Attracta

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Sant'Attracta
 

Badessa

 
NascitaVI secolo
MorteVI secolo
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza11 agosto
Patrona diTourlestrane

Attracta (in irlandese Naomh Adhracht; VI secoloVI secolo) è stata una badessa irlandese, ritenuta la prima del monastero di Killaraght; le numerose leggende sorte intorno al suo nome rendono difficile riconoscere gli elementi storici utili a ricostruirne la vita, ma il suo culto è antico e popolare in Irlanda.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie confuse e leggendarie sulla santa rendono difficile ricostruirne la vita. Le opinioni degli storici divergono anche riguardo all'epoca in cui visse (V, VI o VII secolo).[1]

Secondo una Vita del XII secolo attribuita a un monaco dell'abbazia cistercense di Boyle,[2] sin dalla giovinezza Attracta decise di consacrarsi al servizio di Dio e lasciò la casa paterna per evitare il matrimonio preparatole dai genitori. Consacrò la sua verginità e promise di dedicarsi al servizio dei pellegrini: fissò la sua dimora nei pressi del lago Gara ed eresse un ospizio (Kill Athracta o Killaraght) su un'area all'incrocio di sette strade.[1]

Kill Athracta rimase in attività fino al 1539.[1]

Secondo la Vita tripartita sancti Patricii, invece, tale ospizio fu fondato da san Patrizio, che impose il velo delle vergini ad Attracta e la pose a capo dell'opera.[1]

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione le attribuisce numerosi miracoli: avrebbe sconfitto un animale mostruoso che terrorizzava gli abitanti di Lugna; avrebbe aperto le acque del lago Gara per consentire la ritirata alle truppe di Lugna, accerchiate dall'esercito del Connaught; assieme a san Nateo, avrebbe procurato al re del Connaught il legname per la costruzione della sua reggia e glielo avrebbe consegnata dopo averlo caricato sul dorso di cervi e legato con dei suoi capelli.[3]

È patrona della chiesa di Killaraght e, con san Nateo, della diocesi di Achonry; è titolare di numerose istituzioni.[3]

I martirologi irlandesi la celebravano l'11 aprile, mentre feste secondarie ricorrevano al 9 e all'11 febbraio.[3]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano all'11 agosto.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Gian Michele Fusconi, BSS, vol. II (1962), col. 577.
  2. ^ Gian Michele Fusconi, BSS, vol. II (1962), col. 576.
  3. ^ a b c Gian Michele Fusconi, BSS, vol. II (1962), col. 578.
  4. ^ Martirologio romano (2004), p. 626.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.