Granatiere (cacciatorpediniere 1907): differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nuova pagina: {{Infobox nave |nome=''Granatiere'' |immagine= |dimensioni_immagine= |didascalia= |bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg |tipo=cacciatorpediniere (1907-1921)<...
(Nessuna differenza)

Versione delle 15:38, 4 mar 2011

Granatiere
voci di navi presenti su Wikipedia

Il Granatiere è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Storia

L’apparato motore venne modificato in modo da essere alimentato a nafta (65 tonnellate) invece che a carbone (95 tonnellate)[1].

Il 18 maggio 1908 la nave risalì il Tevere fino a Roma per ricevere, al porto di Ripa Grande, al cospetto del re, la bandiera di combattimento offerta dai Granatieri[2].

Assegnato alla III Squadriglia Cacciatorpediniere (Dipartimento dell’Alto Tirreno), il Granatiere trascorse un primo periodo di addestramento nelle acque di La Spezia[2].

Nel 1908, in seguito alla distruzione di Messina da parte di un violento terremoto, fu tra le navi inviate a prestare soccorso[2].

Nel 1909 operò in Medio Oriente, per difendere gli italiani dalle violenze anticristiane che sarebbero infine sfociate nel genocidio armeno[2].

Nel 1910 fu inviato a Monaco per presenziare all’inaugurazione del locale Museo Oceanografico e, nel corso del medesimo anno, scortò in Sicilia e Sardegna la nave reale Trinacria[2].

Partecipò alla guerra italo-turca in Mar Rosso ed in Libia (1911), mentre nel 1912 operò in Grecia e Turchia e nel Dodecaneso[2].

Nel 1914 fu sottoposto ad un periodo di lavori di manutenzione nell’Arsenale di Taranto[2].

All’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale il Granatiere apparteneva alla II Squadriglia Cacciatorpediniere, di base a Taranto, che componeva insieme ai cacciatorpediniere Insidioso, Impavido ed Irrequieto[3]. Comandava la nave il capitano di corvetta Landi[3].

Nel corso del conflitto fu impiegato nelle scorte ai convogli per l’Albania, in funzione antisommergibile nel Tirreno settentrionale e nell’Adriatico meridionale, per scorte e collegamenti tra Gibilterra, Marsiglia, Malta e la Sicilia[2].

Il 1° luglio 1921 fu declassato a torpediniera[4].

Tra il 1921 ed il 1924 fu impiegato nel Dodecaneso e fu stazionario a Rodi, in qualità di nave di bandiera del locale Comandante Superiore Navale[2].

Trascorse gli ultimi anni (1925-1927) come nave scuola della Scuola Meccanici di Venezia; radiato il 3 novembre 1927[2], fu avviato alla demolizione.

Note

  Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di marina