Acquedotto delle Acque Libere
Acquedotto delle Acque Libere | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Coordinate | 38°43′36″N 9°10′00″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Stile | barocco |
Realizzazione | |
Architetto | Antonio Canevari |
Ingegnere | José da Silva Pais |
L'acquedotto delle Acque Libere (portoghese: aqueduto das Águas Livres) è un acquedotto storico nella città di Lisbona, Portogallo.
Costruito a partire dal 1732 per sopperire alla mancanza cronica di approvvigionamento idrico di acqua potabile a Lisbona, è uno degli esempi dell'ingegneria portoghese del XVIII secolo, cui contribuì l'ingegnere portoghese Manuel da Maia.
L'acquedotto è sostenuto da 128 piloni collegati da archi ad ogiva e il suo corso è lungo 14 km,[1] anche se tutta la rete di canali si estende per quasi 58 km.[2]
Storia
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L'acquedotto fu costruito a partire dal 1732, sotto il regno di Giovanni V, per captare le acque sorgive a Belas (località situata nel municipio di Sintra). La rete di captazione e di distribuzione venne successivamente estesa durante tutto il XIX secolo.
Grazie alla sua eccellente costruzione è sopravvissuto al terremoto di Lisbona del 1755 ed è rimasto in funzione fino al 1973, per poi esser aperto al pubblico nel 1986.[1]
L'acquedotto è tristemente celebre a causa del criminale di origine spagnola Diogo Alves, ritenuto essere il responsabile di oltre settanta omicidi,[3] compiuti tra il 1836 ed il 1839. Alves e la sua banda assassinavano e derubavano i passanti prima di gettarli nel vuoto dalle arcate dell'acquedotto, da un'altezza di circa 60 metri. Catturato e condannato a morte, fu giustiziato per impiccagione sul Cais do Tejo il 9 febbraio 1841. La sua testa fu spiccata dal busto e recuperata per studi scientifici dell'epoca ed è ancora visibile al teatro anatomico della Facoltà di Medicina dell'università di Lisbona, conservata nella formalina.[4]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il tratto più famoso dell'acquedotto è quello che attraversa la valle dell'Alcântara,[5] una campata di 35 archi a sesto acuto, il più alto dei quali s'innalza fino a 65 metri, con una distanza fra i pilastri di 29 metri, il che ne fa il più grande arco ogivale in muratura del mondo.
Tra le valli di Ribeira de Arroios e Alcântara, le acque erano distribuite da cinque gallerie principali: Galeria das Necessidades, Galeria da Esperança, Galeria do Rato, Galeria do Loreto e Galeria de Santana.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Aqueduto das Águas Livres | www.visitportugal.com, su www.visitportugal.com. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ Acquedotto delle Acque Libere a Lisbona, in Informagiovani Italia - Giovani dentro. URL consultato il 4 giugno 2017.
- ^ (ES) ¿Por qué guarda la Universidad de Lisboa la cabeza de un asesino en serie de Lugo?, su La Voz de Galicia, 25 maggio 2024. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ (ES) Diogo Alves, el asesino en serie español cuya cabeza se conserva Lisboa, su Diario ABC, 13 aprile 2018. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ (ES) Un 'serial killer' gallego en Lisboa, su www.publico.es, 25 febbraio 2020. URL consultato il 15 marzo 2025.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su acquedotto delle Acque Libere
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (PT) AA.VV., Aqueduto das Águas Livres, su monumentos.gov.pt, 1999, 2007.
- (PT) AA.VV., Aqueduto das Águas Livres - Troço de Sintra, su monumentos.gov.pt, 2006, 2007.
- (PT) Marta Ferreira, Aqueduto das Águas Livres - Troço entre São Brás e a Buraca, su monumentos.gov.pt, 2007.
- (PT) AA.VV., Aqueduto das Águas Livres - Troço entre a Buraca e as Amoreiras, su monumentos.gov.pt, 1992, 2007.
- Lisbona Web - Acquedotto delle Acque Libere, su lisbonaweb.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 67150325561010090004 |
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