Basilio mano di rame

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Basilio Mano di Rame (in greco Βασίλειος ὁ Χαλκόχειρ?, Basileios ho Chalkocheir; ... – 932 circa) era un capo ribelle bizantino attivo in Bitinia negli anni '20 e nei primi anni '30 del X secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Basilio nacque in Macedonia (o probabilmente nel thema di Macedonia). Negli anni '20 del X secolo, nel thema di Opsikion in Bitinia, assunse il nome del generale Costantino Ducas, ucciso durante un tentativo di colpo di Stato nel 913, e raccolse un grande seguito. Tuttavia, fu arrestato dai tourmarches locali e portato a Costantinopoli, dove fu processato dall'eparca e gli fu tagliata una mano[1].

Tornato nell'Opsikion, si costruì una mano di rame che reggeva una grande spada, raccolse poveri e indigenti e iniziò una ribellione. Con i suoi seguaci, si impadronì della roccaforte di Plateia Petra e ne fece la sua base. I ribelli saccheggiarono indiscriminatamente le campagne circostanti e tornarono con il loro bottino a Plateia Petra[1]. La rivolta fu infine sedata dall'esercito imperiale e Basilio fu riportato a Costantinopoli. Lì accusò diversi signori di essere coinvolti nella rivolta, ma un'inchiesta dimostrò la falsità di queste affermazioni ed egli fu bruciato sul rogo al Foro Amastriano della città[1]. La rivolta, datata tra il 928 e il 932 circa, è spesso vista come una rivolta popolare che esprime il malcontento dei contadini, e un importante incentivo per la legislazione agraria dell'imperatore Romano I Lacapeno (r. 920-944) del 934[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kazhdan 1991, pp. 268–269.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]