Antiferroelettricità

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L'antiferroelettricità è una proprietà fisica di determinati materiali che sotto l’azione di un campo elettrico acquistano uno stato ferroelettrico non permanente[1]. È strettamente correlato alla ferroelettricità; la relazione tra antiferroelettricità e ferroelettricità è analoga alla relazione tra antiferromagnetismo e ferromagnetismo.

Un materiale antiferroelettrico consiste in una serie ordinata (cristallina) di dipoli elettrici (dagli ioni e dagli elettroni nel materiale) con dipoli adiacenti orientati in direzioni opposte (antiparalleli) (i dipoli di ogni orientamento formano sottostrutture interconnesse, vagamente analoghe ad uno schema a scacchiera)[2]. Invece in un materiale ferroelettrico i dipoli puntano tutti nella stessa direzione.

In un antiferroelettrico, a differenza di un ferroelettrico, la polarizzazione spontanea totale macroscopica è zero, poiché i dipoli adiacenti si annullano a vicenda[3].

L'antiferroelettricità è una proprietà di un materiale e può apparire o scomparire (più in generale, rafforzarla o indebolirsi) a seconda della temperatura, della pressione, del campo elettrico esterno, del metodo di crescita e di altri parametri. In particolare, ad una temperatura sufficientemente alta, l'antiferroelettricità scompare; questa temperatura è nota come temperatura di Néel o punto di Curie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ antiferroelettricità nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 luglio 2018.
  2. ^ IUPAC goldbook (PDF), su goldbook.iupac.org. URL consultato il 28 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2016).
  3. ^ antiferroelettricità in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 luglio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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