Utente:SunOfErat/Sandbox9

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Alberto Ferrari nel 2011.

Alberto Ferrari ( – vivente), musicista e cantante italiano.

in ordine cornologico

  • [parlando di Endkadenz, diviso in due volumi] Per un breve periodo pensavamo di far due dischi, uno elettrico e uno acustico. Poi abbiamo abbandonato il progetto e abbiamo deciso la scaletta in una sola settimana, a novembre quando tutte le tracce erano pronte. Inizialmente Luca ha separato i brani per ritmo, poi abbiamo suddiviso per note e alla fine per atmosfere; a quel punto abbiamo cercato di dividerli in maniera equilibrata. Il secondo però, a livello di atmosfere, è risultato diverso dal primo. Da parte della casa discografica non c’è stato nessun consiglio; magari ce ne fossero stati, ma era una scaletta difficile da attuare. Abbiamo fatto tutto noi, forse potevamo fare di meglio. Per me è quasi più bello il secondo volume, per questo sono un po' arrabbiato.[1]
  • [rispondendo alla domanda Il rock è morto?] È come il muschio: bastano poche gocce d'acqua per farlo tornare in vita.[2]
  • Ho una sensazione e cioè che nei testi parlo sempre e solo di amicizia e amore. Nei primi dischi parlavo anche di sesso, ora mi sembra di cantare sempre di legami che iniziano o finiscono. C’è qualcosa che non va in me, ma non riesco a capire cosa. È come se vedessi il mio inconscio e cercassi di spiegarlo nei testi, ma ovviamente non si capisce un cazzo. Ho un inconscio molto confuso. Ma sento che sulla nostra musica questa cosa ci sta.[3]
  • Scrivo i pezzi in un inglese maccheronico, anzi nemmeno inglese, è una cosa strana, tipo inglese-arabo. Però ogni volta che riprovo la canzone i suoni si ripetono, ci sono le stesse lettere esattamente negli stessi punti. Verso la terza prova inizio ad affinare il testo. A quel punto suona così bene, così adatto alla musica, che non posso che ricalcare in lingua italiana la fonetica dell’inglese maccheronico, riprendendo tutte le lettere lì dove sono, le “s” o le “t” nei punti giusti. È anormale, ma lo faccio da sempre. Solo che ai tempi di Solo un grande sasso ci mettevo 2 minuti a canzone, oggi ci metto un mese. [...] Non voglio dire cose troppo importanti, per non distogliere l’attenzione dalla musica, ma nemmeno troppo insensate. O meglio, sui pezzi rock non mi spiace essere completamente insensato, su quelli acustici mi piace seguire una linea. [...] Alcune sono basate su giochi di parole, altre hanno una logica. Ma non scrivo mai a caso. Ogni singola lettera che mi senti cantare è stata studiata profondamente e provata più e più volte. Sai, è la prima volta che spiego per bene questa cosa e a pensarci è inspiegabile. I testi devono avere una coerenza, ma probabilmente questa coerenza è solo nel mio cervello.[3]
  • Siamo bergamaschi e quindi un po' muratori del rock. Più andiamo avanti e più siamo così: è tutto in costante costruzione. È un modo per cercare nuove vie rispetto al passato.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Citato in Matteo Poppi, Verdena, il 27 gennaio esce “Endkadenz”: “È un album naturalmente serio”, 26 gennaio 2015.
  2. ^ Citato in Laffranchi Andrea, Verdena: il rock alternativo non sia snob, Corriere della Sera, 24 agosto 2015, p. 33.
  3. ^ a b c Citato in ‘Muratori del rock’. Alberto Ferrari dei Verdena racconta il cantiere aperto di “Endkadenz Vol. 2” – INTERVISTA, rockol.it, 28 agosto 2015. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "muratori" è stato definito più volte con contenuti diversi

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