Bambini-schiavi

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Un bambino lavoratore

I bambini-schiavi, o verdingkinder, o ancora bambini a contratto sono stati bambini che in Svizzera sono stati tolti alle loro famiglie per vari motivi e mandati a vivere con nuove famiglie, spesso di poveri contadini che avevano bisogno di manodopera a basso costo.

Molti di questi bambini, divenuti adulti, stanno da qualche tempo denunciando i gravi maltrattamenti subiti per questa pratica molto comune in Svizzera fino al 1980 e oltre.[1]

Dal punto di vista burocratico le pratiche messe in atto si definivano: misure coercitive a scopo assistenziale e hanno coinvolto moltissimi minori tolti dalle loro famiglie naturali perché illegittimi, tenuti in cattive condizioni economiche o con problemi sociali ed emarginati. I bambini venivano rinchiusi in orfanotrofi ma più spesso affidati ad altre famiglie per essere impiegati come lavoratori senza diritti e spesso oggetto di maltrattamenti. A questi bambini non era assicurata l'istruzione.

Risarcimento tardivo

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Solo recentemente si è iniziato a pensare a risarcire le vittime ancora viventi, ma non si è raggiunto ancora alcun accordo in merito, malgrado si siano fatti passi avanti in tal senso.[2] La Svizzera ha iniziato ad affrontare questo capitolo della sua storia recente pensando a una forma di risarcimento per compensare lo sfruttamento di orfani e bambini poveri trattati come schiavi.

Il Consiglio nazionale di Berna ha definito tutti questi bambini Verdingkinder, e i sopravvissuti sono stati stimati in circa 15.000. Questi dovrebbero ricevere tra i 20.000 e i 25.000 franchi (un massimo di circa 22.750 Euro). La Confederazione Elvetica ha perseguito questa politica sino agli anni ottanta, allontanando con la forza i bambini dalle famiglie per assegnarli a famiglie affidatarie ed esponendoli a violenze e a lavori durissimi.

La ministra della giustizia Simonetta Sommaruga ha detto in Parlamento che non si può smettere di ricordare agli svizzeri ciò che è stato possibile compiere per decenni in terra elvetica e ha preso l'impegno di ricordare quanto è avvenuto e di operare perché ciò non avvenga più.[3][4]

Analogia con la situazione tedesca

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Lo stesso argomento in dettaglio: Bambini di Svevia.

Lo stesso fenomeno si è avuto anche in Germania nella prima parte del secolo scorso, sino circa al 1921, e ha coinvolto pure le regioni di Tirolo e Alto Adige.[5]

La vita di uno di questi bambini, viene raccontato nel romanzo Resli, il piccolo bracciante, pubblicato nel 1891.

Nel 2012 Markus Imboden ha vinto al Giffoni Film Festival il premio La bottega digitale con il film The foster boy (Produzione svizzera e tedesca) che verte sul tema di un ragazzo sfruttato e umiliato dalla famiglia alla quale viene affidato.[6]

  1. ^ Marco Hüttenmoser, Kathrin B. Zatti, Minori in affidamento, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario Storico della Svizzera, Berna, 15 aprile 2010. URL consultato il 16 luglio 2016.
  2. ^ tvsvizzera.
  3. ^ mxw/dpa.
  4. ^ NZZ.
  5. ^ (DE) Marina Alice Mutz, Erkenntnisse über die Schädlichkeit von Kinderarbeit, su zeitspurensuche.de. URL consultato il 19 luglio 2016.
  6. ^ Markus Imboden.
  • (DE) Roland Begert, Lange Jahre fremd, Berna, Liebefeld, 2009. URL consultato il 16 luglio 2016.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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