Bona Sforza

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File:Bona Sforza young.jpg
Bona Sforza da giovane

Bona Sforza d'Aragona, (Vigevano, 2 febbraio, 1494 - Bari, 19 novembre, 1557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo e di Isabella d'Aragona. Regina di Polonia e Granduchessa di Lituania dal 1518, in quanto seconda moglie del re Sigismondo I.

Bona era nipote di Bianca Maria Sforza, che nel 1493 aveva sposato l’imperatore Massimiliano I.

Infine, alla morte di sua madre Isabella nel 1524 Bona le succedette nei titoli di duchessa di Bari e principessa di Rossano essa divenne pure la detentrice della pretesa della famiglia Brienne al Regno di Gerusalemme.


Biografia

Da bambina Bona ricevette un'educazione accurata e versatile, com'era d'uso presso le corti rinascimentali. Il suo precettore principale fu un'umanista e poeta, Crisostomo Colonna, membro dell'Accademia Pontana, che nel campo letterario s'ispirava alle opere del Petrarca. Dal carattere piuttosto impetuoso con frequenti scoppi d'ira, sapeva tuttavia perseguire pazientemente gli obiettivi che si aveva preposto.

Durante il suo lungo soggiorno in Polonia Bona Sforza vi diffuse la cultura rinascimentale italiana. Bona tendeva a rafforzare il potere reale, organizzando alla corte un proprio partito nonché accumulando una notevole quantità di latifondi.

Nel 1530, volendo assicurarsi una solida posizione politica, riuscì a far incoronare l'unico figlio Sigismondo Augusto mentre era ancora vivo suo padre (vivente rege). Il fatto scatenò una dura reazione della nobiltà la quale, per paura dell'assolutismo, fece strappare a Sigismondo I la promessa che nel futuro nessuna incoronazione avrebbe avuto luogo durante la vita del re e senza approvazione dell'Assemblea dei Nobili (Sejm Walny). Sin dall'inizio era maldisposta verso la potente famiglia nobiliare dei Radziwiłł. Fu per questo che alcuni la accusarono ingiustamente di aver avvelenato la moglie del figlio, Barbara Radziwiłłówna. A fomentare tali voci ci fu il fatto che quel matrimonio non era benvoluto da Bona e lei non ne faceva mai mistero.

Nei riguardi della politica estera era fautrice di un'alleanza polacco-francese. Ostile verso gli Asburgo, voleva mantenere la pace con l'Impero Ottomano. La sua attività destava lo scontento dello stato nobiliare, il quale vi intravide una minaccia al proprio strapotere. Inoltre per la stragrande maggioranza della nobiltà polacca era inammissibile che una donna potesse immischiarsi a tal punto negli affari dello stato. Alla fine la sua politica causò lo scoppio di una rivolta dei nobili, sicché nel 1556 si vide costretta a lasciare la Polonia e ritornare in Italia, precisamente a Bari, dove si stabilì come principessa. Qui fu avvelenata nel 1557 dal proprio segretario Gian Lorenzo Pappacoda, che agiva nell'interesse del re spagnolo Filippo II. L'ultimo periodo polacco di Bona Sforza fu contrassegnato dalla sua aspirazione -poi delusa- ad essere nominata Viceré di Napoli dagli Asburgo: tale ambizione è oggi documentata dall'epistolario scambiato tra lei ed il suo Agente diplomatico Pompeo Lanza, che fino al 1556 la rappresentò, insieme all'Orator Pappacoda, a Bruxelles presso Carlo V, poi a Londra presso Maria Tudor ("Bloody Mary"). Le lettere autografe di Bona si conservano ancora oggi nell'archivio privato dei Baroni Lanza, a Capua. Fu sepolta nella chiesa di S.Nicola a Bari in modo particolarmente modesto. Si deve a sua figlia Anna un sepolcro più sontuoso che tuttora attira l'attenzione dei visitatori.

L'avvelenamento della regina Bona (dipinto di Jan Matejko, 1859)

Valutazione storica

Oggi la storiografia polacca al riguardo di Bona esprime un giudizio assai positivo, considera infatti la sua politica come un tentativo di arginare il potere sempre crescente concentrato nelle mani della nobiltà, che alla fine avrebbe condotto alla totale paralisi della Polonia, trasformandola in uno stato fantoccio che sarà poi oggetto di tre spartizioni fra Russia, Austria e Prussia.

Bibliografia

  • La Regina Bona Sforza tra Puglia e Polonia (atti di un convegno),Wrocław 1987
  • Maria Bogucka, Bona Sforza, Wrocław 1998, si tratta di una biografia dettagliata.
  • Krzysztof Zaboklicki, "Lettere inedite (1554-1556) di Bona Sforza, regina di Polonia, al suo agente italiano Pompeo Lanza", Varsavia-Roma 1998.