Baia di Charlotte

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Baia di Charlotte
Mappa della costa di Danco.
Parte diStretto di Gerlache
StatoBandiera dell'Antartide Antartide
TerritorioTerra di Graham
RegioneCosta di Danco
Coordinate64°34′59″S 61°37′59″W / 64.583056°S 61.633057°W-64.583056; -61.633057
Dimensioni
Lunghezza22 km
Mappa di localizzazione: Antartide
Baia di Charlotte
Baia di Charlotte

La baia di Charlotte (in inglese Charlotte Bay), centrata alle coordinate (64°34′59″S 61°37′59″W / 64.583056°S 61.633056°W-64.583056; -61.633056), è una baia lunga circa 22 km situata sulla costa di Danco, nella parte occidentale della Terra di Graham, in Antartide. La baia è delimitata dalla penisola di Reclus e da capo Murray.

Nella baia, o comunque nelle cale presenti sulle sue coste, si gettano diversi ghiacciai: il Bozhinov, il Krebs, il Nobile, il Renard e il Wellman.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La baia di Charlotte è stata scoperta dalla spedizione belga in Antartide del 1897-99, comandata da Adrien de Gerlache, ed è stata così battezzata dallo stesso Gerlache in onore di Charlotte Dumeiz, fidanzata di Georges Lecointe, idrografo e comandante in seconda della spedizione.[1][2]

Il rifugio della baia di Charlotte[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni cinquanta, il British Antarctic Survey, allora ancora conosciuto come Falkland Islands Dependency Survey, costruì un rifugio presso punto Portal (64°30′00″S 61°45′58″W / 64.5°S 61.766111°W-64.5; -61.766111), fra l'isola di Brabant e la costa di Danco.

Nella stagione 1956-57, Wally Herbert, al comando di una spedizione britannica incaricata di mappare l'area della baia Hope, arrivò al rifugio della baia di Charlotte dove avrebbe dovuto incontrare la nave RRS Shackleton e con essa rientrare in patria. Purtroppo, essendo senza radio, Herbert e la sua squadra non poterono essere informati del fatto che la Shackleton aveva urtato un iceberg ed aveva dunque dovuto far ritorno alle isole Falkland per le riparazioni necessarie. I sei uomini della squadra e i loro cani dovettero così trascorrere tre mesi all'interno del rifugio, con le provviste che diminuivano ogni giorno e ignari del proprio destino.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Baia di Charlotte, in Geographic Names Information System, USGS.
  2. ^ (FR) J. F. Cox, Notice sur Georges Lecointe, in Annuaire de l'Académie royale de Belgique, CXIX, 1959, pp. 1-32. URL consultato il 24 maggio 2017.
  3. ^ Andrew Stewart, Antarctica: An Encyclopedia, McFarland and Co., 1990, p. 182.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]