Utente:Piero rizzo

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il Falconiere e il positivismo
Opera in tre Atti
Catania
1889
Libretto
LEOPOLDO MARENCO
Musica
FRANCESCO PAOLO FRONTINI

http://www.frontini.too.it

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Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 Agosto 1860 - ivi, 26 luglio 1939) fu tra i pochi musicisti, oltre a Giovanni Simone Mayr, ad essersi ispirati alla leggenda di Adelasia e Aleramo.

Musicò Aleramo, mai rappresentata, e questo Falconiere, che ha per soggetto ancora Adelasia e Aleramo ed è tratto dal libretto omonimo di Leopoldo Marenco (messo in musica nel 1878 da Tommaso Benvenuti).

Il lavoro doveva esser rappresentato al Teatro Comunale di Ferrara nel gennaio del 1897, ma per motivi di censura così non avvenne e l'opera andò in scena nel 1889 a Catania. Il Frontini scelse con cura i temi politici, come Aleramo o questo Falconiere, oppure positivisti da mettere in musica. Il "Canto di Ebe" è tratto dal "Lucifero" di Mario Rapisardi, ispirato all'ateismo, alla Guerre de Dieux del Parny, e anche da Milton e dal carducciano Inno a Satana. Il poema è l'espressione più significativa della poesia positivista: "Dio tacea da gran tempo. Ai consueti/ Balli moveano in ciel gli astri, e con dura/ infallibile norma albe ed occasi/ Il monotono Sol dava a la terra". Lucifero é l'Eroe che, non ascoltando gli ammonimenti di Promoteo, sale sulla Terra per incarnarsi e dare all'uomo salute e morte a Dio.

L'arcivescovo di Catania ordinò la distruzione del libro.

Frontini, il "nero compositore", nonché Cavaliere e grande Ufficiale, oltre che dell'Aleramo fu autore famoso della MARCIA TRIONFALE. Il cardinale Francica-Nava avrebbe voluto "assolverlo da tutti i suoi peccati presenti e futuri, compresi quelli di aver musicato la maledizione alla Madonna (atto secondo della MALIA ) e il canto di EBE dal Lucifero di Mario Rapisardi".

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Per la sua produzione musicale era stato amato e stimato in vita non solo dal vasto pubblico che frequentava i teatri, ma anche da uomini illustri quali Victor Hugo, Emile Zola, Jules Massenet, Giovanni Verga, Luigi Capuana, Giacomo Puccini. Così scrisse Massenet per congratularsi con Frontini per le sue composizioni: 30 Dicembre 1898.

Malgrado le occupazioni insopportabili delle feste, ho letto le vostre composizioni e vi dico con gran piacere la bellezza che v'ho ritrovato. Quella musica m'ha fatto desiderare di confidarvi le mie impressioni. Invidio le vostre opere e voi scrivete in una lingua musicale che io amo!

Bravo di tutto cuore!

Massenet

Dopo la morte venne disprezzato da alcuni, che fecero scomparire il suo busto il giorno stesso dell'inaugurazione.

Alle opere liriche di Frontini vanno aggiunte un gran numero di canzoni, romanze, serenate e frizzanti melodie, che lo resero popolare e che sono note ancora oggi, ad esempio la Serenata araba e Il piccolo montanaro.'

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PARNY (DE) Evariste-Desiré-Deforge (St. Paul, isola di Bourbon 1753 - Parigi 1814), Poésies complètes. Nouvelle édition (La Guerre des Dieux - Poésies érotiques), Parigi, A. Dentu, 1887; pp. (4) IV-312. "Pubblicate dapprima nel 1778 col titolo di Poésies Erotiques, (...) queste liriche sono un finissimo omaggio alla grazia femminile" (Carlo Cordié, in Bompiani 1959: vol. III pag. 47).

"La guerre des Dieux anciens et modernes è un poema satirico in dieci canti pubblicato nel 1799. Con uno spirito amenamente volteriano ma reso volgare dallo scherzo plebeo e piatto, l'autore che si finge guidato dallo Spirito Santo canta l'arrivo degli dèi cristiani nel cielo. (...) Quest'operetta, nata dagli atteggiamenti anticattolici della rivoluzione francese, irride alle credenze religiose con una vena indisciplinata e volgare..." (Carlo Cordié, in Bompiani 1959: vol. III pag. 721).

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Grande importanza, per certi sviluppi contemporanei, ha l’estetica positivista per la quale l’opera d’arte deve rappresentare la realtà così come essa è, nella sua crudezza, nella sua violenza; la ricerca artistica è un mezzo che si deve avvalere dei risultati delle scienze per rappresentare, capire la realtà e l’uomo che in essa agisce. L’arte non è solo un momento di conoscenza, è anche strumento di denuncia, in alcuni casi, Zola ad esempio, utile a modificare la società.

La stessa valutazione va fatta per la concezione nietzschiana dell’arte che ripropone il carattere pratico dell’esperienza estetica. L’arte è lo strumento di liberazione dell’uomo perché "è un’esaltazione del sentimento della vita e uno stimolante della vita"; l’arte, in quanto espressione del sentimento, è assolutamente libera e perciò superiore alla ragione che lentamente uccide la vitalità dell’uomo e perciò espressione dell’ebbrezza dionisiaca.

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Ogni vera arte è o apollinea o dionisiaca o risultato di entrambe: si tratta di impulsi o tendenze artistiche antitetici, dalla cui modulabile combinazione scaturisce in ogni tempo l'opera d'arte. Apollineo e dionisiaco costituiscono gli unici veri impulsi artistici: l'arte apollinea per eccellenza è la scultura, quella dionisiaca la musica (almeno nelle sue forme più elevate). La tragedia è il classico esempio di perfetta sintesi dei due impulsi.

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il Falconiere

Personaggi
Ottone, imperatore;
Teofania, sua moglie;
Adelasia, loro figlia;
Aleramo, marchese e sposo di Adelasia;
Ubaldo, scudiero.

Enrico di Baviera chiede in sposa ad Ottone, re d'Italia ed imperatore di Germania, la figlia Adelasia. Ma Adelasia ama il marchese Aleramo. Ottone s'infuria, la chiude in convento e manda in esilio Aleramo. I due fuggono e si danno alla macchia nella riviera ligure sotto i falsi nomi di Fulberto e Agnese. Il giovane trascorre il suo tempo allevando i falconi. I Saraceni invadono l'italia e Ottone, valicate le Alpi, li attacca. Rimasto ferito in battaglia, viene condotto nella casa di Agnese. In lei crede di ravvisare la figlia perduta. Ottone è preoccupato per non aver sconfitto il nemico. Agnese gli presenta Fulberto e, dicendo che è un cavaliere invincibile in combattimento, convince Ottone ad affidargli il comando del l'esercito. I Saraceni vengono così sbaragliati, ma Aleramo è ferito a morte; è condotto a castello e spira fra le braccia di Adelasia, mentre ella rivela al padre la propria identità.