Aventino di Chartres

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Sant'Aventino

Vescovo di Chartres

 
MorteChartres, prima del 533
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza4 febbraio

Aventino (... – Chartres, VI secolo) fu vescovo di Chartres, documentato nella prima metà del V secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia e culto[modifica | modifica wikitesto]

Questo santo vescovo figura al 15º posto nel catalogo dei vescovi di Chartres.[1] Storicamente è documentato in una sola occasione, per la sua partecipazione al primo concilio di Orléans nel 511.[2] Era già morto nel 533, poiché in quest'anno la sede di Chartres era occupata dal vescovo Eterio.[3][4] Nel 1854 i suoi resti furono traslati nella chiesa di Santa Maddalena a Châteaudun.[3]

Il nome di Aventino è menzionato nella vita di san Solenne, suo predecessore sulla cattedra di Chartres, che sarebbe stato suo fratello.[3] La vita di Solenne racconta che, quando fu scelto da Clodoveo I come vescovo di Chartres, non accettò l'incarico e si diede alla fuga. Allora fu scelto Aventino, che ricevette la consacrazione episcopale. Quando Solenne fu trovato e costretto ad accettare l'incarico, Aventino si ritirò a Châteaudun, per poi succedere a Solenne quando questi morì.[3][4]

Il Martirologio Romano lo ricorda il 4 febbraio con queste parole:[5]

«A Châteaudun vicino a Chartres in Francia, transito di sant'Aventino, vescovo, che aveva prima retto la sede di Chartres.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) René Merlet, Catalogues des évêques de Chartres, in Mémoires de la Société archéologique d'Eure-et-Loir, Tomo IX, Chartres 1889, p. 457.
  2. ^ (LA) Concilia aevi Merovingici (511-695), a cura di Friedrich Maassen, Hannoverae, 1893, pp. 1-15
  3. ^ a b c d Viard, Bibliotheca Sanctorum, vol. 2, col. 640.
  4. ^ a b (FR) Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. II, pp. 425-426.
  5. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 180, nº 5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]