Boia chi molla

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La frase boia chi molla significa letteralmente: «chi molla è un boia», «chi abbandona (molla) la lotta è un vile assassino (boia)».

Si tratta di un'espressione tipicamente considerata come un motto fascista; tuttavia secondo alcuni[senza fonte] essa sarebbe già circolata sulle barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e durante le Cinque giornate di Milano del 1848.

Durante la prima guerra mondiale è il motto del corpo degli Arditi; alcuni ufficiali di questo corpo parteciperanno nel 1919 alla fondazione dei Fasci di combattimento. Il motto entra così a far parte dell'armamentario retorico tipico del movimento e poi del regime fascista (tanto che ancora oggi molti credono che sia stato coniato da Benito Mussolini). Nel 1943 il motto viene utilizzato dall'esercito della Repubblica Sociale Italiana, che continua a combattere a fianco della Germania nell'Italia occupata.

L'espressione torna d'attualità durante i Fatti di Reggio del 1970, quando il missino Francesco Franco, esponente della CISNAL, la adopera come motto della rivolta, che a volte è anche ricordata come Rivolta dei Boia chi Molla.

Tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 i ragazzi del FUAN (Fronte Universitario Avanguardia Nazionale, era un movimento politico universitario di estrema destra) compongono con questo motto il seguente ritornello: Contro il sistema / La gioventù si scaglia / Boia chi molla / Al grido di battaglia.

Oggi è adoperata soprattutto dalle frange del tifo calcistico di estrema destra.

Voci correlate

  Portale Fascismo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di fascismo

Template:Lien AdQ