Capataz

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Il capataz o capatàz indicava il prigioniero al quale era affidata la funzione di comando sugli altri schiavi.[1]

Origine del termine[modifica | modifica wikitesto]

Il termine capataz derivato dallo spagnolo ha una radice latina dalla parola "caput" che significa "capo".[2]

Chi erano i capataz[modifica | modifica wikitesto]

Capataz y peón rebelde, di Martín Boneo

Durante il periodo coloniale, i portoghesi si stabilirono in varie regioni dell'Africa e delle Americhe e basarono la loro economia sullo sfruttamento degli schiavi africani. I capataz erano schiavi che venivano scelti tra i membri della comunità africana per supervisionare i lavori nelle piantagioni e negli insediamenti dei portoghesi.

Essi agivano da intermediari tra i padroni ed il resto degli schiavi africani, comunicando ordini e costringendo gli altri schiavi ad eseguire il lavoro richiesto. Spesso, i capataz venivano scelti tra gli schiavi che avevano dimostrato di essere affidabili e che avevano ottenuto una certa posizione di responsabilità all'interno della piantagione.[3]

Con il tempo, il termine capataz si diffuse anche in altre aree geografiche, come la colonia del Brasile, dove i portoghesi imposero il loro sistema schiavistico.[4]

Dopo l'abolizione della schiavitù, avvenuta in Brasile 13 di maggio del 1888 con la Legge Aurea, il termine capataz mantenne in parte la sua connotazione negativa, associata all'oppressione e all'autorità degli schiavisti sulle comunità afrodiscendenti. Tuttavia, nel corso del tempo, il termine è stato anche reinterpretato per indicare il leader o il supervisore di un gruppo di lavoratori, senza necessariamente riferirsi ad una relazione di schiavitù.[5][6]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ capataz in American English, su collinsdictionary.com.
  2. ^ Diccionario de la lengua española, su dle.rae.es.
  3. ^ conte Antonio Marazzi, Emigrati: studio e racconto, Fratelli Dumolard, 1880. URL consultato il 13 settembre 2023.
  4. ^ Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia del Risorgimento - 1831-1861, Bur, 14 giugno 2013, ISBN 978-88-586-4299-3. URL consultato il 13 settembre 2023.
  5. ^ G. Gonzales del Castiglio y Angulo, Dizionario marittimo italo-portoghese, Tipografico di Gio Cecchini, 1882. URL consultato il 13 settembre 2023.
  6. ^ Usi e costume sociali politici e religiosi di tutti i Popoli del mondo: Africa. America, Antonio Zezon, 1843. URL consultato il 13 settembre 2023.
  7. ^ (EN) Jenny StringerJenny Stringer e John SutherlandJohn Sutherland, Nostromo, Oxford University Press, 1º gennaio 2005, DOI:10.1093/acref/9780192122711.001.0001/acref-9780192122711-e-2126, ISBN 978-0-19-212271-1. URL consultato il 13 settembre 2023.
  8. ^ Claudio Fabretti, Francesco De Gregori: Fra le pagine chiare e le pagine scure, LIT EDIZIONI, 25 marzo 2011, ISBN 978-88-6231-637-8. URL consultato il 13 settembre 2023.
  9. ^ (ES) A. A. Aponte, El Capataz, AuthorHouse, 4 gennaio 2012, ISBN 978-1-4685-2873-2. URL consultato il 14 settembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luís de la Escosura y Coronel, Manual del capataz de cultivos, Madrid: Imprenta G. Juste, 1877