All'ombra delle maggioranze silenziose, ovvero la morte del sociale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
All'ombra delle maggioranze silenziose, ovvero la morte del sociale
Titolo originaleÀ l’ombre des majorités silencieuses ou la fin du social
AutoreJean Baudrillard
1ª ed. originale1978
1ª ed. italiana1978
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originalefrancese

All'ombra delle maggioranze silenziose, ovvero la morte del sociale (Lingua francese: À l’ombre des majorités silencieuses ou la fin du social) è un trattato filosofico del 1978 di Jean Baudrillard, che analizza le masse e la loro relazione con il significato. Baudrillard loda le masse per la loro resistenza ai mass media e al “sociale”[1], per la loro “sfida diretta alla politica”[2] e per “resistere vittoriosamente ai media deviando o assorbendo tutti i messaggi che producono senza rispondere ad essi"[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione del libro fu pubblicata nel numero finale della rivista Les Cahiers d'Utopie nel 1978[3][4]. Fu tradotto in inglese da Paul Foss, John Johnston e Paul Patton e pubblicato dalla casa editrice Foreign Agents di Semiotext(e) nel 1983[5]. Una seconda edizione è stata pubblicata nel 2007[6].

Idee principali[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni ’70 riviste come Utopie, Noir et rouge, ICO, Socialisme ou Barbarie, Pouvoir ouvrier e poi i Situazionisti si opponevano incondizionatamente alla cultura ufficiale. Vedevano le masse ipnotizzate fino alla sottomissione da una "società dello spettacolo". Tuttavia Baudrillard interpretava la passività delle masse in modo diverso[4].

Il lavoro inizia con l'idea che il significato sia stato svalutato. "Per molto tempo il capitale non ha fatto altro che produrre beni; il consumo ha funzionato da solo... Oggi è necessario produrre consumatori, produrre domanda, e questa produzione è infinitamente più costosa di quella dei beni." Lo stesso vale per il significato. "Oggi tutto è cambiato; il significato non scarseggia più, ma viene prodotto ovunque, in quantità sempre crescenti; è la domanda che si indebolisce... Ovunque le masse sono incoraggiate a parlare... Sono esortate a vivere socialmente, elettoralmente, organizzativamente, sessualmente, nella partecipazione, nei festival, nella libertà di parola, ecc."[7]

Il punto centrale del libro è che le masse rifiutano attivamente il significato. Si tratta di una rottura esplicita con la sociologia[8]. Mentre la modernità lamenta l’ignoranza delle masse docili, Baudrillard sostiene che l’indifferenza delle masse agli eventi politici, alla storia, all’arte e alla cultura, è in realtà “una ritorsione collettiva” e “un rifiuto di partecipare agli ideali raccomandati, per quanto illuminati"[9]. Tutto ciò che le masse possono fare - e tutto ciò che faranno - è godersi lo spettacolo[10].

Poiché "la loro rappresentazione non è più possibile"[11], le masse vengono sondate mediante inchieste, sondaggi e test. La politica è costretta a fare affidamento, come sostituto, sulle simulazioni del popolo[9]. Le masse sono "fin troppo conformi ad ogni sollecitazione e con un conformismo iperreale che è la forma estrema della non-partecipazione"[12]. Come affermò Baudrillard in una successiva intervista: "Le persone infatti si difendono, hanno le loro difese e strategie offensive; ma questa volta, attraverso l’indifferenza"[13].

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ worker, The University, Social Death and the Inside Joke, su anarchistnews.org, Anarchist News, 18 febbraio 2010. URL consultato il 12 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  2. ^ a b IN THE SHADOW OF THE SILENT MAJORITIES, OR THE END OF THE SOCIAL AND OTHER ESSAYS Translated by Paul Foss, Paul Patton and John Johnston. Semiotext(e), Inc. 522 Philosophy Hall, Columbia University. New York City, New York 10027
  3. ^ (FR) À l'ombre des majorités silencieuses ou la fin du social, su sens-tonka.net, Sens & Tonka & Cie, 15 febbraio 2005. URL consultato il 12 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  4. ^ a b (FR) Jean-Louis Violeau, Jean Baudrillard, 68 et la fonction utopique (DOC), su after1968.org, After 1968. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  5. ^ In the shadow of the silent majorities, Or, the end of the social, and other essays, su catalog.loc.gov, Library of Congress Online Catalog. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  6. ^ In the shadow of the silent majorities, Or, the end of the social, and other essays, su catalog.loc.gov, Library of Congress Online Catalog. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  7. ^ Jean Baudrillard, In the Shadow of the Silent Majorities, Semiotext(e), 1983, p. 52, ISBN 0936756004.
  8. ^ Benjamin Noys, Crimes of the Near Future: Baudrillard / Ballard, su ballardian.com, Ballardian, 21 marzo 2007. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  9. ^ a b Jason Royce Lindsey, Rethinking the Political: Taking Baudrillard's "Silent Majorities" Seriously, su www2.ubishops.ca, International Journal of Baudrillard Studies, Vol. 4, No. 2, luglio 2007. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  10. ^ In the Shadow of the Silent Majorities, New Edition, su mitpress.mit.edu, The MIT Press. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  11. ^ Jean Baudrillard, In the Shadow of the Silent Majorities, Semiotext(e), 1983, p. 20, ISBN 0936756004.
  12. ^ Jean Baudrillard, In the Shadow of the Silent Majorities, Semiotext(e), 1983, p. 48, ISBN 0936756004.
  13. ^ Judith Williamson, An Interview with Jean Baudrillard, in Block, 1989.