Bivio (ferrovia)

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Bivio ferroviario presso la Stazione di Bornato-Calino.

Nella tecnica e nella regolamentazione delle ferrovie si definisce bivio un posto di servizio in cui due o più linee ferroviarie si diramano (o convergono, a seconda del punto di vista considerato) ed è possibile, per un treno proveniente dallo stesso binario, imboccare l'uno o l'altro dei rami che dal bivio si distaccano[1].

Configurazione[modifica | modifica wikitesto]

Un bivio deve essere composto da almeno un binario a esso afferente, due binari che da esso si diramano verso direzioni diverse e da uno scambio. L'impianto deve essere poi protetto da segnali fissi installati in tutti i binari afferenti[2]. Detti segnali avranno anche il compito di indicare al macchinista dei treni la direzione che verrà imboccata dal treno in transito e la velocità da mantenere[1]. Quando il numero di binari aumenta, per esempio quando le linee che convergono al bivio sono a doppio binario, la configurazione si complica e l'impianto può assumere il nome di doppio bivio o quadrivio. I concetti fondamentali rimangono però quelli appena esposti.

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

La definizione di bivio compete ai posti di servizio localizzati fuori dalle stazioni, anche se queste ultime possono essere sede di diramazione di due o più linee ferroviarie[2]. Come qualunque altro posto di movimento, la manovra del bivio può avvenire in loco oppure a distanza[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Maja, p. 6.
  2. ^ a b Guida e Milizia, p. 45.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pier Luigi Guida e Eugenio Milizia, Dizionario ferroviario. Movimento, circolazione, impianti di segnalamento e sicurezza, 2ª ed., Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 2004.
  • Roberto Maja, Circolazione ferroviaria, dispensa del corso di esercizio ferroviario, Politecnico di Milano, 2013.
  • Lucio Mayer, Impianti ferroviari. Tecnica ed esercizio, a cura di Pier Luigi Guida e Eugenio Milizia, 3ª ed., Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 2003.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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