Amicus Plato, sed magis amica veritas

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Amicus Plato, sed magis amica veritas (Platone mi è amico, ma più amica mi è la verità) è una locuzione latina.[1]

Nel Libro X della Repubblica, Platone in merito alla condanna dell'arte imitativa, riferendosi ad Omero e alla poesia, afferma: «Eppur un certo affetto e rispetto che ho sin da bambino per Omero mi trattiene dal parlarne. Perché lui è stato, mi sembra, il primo maestro e la guida di tutti questi eccellenti tragici, Non si deve però onorare un uomo più della verità, ma, come io sostengo, bisogna parlarne»

Nell'anonima Vita Aristotelis Marciana [2] una formula simile è attribuita a Platone, il quale, riferendosi al suo maestro Socrate, avrebbe affermato: amicus Socrates, sed magis amica veritas. Un'espressione di significato analogo si ritrova infatti nel Fedone: «Socrates quidam parum curandus, et veritas plurimum» (Di Socrate ci si deve occupare un po', ma della verità molto di più).[3]

Anche Aristotele si era espresso in maniera analoga affermando che: «pur essendoci care entrambe le cose [gli amici e la verità] è dovere morale preferire la verità».[4] La frase indica che Aristotele, nonostante apprezzasse l'amicizia, non avrebbe rinunciato per amore della verità a criticare quelle dottrine che la mettessero in dubbio.

Anche se in realtà Aristotele non menzionò esplicitamente Platone, la tradizione ha poi attribuito a lui, o anche a lui, la formula in questione, inserendo nella medesima sia il nome di Socrate sia quello di Platone: «Amicus Plato, amicus Socrates, sed prehonoranda veritas» (amico Platone, amico Socrate, ma al di sopra di tutto bisogna onorare la verità).[5] La forma della frase come oggi viene comunemente citata sembra risalire invece al XVII secolo.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per uno studio approfondito vedere Leonardo Tarán, "Amicus Plato, sed magis amica veritas. From Plato and Aristotle to Cervantes", in Antike und Abendland, 30, 1984, pp. 93-124 (ristampato in L. Tarán, Collected Papers (1962-1999), Leiden, Brill, 2001, pp. 1-46.)
  2. ^ Olof Gigon (a cura di) Vita Aristotelis Marciana, Berlino, Walter de Gruyter, 1962; cfr. Enrico Berti, La filosofia del "primo" Aristotele, Milano, Vita e Pensiero, 1997, p. 59 (prima edizione Padova, CEDAM, 1962).
  3. ^ Platone, Fedone, 91 C.
  4. ^ Aristotele, Etica nicomachea, I, 4, 1096 a 16.
  5. ^ Lutero, De servo arbitrio, Werke. Kritische Gesamtausgabe, Weimar, 1908, vol. 18, p. 610.
  6. ^ Miguel Cervantes, Don Chisciotte, II, 51.

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