Armonica a bicchieri: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:20, 14 gen 2009

L'armonica a bicchieri (o glassarmonica) è uno strumento piuttosto inusuale e di raro utilizzo nella musica colta, in quanto si rifà ad una tradizione popolare tirolese.

Origini e attualità

Venne utilizzata a partire dal XIII secolo (1762, Benjamin Franklin) e in seguito Mozart, Beethoven, Johann Adolph Hasse, David August von Apell, Carl Philipp Emmanuel Bach, Donizetti (la scena della pazzia della Lucia di Lammermoor e la cavatina di Elisabetta Par che dica ancora da Il castello di Kenilworth), Richard Strauss stesso compose per questo strumento.

La glassarmonica utilizza, in luogo di normali tasti da pianoforte, una serie di calotte di vetro poste orizzontalmente in ordine di grandezza, e quindi d'intonazione. Queste sono attraversate da un'asta girevole che le fa quindi muovere circolarmente. Tramite motore elettrico o pedale, l'asta viene fatta girare a velocità continua, mentre l'esecutore produce il suono poggiando le dita (opportunamente inumidite con acqua) sulle varie calotte producendo per sfregamento un suono vellutato e cristallino al tempo stesso.

Le calotte che producono gli accidenti (diesis o bemolle) sono segnate da una striscia colorata per orientare l'esecutore.

La glassarmonica è oggi pressoché sconosciuta, anche se si sta cercando di renderla più nota[senza fonte], perlomeno nell'ambito classico.

Curiosità

La glassarmonica è stata, nei secoli durante i quali il suo uso fu più diffuso, al centro di un dibattito circa l'opportunità del suo uso; alcuni ritenevano infatti che sia per l'esecutore che per l'ascoltatore potesse essere uno strumento nocivo.

Tale nocumento sarebbe stato dovuto, da un lato, agli effetti sulla psiche del suono dello strumento, ritenuto troppo penetrativo e capace di produrre profondo turbamento, dall'altro, ai possibili danni alla salute dell'esecutore. Questa seconda tesi potrebbe forse trovare un suo fondamento nel fatto che nelle miscele antiche del vetro erano contenute significative quantità di piombo e dunque il prolungato manipolare tali vetri, con l'azione congiunta dello sfregamento, avrebbe potuto causare fenomeni di saturnismo.

Il dibattito sulla questione è oggi sostanzialmente dimenticato e, in ogni caso, per quello che concerne la salute dell'esecutore, va detto che il vetro moderno non contiene più quelle elevate quantità di piombo.

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