Utente:St galivogh 11/sandbox

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Duomo di Voghera[modifica | modifica wikitesto]

Il "Duomo di Voghera" è una chiesa sacerdotale dedicata a San Lorenzo, accessibile da Via Cavour e visibile nella piazza principale della città. Dell’antica chiesa è sopravvissuta soltanto la base del campanile. Nei primi anni del XVII secolo venne riedificato secondo il progetto realizzato dall’architetto bolognese Antonio Maria Corbetta che si ispirò all'impianto bramantesco del duomo di Pavia. L’architetto riprese i canoni dell’ordine toscano e utilizzò principalmente l’ordine dorico eliminando gli ornamenti nei capitelli e nella base delle colonne, ma riuscì a creare una perfetta sovrapposizione di ordini architettonici. L’interno, sempre suddiviso in tre navate, era a croce greca con sei altari, tre per ognuna delle navate laterali, dedicati: a destra (rispetto all'ingresso principale), a Santa Caterina da Siena, alla Madonna del Soccorso e a San Michele Arcangelo, a sinistra, a Sant'Antonio Abate, alla Visitazione di Maria a Elisabetta ed al Crocifisso. L’edificio era articolato in otto campate, quattro maggiori e quattro minori entrambe coperte da volte a crociera e collegate da delle arcate. Vi era un presbiterio delimitato da una balaustra in marmo e sopraelevato rispetto alle navate e dietro l’altare un coro circolare. La facciata per mancanza di fondi rimase incompiuta per molti anni. Finalmente tra il 1874 e il 1881 su progetto dell’architetto Carlo Maciachini si costruì un’ultima campata all’interno dell’edificio e si realizzò la facciata definitiva con due spazi laterali rispetto all'ingresso maggiore, gestiti come cappelle: a destra la cappella di Maria Bambina e della Madonna Immacolata ed a sinistra la cappella del fonte battesimale. La parte superiore, invece, presentava un timpano triangolare e un frontone con le statue di San Lorenzo, San Rocco e San Bovo, patrono della città e un finestrone a trifora sopra l'ingresso principale.

La cupola[modifica | modifica wikitesto]

Nel centro della chiesa si innalza una cupola semisferica, alta più di 47 metri, poggiante su quattro piloni, in ciascuno dei quali è ricavata una nicchia dove è possibile ammirare una statua colossale di Evangelista con alla base lo stemma della città e l'aquila romana. La cupola, sormontata da una lanterna e arricchita da un tiburio ottagonale, è stata progettata dall'architetto Corbetta e affrescata tra il 1906 e il 1908 dal torinese Luigi Morgari e da Rodolfo Gambini. Il grande affresco di Luigi Morgari, eseguito nel 1908, raffigura La glorificazione di San Lorenzo. Nell'anello con le finestre, in otto nicchie sono dipinti i principali Santi legati alla Cattedrale e alla Diocesi (San Pio V, Santa Agnese, Santa Cecilia…).Nella fascia sottostante sono raffigurati Le pecore che ricordano gli Apostoli e L’agnello circondato di Cherubini. Nelle nicchie dei quattro pilastri sostenenti la cupola si trovano le statue degli Evangelisti, opere giovanili di Antonio Minghetti collocate nel 1912. Nei pennacchi sono raffigurate La Religione e le tre virtù teologali, Fede, Speranza e Carità, opere del Morgari. Esternamente il tiburio, di forma ottagonale, è il simbolo più caratteristico del profilo urbanistico vogherese.


Il tesoro del Duomo di Voghera[modifica | modifica wikitesto]

Una delle più antiche opere che testimonia gli splendori del passato è un piccolo reliquiario contenente un frammento della Sacra Spina. Si tratta della spina della corona di Cristo depositata in cassaforte e custodita a Voghera da circa 700 anni; oggi proprietà della parrocchia e riconducibile all'oreficeria gotica d'Oltralpe. Si dice che la reliquia sia giunta a Voghera con i Cavalieri Crociati, in seguito alle guerre in Terra Santa, attraverso un marchingegno sofisticato, un carrello elevatore chiamato la "Nuvola" e spinto a mano da una lunga serie di ingranaggi. Sul basamento del reliquiario Visconteo un dipinto ricorda la figura di San Giovanni, patrono del Sovrano Militare Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Durante la festa di San Bovo veniva mostrata al popolo dal Vescovo e migliaia di persone si inginocchiavano per ottenere una benedizione.


L'interno della chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Il bellissimo altar maggiore secentesco, di marmi policromi, è sormontato dal tempietto con colonne tortili. Fu restaurato nel 1937 su progetto dell'architetto Ambrogio Annoni, che ideò il loculo sotto la mensa dove furono deposte nel 1954 le ossa di San Bovo, contenute entro un'urna di bronzo dorato, provenienti dalla Chiesa di Sant'Apollinare in Pavia. L’altare è affiancato da due angeli lignei di grandi dimensioni, di scuola michelangiolesca con vesti drappeggiate con dovizia e ali dorate. La balaustra originale, di buona ed elegante fattura, è in marmo nero e bianco, con balaustri sagomati a sezione quadrata in marmo policromo. Essa fu portata a termine nel 1699, unitamente alla scalinata che la precede. La mensa presenta agli angoli esterni volute in marmo giallo sorreggenti volti di angeli alati in marmo bianco. Nella parte superiore sono stati collocati un tabernacolo con spigoli e volute in marmo bianco e una porta argentata e dorata con raffigurazioni di angeli e dell'Ostia e un alto ciborio con zoccolo nero e formelle in marmo rosso. Il cornicione è prevalentemente nero con al centro una conchiglia dorata mentre la copertura a lanterna con spioventi inflessi e con marmi policromi sorregge una statuetta bronzea di S. Giovanni Battista. La navata sinistra presenta tre altari: l'altare di Sant'Antonio Abate, originariamente in cotto e successivamente ricostruito nel 1953 in marmo e legno dorato, l'altare del Collegio Notarile e della Visitazione di Maria a Sant’Elisabetta anch’esso in marmo e con impostazione rinascimentale e l'altare del Crocifisso detto anche altare del Suffragio, realizzato in marmi policromi nella seconda metà del Settecento. Nella navata di destra sono presenti tre altari : l'Altare di Santa caterina da Siena, l'Altare della Madonna del soccorso e l'Altare di San Michele Arcangelo. Tutti sono stati realizzati in marmo policromo e risalgono alla fine dell'ottocento. Raffigurano tutti e tre delle scene religiose: nel primo è raffigurata Santa Caterina a piedi nudi in abito monacale, nel secondo Taddeo con la Vergine e nel terzo il trionfo di san Michele.


Presbiterio[modifica | modifica wikitesto]

Sulle pareti del presbiterio due affreschi di Rodolfo Gambini del 1912 raffigurano: La Cena di Emmaus (di ispirazione borroniana) e Il miracolo di Torino. Sulla destra è posta una lapide settecentesca in marmo nero, con l'arme dei Dal Verme e l'epigrafe risalente al 1460, antica testimonianza che mostra i rilievi di San Siro e San Bovo, cavaliere provenzale che morì a Voghera mentre faceva ritorno da un pellegrinaggio a Roma e proclamato in seguito patrono della città. Sulla volta a crociera, altri affreschi del Gambini: La raccolta della manna, La Pasqua degli Ebrei, Il sacrificio di Isacco e quello ¬di Melchisedech.

Coro[modifica | modifica wikitesto]

È composto di 24 stalli lignei in noce, sopra i quali si eleva il Martirio di San Lorenzo, affresco settecentesco del pittore milanese Giulio Rossi. A lato sono due finestre contornate di stucchi settecenteschi e sovrastate da medaglioni con San Bovo e San Rocco, probabilmente opere delle stesso Rossi. Al centro è visibile la nicchia per la Santa Spina, contornata di raggi e realizzata nel 1738 39. L'affresco del catino absidale, raffigurante l'Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, è stata realizzata nel 1912 da Rodolfo Gambini.


Battistero[modifica | modifica wikitesto]

Il Battistero, sistemato negli anni Trenta e completato nel 1969, è in marmo chiaro venato e presenta motivi festoni nella vasca. Sopra la vasca è posta una tela raffigurante il Battesimo di Gesù con la scritta Antonius Arotus finivit anno 1702 e, in basso a destra, lo stemma di Voghera. Anche la lunetta raffigura il Battesimo di Gesù ed è opera di Rodolfo Gambini. A lato il quadro del Di Lullo, raffigurante La morte di san Bovo a Voghera, eseguito nel 1986.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Paola Venturelli "Il tesoro del Duomo di Voghera" in "Dalla preistoria all'eta viscontea", a cura di Ettore Cau, Paolo Paoletti, Aldo A. Settia. Voghera : Edo - Edizioni Oltrepo, stampa 2003.

Fabrizio Bernini "Il Duomo di Voghera nella storia e nell'arte", editore Lions Club Voghera Host, 1991.

http://www.duomovoghera.it/