Assedio di Tarso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Assedio di Tarso
parte della rinascita dell'Impero bizantino sotto i Comneni
Giovanni II Comneno in un mosaico di Santa Sofia.
DataPrimavera 1137
LuogoTarso in Cilicia, attuale Turchia.
EsitoVittoria dei bizantini.
Modifiche territorialiTarso è conquistata dai bizantini e un anno dopo anche tutto il regno armeno.
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Grande esercitoGuarnigione di Tarso
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

L'assedio di Tarso fu combattuto tra Bizantini e Armeni nella primavera del 1137 in Cilicia, a Tarso; lo scontro si concluse con la vittoria dei bizantini.

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che l'imperatore bizantino Giovanni II Comneno ebbe evitato il pericolo di una guerra con il Regno di Sicilia, la sua attenzione si concentrò sugli stati crociati della Siria-Palestina, che secondo il trattato di Devol erano suoi di diritto.

Le operazioni cominciarono nei primi mesi del 1137: Giovanni si diresse verso il regno armeno alla testa di un grande esercito, pronto a muovere battaglia.[1] Le truppe di Giovanni non erano formate solo da soldati professionisti bizantini, ma anche da diversi reparti alleati, tra i quali uno di peceneghi, uno di turchi ed uno di armeni, tutti ostili alla famiglia reale armena dei Ruben.[2]

L'assedio[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò così l'avanzata veloce dell'esercito bizantino; nella Cilicia in breve tempo i bizantini si impadronirono delle più grandi città, tra cui Adana. Dopo poco iniziarono ad assediare anche la città di Tarso.[1]

Durante l'assedio di Tarso, Giovanni affidò al figlio Alessio Comneno il comando dell'esercito, e qui l'erede designato al trono dimostrò le sue qualità di stratega.[3] Inizialmente lo scontro ebbe un esito sfavorevole per i bizantini, poi Alessio riuscì a ribaltare la situazione ordinando un forte bombardamento di trabucchi sulla città.[4] Per la vittoria dei bizantini fu determinante una rivolta antiarmena che scoppiò all'interno di Tarso, dopo che l'imperatore aveva promesso alla città dei doni e l'amnistia generale.[5] Grazie a ciò, le truppe comandate da Alessio espugnarono la città.[1]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la conquista di Tarso, nel giro di un anno tutta la Cilicia fu conquistata dai bizantini, il che pose momentaneamente fine al regno armeno di Cilicia.[1] Leone, re della Piccola Armenia, si ritirò sui monti del Tauro insieme ai suoi due figli, cessando così di essere una minaccia per i bizantini. L'imperatore poi sottomise il principato d'Antiochia[6] e strappò alcune città ai musulmani in Siria.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Niceta Coniata, I; 10,1.
  2. ^ Guglielmo di Tiro, XIV, 24.
  3. ^ Michele Italico, Enc. Io., p. 252 sg.
  4. ^ Niceforo Basilace, Enc. Io., p. 56, 17 sgg.
  5. ^ Niceforo Basilace, p. 57, 21-4.
  6. ^ Giovanni Cinnamo, pp. 18, 13-9, 8.
  7. ^ Kamal ad-Din, p. 678.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Bisanzio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bisanzio