Teoria delle maree: differenze tra le versioni

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==Collegamenti esterni==
*[http://www.esr.org/ptm_index.html Arctic and Antarctic Barotropic Tide Models]
*[http://www.eoearth.org/article/Amphidrome Amphidrome]
*[http://www.waterencyclopedia.com/St-Ts/Tides.html#b Equilibrium Theory of Tides]
*[http://web.vims.edu/physical/research/TCTutorial/dynamic.htm Dynamic Tides]
*[http://www.mendeley.com/research/annual-amphidromes-a-common-feature-in-the-ocean/ Annual amphidromes: a common feature in the ocean?]
* http://www.aviso.oceanobs.com/en/news/idm/2000/oct-2000-sun-and-moon-shape-tides-on-earth/
*[http://www.uwgb.edu/dutchs/EarthSC202Notes/TIDES.HTM Tides]
*[http://www.eas.slu.edu/GGP/BIM_Recent_Issues/bim134-2001/bim134_report_WG6_SLR.pdf Contributions of satellite laser ranging to the studies of earth tides]
*[http://austides.com/wp-content/uploads/2014/06/Kowalik_Luick_2011.pdf Sun and Moon shape tides on Earth]
*[http://www.agu.org/pubs/crossref/2003/2002JB001801.shtml Study of harmonic site position variations determined by very long baseline interferometry]
* http://www.coa.edu/stodd/oceanweb/oceanography/Oceanlectures02/Lecture8/sld014.htm
*[http://ffden-2.phys.uaf.edu/645fall2003_web.dir/Ellie_Boyce/dynamic.htm Dynamic Theory of Tides]
*[http://mysite.du.edu/~jcalvert/geol/tides.htm Tidal Observations]
*[http://www.jal.cc.il.us/~mikolajsawicki/tides_new2.pdf Myths about Gravity and Tides]
* http://books.google.com/books?id=3mGZUHDuEdwC&lpg=PA150&ots=soMAFKsRkc&dq=number%20of%20amphidromes&pg=PA150#v=onepage&q=amphidrome&f=false
* [http://tidesandcurrents.noaa.gov/pub.html Publications from NOAA's Center for Operational Oceanographic Products and Services]
** [http://tidesandcurrents.noaa.gov/publications/Understanding_Tides_by_Steacy_finalFINAL11_30.pdf Understanding Tides]
** [http://tidesandcurrents.noaa.gov/publications/150_years_of_tides.pdf 150 Years of Tides on the Western Coast]
** [http://tidesandcurrents.noaa.gov/restles1.html Our Relentless Tides]


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Versione delle 17:37, 22 giu 2016

L'arrivo dell'alta marea nel villaggio di Porto Covo, nella costa atlantica del Portogallo.

La teoria delle maree è l'applicazione della meccanica del continuo per interpretare e predire le deformazioni mareali dei corpi planetari e delle loro atmosfere o oceani sotto l'influenza gravitazionale di un altro corpo astronomico (in particolare la Luna per quanto riguarda la Terra e i suoi oceani).

Keplero

Nel 1609 Giovanni Keplero suggerì correttamente che le maree erano causate dall'attrazione gravitazionale della Luna[1] basando il suo ragionamento su antiche osservazioni e correlazioni, citate già da Tolomeo nei Tetrabiblos.

Ipotesi di Galileo sulle maree

Justus Sustermans - Ritratto di Galileo Galilei, 1636

Nel 1616 Galileo Galilei scrisse il Discorso sul flusso e il reflusso del mare,[2] in una lettera indirizzata al cardinale Alessandro Orsini. In questo Discorso egli cercò di spiegare le maree come risultato della rotazione e rivoluzione terrestre attorno al Sole, ritenendo che gli oceani si comportassero come l'acqua in una grande bacinella.[3] La rotazione terrestre costringerebbe gli oceani alternativamente ad accelerare e ritardare.[4] La sua visione dell'oscillazione e del moto alternativamente accelerato e ritardato della rotazione terrestre era un processo dinamico che deviava dal precedente dogma che proponeva un processo di espansione e contrazione dell'acqua marina.[5] La teoria era però errata[2] e ulteriori analisi condotte nei secoli successivi portarono all'attuale comprensione del fenomeno delle maree. Galileo aveva respinto l'interpretazione proposta da Keplero per le maree.

Newton

Newton nei suoi Principia fornì una spiegazione corretta della forza mareale che può essere utilizzata per spiegare le maree su di un pianeta ricoperto da un oceano uniforme, ma che non tiene conto della distribuzione dei continenti o della batimetria oceanica.[6]

Teoria dinamica di Laplace

Il modello dei tre corpi di Newton

La teoria dinamica delle maree descrive e predice l'effettivo comportamento reale delle maree oceaniche.[7]

Mentre Newton aveva spiegato le maree descrivendo le forze che le generano e Bernoulli aveva dato una descrizione della reazione statica delle acque della Terra al potenziale mareale, la teoria dinamica delle maree, sviluppata da Pierre-Simon Laplace nel 1775,[8][9] descrive la reale reazione dell'oceano alle forze di marea.[10] La teoria di Laplace prende in considerazione l'attrito, la risonanza e i periodi naturali dei bacini oceanici. Predice i grandi sistemi anfidromici nei bacini oceanici e spiega le maree oceaniche in modo corrispondente alle effettive osservazioni.[11]

La teoria dell'equilibrio, che era basata sul gradiente gravitazionale del Sole e della Luna ma che ignorava la rotazione terrestre, gli effetti dei continenti e altri effetti importanti, non era in grado di spiegare le reali maree oceaniche.[12][13][14][15][16][17][18][19] Poiché le misurazioni hanno confermato la teoria dinamica, ora si riesce a dare una spiegazione a molti aspetti, quali il modo in cui le maree interagiscono con i crinali abissali, o come le catene sottomarine danno luogo alla formazione di vortici che permettono la risalita dei nutrienti dalle profondità alle acque di superficie.[20] La teoria dell'equilibrio permette di calcolare l'altezza delle onde di marea inferiori a mezzo metro, mentre la teoria dinamica riesce a spiegare perché le maree possono alzarsi anche di 15 metri.[21] Le osservazioni da satellite confermano l'accuratezza della teoria dinamica e le maree sono ora misurate con la precisione di qualche centimetro.[22][23]

Le misure effettuate dal satellite CHAMP corrispondono in modo preciso ai modelli basati sui dati TOPEX.[24][25][26][27]

Note

  1. ^ Johannes Kepler, Astronomia nova … (1609), p. 5 Introductio in hoc opus.
  2. ^ a b Rice University: Galileo's Theory of the Tides, by Rossella Gigli, retrieved 10 March 2010
  3. ^ Peter Tyson, Galileo's Big Mistake, in NOVA, PBS. URL consultato il 19 febbraio 2014.
  4. ^ Paolo Palmieri, Re-examining Galileo's Theory of Tides, Springer-Verlag, 1998, p. 229.
  5. ^ Paolo Palmeri, Re-examining Galileo's Theory of Tides, Springer-Verlag, 1998, p. 227.
  6. ^ http://web.vims.edu/physical/research/TCTutorial/static.htm
  7. ^ Tides
  8. ^ Short notes on the dynamical theory of Laplace
  9. ^ Shelf and Coastal Oceanography, su es.flinders.edu.au. URL consultato il 2 giugno 2012.
  10. ^ Tide dynamics
  11. ^ An Astronomer’s View on the Current College-Level Textbook Descriptions of Tides
  12. ^ Tidal theory website South African Navy Hydrographic Office
  13. ^ Dynamic theory for tides, su oberlin.edu. URL consultato il 2 giugno 2012.
  14. ^ Dynamic Theory of Tides, su ffden-2.phys.uaf.edu.
  15. ^ Dynamic Tides – In contrast to "static" theory, the dynamic theory of tides recognizes that water covers only three-quarters o, su web.vims.edu. URL consultato il 2 giugno 2012.
  16. ^ The Dynamic Theory of Tides, su coa.edu. URL consultato il 2 giugno 2012.
  17. ^ https://beacon.salemstate.edu/~lhanson/gls214/gls214_tides
  18. ^ Tides - building, river, sea, depth, oceans, effects, important, largest, system, wave, effect, marine, Pacific, su waterencyclopedia.com, 27 giugno 2010. URL consultato il 2 giugno 2012.
  19. ^ TIDES, su ocean.tamu.edu. URL consultato il 2 giugno 2012.
  20. ^ Floor Anthoni, Tides, su seafriends.org.nz. URL consultato il 2 giugno 2012.
  21. ^ The Cause & Nature of Tides, su linz.govt.nz.
  22. ^ Scientific Visualization Studio TOPEX/Poseidon images, su svs.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 2 giugno 2012.
  23. ^ TOPEX/Poseidon Western Hemisphere: Tide Height Model : NASA/Goddard Space Flight Center Scientific Visualization Studio : Free Download & Streaming : Internet Archive, su archive.org. URL consultato il 2 giugno 2012.
  24. ^ url=http://svs.gsfc.nasa.gov/vis/a000000/a001300/a001332/
  25. ^ http://www.geomag.us/info/Ocean/m2_CHAMP+longwave_SSH.swf
  26. ^ OSU Tidal Data Inversion, su volkov.oce.orst.edu. URL consultato il 2 giugno 2012.
  27. ^ Dynamic and residual ocean tide analysis for improved GRACE de-aliasing (DAROTA), su dgfi.tum.de.

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