Aumento (araldica)

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Stemma della città di Lione. Si noti il capo di Francia.

In araldica, gli aumenti possono essere di qualsiasi natura: una pezza, una figura, più raramente una partizione. Nella maggior parte dei casi si tratta di un capo o di un cantone.

Casistica ed utilizzo

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Un esempio frequente di aumento si trova nei blasoni di molte città francesi che hanno nel loro stemma un capo d'azzurro caricato di tre gigli d'oro, detto capo di Francia e dato in aumento alle città «fedeli» al re.

Un blasone «aumentato» dovrebbe essere letto ignorando dapprima l'aumento, e terminando poi con "aumentato da". Questa regola non è praticamente mai applicata, nemmeno nel caso delle grandi casate.

Così la blasonatura dello stemma lionese dovrebbe essere "Di rosso al leone d'argento, aumentato del capo di Francia"; la blasonatura abituale "Di rosso al leone d'argento; al capo cucito d'azzurro, caricato di tre gigli d'oro" senz'altro corretta, non tiene conto dell'evoluzione onorifica (l'aumento introduce qui una situazione apparentemente scorretta (smalto su smalto): il termine «cucito» indica che l'anomalia è riconosciuta).

Blasone del Regno di Scozia.

Differenze fra le nazioni

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Numerose sono le nazioni che utilizzano l'aumento:

  • In Scozia, l'aumento più frequente è quella della doppia orlatura fiorita e contrafiorita di gigli di rosso su campo d'oro, che è la caratteristica più visibile delle armi reali.
  • Nel Sacro Romano Impero, l'imperatore concedeva frequentemente le sue armi (d'oro, all'aquila bicefala di nero) in occasione dell'innalzamento di un territorio in ducato o principato.
  • Nell'araldica aragonese, le armi reali d'oro, a quattro pali di rosso sono talora concesse a personaggi, o cittadine o territori, fedeli al re. Esempi di queste concessioni si trovano negli stemmi delle Province di Catanzaro, Lecce e Reggio Calabria.
  • Nell'araldica italiana il termine «aumento» di norma non viene utilizzato e si preferisce parlare, ad esempio nel caso di un capo, di «capo di concessione». Ciò comporta l'unificazione della blasonatura in una forma che prevede la citazione del capo come ultimo elemento.

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