Bara (Henner)

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Bara
AutoreJean-Jacques Henner
Data1882
Tecnicaolio su tela
Dimensioni144×85,5 cm
UbicazionePetit Palais, Parigi

Bara è un dipinto del pittore francese Jean-Jacques Henner, realizzato nel 1882. Oggi l'opera è conservata al Petit Palais, il museo di belle arti di Parigi.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il quadro rappresenta Joseph Bara, o Barra, un tamburino dell'esercito repubblicano di 14 anni che venne ucciso dai Vandeani a Jallais, il 7 dicembre 1793. Dopo che una lettera inviata alla Convenzione dal suo capo Jean-Baptiste Desmarres, che descriveva questa morte e chiedeva una pensione per la madre di Barra, egli venne eletto a eroe e martire della rivoluzione francese, soprattutto sotto l'influenza di Robespierre.[2]

Nel 1882 circa, Jean-Jacques Henner, un pittore alsaziano stazionatosi a Parigi, molto prolifico, dipinse Bara su richiesta dello stato. In effetti, per radicare il regime repubblicano in Francia, la terza Repubblica si appropriò simbolicamente della cultura legata alla rivoluzione. La mobilitazione degli artisti avvenne essenzialmente attraverso l'impulso di Edmond Turquet, sottosegretario di stato per le belle arti.[2] L'opera venne esposta al Salone del 1883.

Il dipinto venne acquistato dal museo di belle arti parigino dopo che il nipote del pittore, Jules Henner, era morto senza figli e aveva lasciato i suoi beni alla sorella Eugénie.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

In questo dipinto di dimensioni modeste, Henner rappresentò Bara morto, nudo, steso al suolo, con le braccia tese e una bacchetta in mano. Solo lui è illuminato, mentre il resto scompare in tonalità scure. È presente chiaramente un riferimento alla figura di Cristo sulla croce.[4]

Al contrario del dipinto incompiuto di Jacques-Louis David intitolato La morte del giovane Barra, ogni ambiguità androgina viene evitata (anche se si ritiene che a posare per questo quadro sia stata una ragazza, tale Gisèle d'Estoc):[5][6] infatti, il corpo dell'eroe è un cadavere spogliato della sua uniforme e abbandonato,[7] anche se l'episodio storico non è rappresentato di per sé. Inoltre, la posizione del corpo è molto diversa da quella del quadro davidiano e richiama più quella nel quadro dipinto da Charles Moreau-Vauthier qualche anno prima, intitolato La morte di Joseph Bara, anche se in quest'ultimo Bara è vestito.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente, Henner aveva fatto degli schizzi dove Barra indossava la sua uniforme militare e vicino a lui si trovava il suo tamburino, ma in seguito cambiò idea a causa della sua passione per il nudo artistico.[8] Nonostante ciò possa illustrare come la morte abbia letteralmente portato via tutto al fanciullino, tale scelta non venne apprezzata molto dalla critica dell'epoca quando l'opera venne esposta al Salone.[8] Secondo il giornale satirico inglese Punch, dei critici avrebbero affermato che "se questo Bara fosse stato una ninfa o una Venere allora i vestiti non sarebbero stati un problema" e che il pubblico gli preferì la versione di Weertz, "un vero fanciullo eroico dalle vesti rosse e auree".[9] Nel numero del 25 giugno 1883 del giornale Le Gaulois, il critico Fourcaud scrisse che "l'artista aveva dato questo titolo per puro capriccio a un semplice studio di nudo".[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Bara, su www.pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 17 settembre 2022.
  2. ^ a b (FR) Jean-Clément Martin, Bara, de l'imaginaire révolutionnaire à la mémoire nationale, collana Histoire, Presses universitaires de Rennes, 9 luglio 2015, pp. 79–98, ISBN 978-2-7535-2450-7. URL consultato il 18 settembre 2022.
  3. ^ (FR) Eugénie et Jules Henner, su musee-henner.fr. URL consultato il 18 settembre 2022.
  4. ^ (FR) Jules Claretie, Peintres & sculpteurs contemporains, Librairie des bibliophiles, 1884. URL consultato il 18 settembre 2022.
  5. ^ (FR) À Gisèle d’Estoc, su maupassant.free.fr. URL consultato il 17 settembre 2022.
  6. ^ (EN) Melanie C. Hawthorne, Finding the Woman Who Didn't Exist: The Curious Life of Gisèle D'Estoc, U of Nebraska Press, 1º marzo 2020, ISBN 978-1-4962-1054-8. URL consultato il 17 settembre 2022.
  7. ^ Martin 2014, p. 195-202.
  8. ^ a b (EN) Art and Letters, Boussard, Valadon & Company, 1889. URL consultato il 17 settembre 2022.
  9. ^ (EN) Punch, Punch Publ., 1883. URL consultato il 18 settembre 2022.
  10. ^ (FR) La Mort de Bara, Fondation du Musée Calvet, 1989, ISBN 978-2-903044-54-1. URL consultato il 17 settembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Jean-Clément Martin, « Les fesses de l'enfant Bara » in La machine à fantasmes. Relire l'histoire de la Révolution française, Vendémiaire, 2014.

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