case rifugio per vittime di violenza domestica, Firenze, Le Lettere, 2010, ISBN 978-88-6087-321-7.
  • Luca Martini, Altre stelle: un viaggio nei Centri antiviolenza, Milano, Mimesi, 2017, ISBN 978-88-575-3861-7.
  • Chiara Cretella, Un posto per ricominciare: un ventennio con la Casa delle donne, Bologna, La linea, 2011, ISBN 978-88-97462-08-8.

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