Raffaello Reghini: differenze tra le versioni
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Raffaello Reghini nasce a Firenze nel 1868 da Gianluca, Nobile e patrizio di [[Pontremoli]], uno dei primi archivisti di Stato del neonato [[Regno d’Italia]]. Il padre venne distaccato prima all’archivio di Stato di [[Firenze]], poi, in qualità di responsabile, a quello costituendo di [[Roma]] per il trasferimento della Capitale. Lì morì prematuramente nel 1892. <ref>“L’ Archivio centrale dello Stato”, di Mário Sério. Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993</ref> La madre, Marianna Chiarini Von Arbogaster (nipote di Antonio Von Arbogaster, un nobiluomo lorenese che si trasferì in Toscana a seguito del Granduca [[Leopoldo di Lorena]]), allevò il figlio presso le loro proprietà in [[Toscana]], a Sovigliana ([[Empoli]]). La villa dalla famiglia Reghini è recentemente passata al Comune di Sovigliana nel 2001. <ref>{{cita web|url=http://www. |
Raffaello Reghini nasce a Firenze nel 1868 da Gianluca, Nobile e patrizio di [[Pontremoli]], uno dei primi archivisti di Stato del neonato [[Regno d’Italia]]. Il padre venne distaccato prima all’archivio di Stato di [[Firenze]], poi, in qualità di responsabile, a quello costituendo di [[Roma]] per il trasferimento della Capitale. Lì morì prematuramente nel 1892. <ref>“L’ Archivio centrale dello Stato”, di Mário Sério. Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993</ref> La madre, Marianna Chiarini Von Arbogaster (nipote di Antonio Von Arbogaster, un nobiluomo lorenese che si trasferì in Toscana a seguito del Granduca [[Leopoldo di Lorena]]), allevò il figlio presso le loro proprietà in [[Toscana]], a Sovigliana ([[Empoli]]). La villa dalla famiglia Reghini è recentemente passata al Comune di Sovigliana nel 2001. <ref>{{cita web|url=http://www.gonews.it/articolo_37722_Villa-Reghini-giardino-completamente-rinnovato.html|opera= gonews.it |accesso=25 giugno 2011}}</ref> |
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Raffaello, terminati gli studi al Collegio Militare di Firenze, passò all’Accademia nel 1886, quindi, dopo i primi incarichi, alla Scuola di Guerra nel 1902. |
Raffaello, terminati gli studi al Collegio Militare di Firenze, passò all’Accademia nel 1886, quindi, dopo i primi incarichi, alla Scuola di Guerra nel 1902. |
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Nell’aprile del 1904 sposò la torinese Adele Barberis, e nel dicembre del 1908 avrà la sua prima ed unica figlia, Anna Maria. |
Nell’aprile del 1904 sposò la torinese Adele Barberis, e nel dicembre del 1908 avrà la sua prima ed unica figlia, Anna Maria. |
Versione delle 00:35, 29 giu 2011
Raffaello Reghini (Firenze, 14 novembre 1868 – Bolzano, 16 dicembre 1930) è stato un generale italiano.
Raffello Reghini, militare di carriera, fu tra gli ufficiali più decorati al valore del Regno d’Italia ed una figura militare di rinnovato interesse storico per i fatti di Caporetto dell’ottobre 1917 che coinvolsero la sua unità, la Brigata Venezia.
Nota biografica
Raffaello Reghini nasce a Firenze nel 1868 da Gianluca, Nobile e patrizio di Pontremoli, uno dei primi archivisti di Stato del neonato Regno d’Italia. Il padre venne distaccato prima all’archivio di Stato di Firenze, poi, in qualità di responsabile, a quello costituendo di Roma per il trasferimento della Capitale. Lì morì prematuramente nel 1892. [1] La madre, Marianna Chiarini Von Arbogaster (nipote di Antonio Von Arbogaster, un nobiluomo lorenese che si trasferì in Toscana a seguito del Granduca Leopoldo di Lorena), allevò il figlio presso le loro proprietà in Toscana, a Sovigliana (Empoli). La villa dalla famiglia Reghini è recentemente passata al Comune di Sovigliana nel 2001. [2] Raffaello, terminati gli studi al Collegio Militare di Firenze, passò all’Accademia nel 1886, quindi, dopo i primi incarichi, alla Scuola di Guerra nel 1902. Nell’aprile del 1904 sposò la torinese Adele Barberis, e nel dicembre del 1908 avrà la sua prima ed unica figlia, Anna Maria. Morirà nel dicembre del 1930, ancora in servizio, per i postumi delle malattie contratte al fronte nella Prima guerra mondiale. [3][4]
Cenni sulla carriera Militare
Raffaello Reghini svolse il primo incarico da sottotenente presso il 26° Reggimento di fanteria. Nel 1902 venne distaccato con il grado di capitano al 16° Reggimento di fanteria poi divenne Aiutante di Campo della Brigata Basilicata. Si imbarcherà con il Corpo di Spedizione per Tripolitania e Cirenaica nella Guerra italo-turca nell’ottobre del 1911 in cui si distinse in varie occasioni (tra le altre, venne decorato con una Medaglia d’Argento al Valore). Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene inviato in territorio in stato di guerra il 22 maggio del 1915 come Maggiore presso il 44° Reggimento di fanteria. Nonostante gravi problemi di salute causati dalle condizioni del servizio, soprattutto una grave flebite che lo costrinse in varie occasioni all’ospedale, si distinse ed ebbe varie promozioni sul campo e numerose decorazioni (tra cui una seconda Medaglia d’Argento al Valore, due Ordini Militari d’Italia, il britannico Ordine del Bagno, tre Croci di guerra). Il 14 ottobre del 1917, pochi giorni prima di Caporetto, il Colonnello Reghini lascia il comando del 154° Reggimento ed assunse il Comando della Brigata Venezia. Venne promosso Brigadiere Generale. Finta la guerra, pur mantenendo il comando della Brigata Venezia assunse la Presidenza del Tribunale speciale di Firenze, sino la 1926. Nel 1927 venne comandato a Bolzano in qualità di Comandante della Divisione territoriale del Brennero, ultimo incarico al momento della morte nel 1930. [5] La parte più interessate della carriera di miliare di Reghini è sicuramente collegata al suo comando della Brigata Venezia durante la grande guerra.
I fatti di Caporetto, la Brigata Venezia ed il suo comando
All’inizio dell’attacco, la Brigata era distaccata presso il XXVIII Corpo d'armata (maggiore generale Saporiti) come riserva del Comando d'Armata. La Brigata era composta dall’83º Reggimento fanteria "Venezia" e l’84º Reggimento "Venezia". Dopo i fatti eroici dell’Altipiano della Bainsizza del settembre precedente, la Brigata, come racconta lo stesso Cadorna, era stata avvicendata, anche in vista della nomina del nuovo Comandante Reghini. [6] All’inizio dell’offensiva austro tedesca venne immediatamente inviata a Plava a difendere il ripiegamento II° Corpo d’Amata. Questa fu la prima occasione in cui il comando di Reghini si distinse:
«La situazione più pericolosa è quella della destra del XXIV Corpo (brigata Venezia) a cavallo dell'Isonzo: dalla sua resistenza dipende la sicurezza di tutti i Corpi d'Armata, più a Sud. La sera del 27, ritirai dalla sinistra dell'Isonzo sul Planina, tutta la brigata Venezia, perché già il II° Corpo, che essa proteggeva, era tutto passato sulla destra dell'Isonzo. In presenza dei due reggimenti abbracciai il loro Comandante Reghini (…).»
Dopo quella resistenza alla destra dell’Isonzo, Reghini ricevette l’ordine di ripiegare ed oltrepassare il Tagliamento. Fu l’ultimo ordine che ricevette. Cadorna parla dell’azione della Brigata ad Orgnano, nei pressi di Pozzuolo: “quivi vengono distaccati in aiuto di altri reparti premuti dal nemico”, ed aggiunge che i due Reggimenti della Brigata “sopraffatti da forze soverchianti ed accerchiati, dopo accanita lotta perdono gran parte dei loro uomini”. Poi racconta del loro passaggio a Gallariano ed a Pozzecco, dove nuovamente “il 30 ottobre viene organizzata una tenace resistenza”. [8] Sotto il comando di Reghini, la Brigata Venezia seguì tutto lo svolgimento centrale dell’offensiva nemica. Essa si trovò dopo fare resistenza al centro dello schieramento, contro le avanzanti truppe del Generale Hofacker, che muovevano nella Carnia con l’obbiettivo di varcare il Tagliamento, forse attraverso i ponti di Codroipo, per tagliare la ritirata della III Armata. La resistenza avvenne nei pressi di Pozzuolo, Mortegliano, Orgnano. Uno sbarramento che proseguiva con la 10° Divisione del generale Chionetti, la 30° del Generale Mangiarotti e del XXIV Corpo d’Armata de Generale Caviglia e poi dal Generale Di Giorgio incaricato della difesa dei ponti sul Tagliamento di Pinzano e di Cornino, il cosiddetto Corpo d’Armata Speciale. I ponti sul Tagliamento erano un formidabile collo di bottiglia per un esercito sbandato. La felice decisione di Reghini, e di altri comandanti, avvenne senza ordini superiori, e le unità “distaccate” in aiuto di cui parla Cadorna, non erano in realtà tali, ma erano unità isolate e sbandate, prive di ordini e fu lo stesso Reghini, in autonomia, ad assumere il comando. Senza queste scelte sul campo, sue e di altri colleghi, ed in assenza della resistenza del 29 e del 30, la metà della II° Armata (quella di Ferrero) sarebbe stata annientata prima dei ponti della La Delizia e la III° sarebbe stata accerchiata prima dei ponti di Madrisio e Latisana. [9]
Storiografia su Reghini e la Brigata Venezia
La verità storica di Caporetto rimane ancora nascosta da decenni di divergenze ed opinioni, anche interessate e nascondere delle incompetenze. Certamente non fu imputabile a codardia delle prime linee seppure travolte dal nemico, come in un primo tempo fu gravemente ed ingenerosamente proposto all’opinione pubblica dallo stesso Cadorna. [10] Quanto al secondo apporto della Brigata Venezia, dopo il primo già determinante di Plava sull'Isonzo, esso avvenne nei pressi di Pozzuolo del Friuli (ed Organo e Galleriano), poi alla destra del Tagliamento, di cui è testimone diretto ed ammirato un Lanciere di Novara d’eccezione come Gabriele D'Annunzio. Ma la seconda volta accadde al di fuori del controllo del Comando Supremo. Il contributo determinante avvenne da una unità e da un Comandante privo di ordini che nella confusione più assoluta si batté al mal presidiato confine di settore tra due armate in ritirata. [11] E’ interessante notare che nell’occasione di quelle disastrose giornate, Reghini fu l’unico soldato italiano a ricevere una delle più alte onoreficienze britanniche, l’Ordine del Bagno. La motivazione con la quelle venne decorato Reghini anche come Ufficiale dell’Ordine Miliare di Savoia (oggi Ord. Mil. d'Italia) per quei fatti lascia trapelare con chiarezza la situazione createsi:
«(…) assunto anche il comando di altri reparti isolati, benché rimasto privo di ordini superiori, provvedeva con felice intuito a fronteggiare elementi celeri del nemico che puntavano ai ponti del Tagliamento impegnando con essi accaniti combattimenti (…) Plava 26-27 1917 Ottobre, Orgnano, Pozzuolo del Friuli, Galleriano 29,30 ottobre 1917.»
In tempi normali sarebbe normale lodare le iniziative dei comandanti sul campo. Ma il rimpallo delle responsabilità trovò tutti concordi nel derubricare i fatti di Pozzuolo del Friuli, del Tagliamento, Organo, Galleriano e le altre località vicine, imputabili a Comandanti coraggiosi, ad atti di “normale eroismo”. Oggi appaiano invece vere scelte strategiche, stabilite e messe in pratica autonomamente da singoli comandanti di unità per sopperire ad un vuoto superiore. [13]
Decorazioni al valore militare
— Castagnevizza
— Pozzuolo del Friuli
— Piave
— Bengasi – Libia
— Castegnevizza
Onorificenze
— Roma
— Roma
— Roma
— Roma
— Roma
— Roma
— Roma
Note
- ^ “L’ Archivio centrale dello Stato”, di Mário Sério. Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993
- ^ gonews.it, http://www.gonews.it/articolo_37722_Villa-Reghini-giardino-completamente-rinnovato.html . URL consultato il 25 giugno 2011.
- ^ Giorgio Delle Donne, Ipertesti de “La provincia di Bolzano”, 1927-1943, .bpi.claudiaugusta.it/pdf/LaProvinciaDiBolzano.pdf - Simili http://www. .bpi.claudiaugusta.it/pdf/LaProvinciaDiBolzano.pdf - Simili . URL consultato il 24 giugno 2011.
- ^ Muore per malattia all’ospedale di Bolzano il comandante la divisione del Brennero, generale nobile Raffaello Reghini: “il combattente, il soldato valoroso (…)”, in ProvBZ 17/12/1930. URL consultato il 26 giugno 2011.
- ^ Note matricolari di Reghini, nobile Raffaello – Regio Esercito – Mod. 102 C. -1927
- ^ Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, 1923
- ^ Dalle memorie di Caviglia, in “Enrico Caviglia, l'anti Badoglio”, di Pier Paolo Cervone, Mursia, 1992, p. 84
- ^ Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, 1923
- ^ “La Brigata Venezia (83º-84º regg. fant.) nella guerra italo-austriaca 1915-1918” Firenze, Barbera, Alfani e Venturi, 1920
- ^ Convegno “Rileggiamo la Grande Guerra” (5 ottobre 2007). Relazione a convegno, Giorgio Rochat:” l’invenzione del tradimento”, giovedì 25 ottobre 2007
- ^ Si veda Giorgio Rochat e Mario Isnenghi, La Grande Guerra 1914-1918, Sansoni, 2004.
- ^ Motivazione della nomina Ufficiale dell’Ordine Militare d’Italia (allora di Savoia), R.D. 26 Giugno 1924 B.U. 1924 disp. 30 pagina 1794
- ^ Convegno “Rileggiamo la Grande Guerra” (5 ottobre 2007). Relazione a convegno, di Antonino Zarcone: “la ritirata dall’Isonzo al Piave”
Bibliografia
Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, Treves 1934 L.Capello, Per La Verità, Milano, Treves, 1920 Giorgio Delle Donne, Ipertesti de “La provincia di Bolzano”, 1927-1943 Pier Paolo Cervone, “Enrico Caviglia, l'anti Badoglio”, Mursia, 1992 Gaetano V. Cavallaio, Futility Ending in Disaster, Xlibris Corporation, 2009 “La guerra italiana”, periodico, Numero: 6ser.n.18, Data:1918, su http/www.14-18.it/1418/index.php?3/periodici/...n..., in data 22 giugno 2011.
Antonio Liverani, La Brigata Venezia (83°-84° Reggimenti di Fanteria) nella guerra italo-austriaca 1915-1918, Alfani e Venturi, 1920 Giorgio Rochat e Mario Isnenghi, La Grande Guerra - 1914-1918, Sansoni, 2004. Philippe Rostan, Là oú se jouait le sort de l'Europe: étude historique, Del Duca, Paris, 1969 Stato maggiore dell’Esercito. , Ufficio storico - Provveditorato generale “L'Esercito italiano nella grande guerra: le istruzioni tattiche del capo di Stato maggiore dell'Esercito degli anni 1914-1915-1916. 1932” “Rileggiamo la Grande Guerra”, Convegno (5 ottobre 2007). Giorgio Rochat, Relazione: “l’invenzione del tradimento”, pub. giovedì 25 ottobre 2007. Antonino Zarcone, Relazione: “la ritirata dall’Isonzo al Piave”, pub. martedì 23 ottobre 2007 USSME: Relazione Ufficiale, Volume IV, Tomo 3°bis, documenti, Comando II Armata, 3 novembre 1917, Situazione per penetrazione nemica a Cornino.