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Nel 2010, l'immigrazione in Francia rappresenta, secondo la definizione internazionale delle Nazioni Unite (« una persona nata in un paese diverso da quello in cui risiede »), 7,2 milioni d'immigrati, ovvero l'11,1% della popolazione, di cui 5,1 milioni (7,8%) nati al di fuori dell'Unione europea. Si classifica al sesto posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti (42,8 milioni), la Russia (12,3), la Germania (9,8), l'Arabia Saudita (7,3), il Canada (7,2), tuttavia supera il Regno Unito (7,0), la Spagna (6,4) e l'Italia (4,8). La Francia è comunque uno dei paesi dell'Unione europea che conta in proporzione la più alta percentuale di immigrati (1a e 2a generazione) tra le persone di età compresa tra i 25 e i 54 anni con 13,1% di immigrati e il 13,5% di figli di almeno un immigrato, ovvero il 26,6%, davanti al Regno Unito (24,4%), i Paesi Bassi (23,5%), il Belgio (22,9%), la Germania (21,9%) e la Spagna (20,2%).

Secondo l'Insee, che utilizza una definizione più ristretta di immigrazione («persona nata straniera all'esetero»), immigrati (5,3 milioni) e discendenti diretti degli immigrati (6,7 milioni)erano un numero di 12 milioni nel 2008, circa il 19% della popolazione.

Secondo l'INED, circa 14 milioni di francesi avevano, nel 1999, un parente straniero, circa il 23% della popolazione.

DEFINIZIONE

L'immigrazione designa l'entrata, in un paese, di persone straniere che vengono per soggiornarvi e lavorare. L'Insee considera più precisamente immigrato "una persona nata straniera in territorio straniero e entrata in Francia con lo scopo di stabilirsi all'interno del territorio francese in maniera duratura (per almeno un anno). Per via della sua posizione geografica che ne fa un luogo di crescita commerciale e demografica e, in passato, anche per la sua storia di ex potenza coloniale, la Francia è un paese di migrazione di lunga data. In Francia, fino agli anni 70 del XIX secolo, le parole "immigrazione" e "immigrato" non esistevano, salvo per i francesi che lasciavano la Francia per ritornare nei loro paesi. Un immigrato ha potuto, durante il suo soggiorno in Francia, acquisire la nazionalità francese per naturalizzazione, matrimonio o filiazione; invece, una persona nata in Francia da genitori stranieri non sarà considerata immigrata, ma straniera.

DATI STATISTICI SULL'IMMIGRAZIONE

Immigrati e discendenti d'immigrati

Nel 2010 la Francia ha accolto, secondo la definizione internazionale delle nazioni unite, 7,2 milioni d'immigrati, cioè l'11,1% della popolazione. Il paese si classifica al sesto posto, dietro gli Stati Uniti (42,8 milioni), la Russia (12,3), la Germania (9,1), l'Arabia Saudita (7,3) e il Canada (7,2), ma si posiziona, per contro, davanti al Regno Unito (6,5) e la Spagna (6,4). Secondo la definizione francese dell'Insee, più restrittiva, che tiene conto della nazionalità alla nascita, la Francia metropolitana contava, nel 2008, 5,3 milioni d'immigrati, cioè 1 milione in più del 1999 e l'8,3% della popolazione totale. Il 40% di loro aveva la nazionalità francese, che hanno potuto acquisire per naturalizzazione o matrimonio.D'altra parte, 1,8 milioni di persone francesi nate all'estero( di cui 1 milione nel Maghreb) non sono incluse in questo totale a differenza dei dati Eurostat (7,2 milioni) che includono queste persone. I figli d'immigrati, discendenti diretti di uno o di due immigrati, erano, nel 2008, 6,7 milioni di persone, cioè l'11% della popolazione. Tre milioni di essi avevano entrambi i genitori immigrati. Gli immigrati sono originari prinicpalmente dell' Unione europea (34%), del Maghreb (30%), dell'Asia (14%, di cui un terzo dalla Turchia) e dall'Africa subsahariana (11%). In totale, gli immigrati (5,3 milioni) e i discendenti diretti di essi (6,7 milioni), sono, secondo la definizione dell'Insee, erano 12 milioni nel 2008, cioè il 19% della popolazione (di cui poco più di 5 milioni d' origine europea e 4 milioni d' origine maghrebina). D'altra parte, il 30 % della popolazione metropolitana di età compresa tra i 18 e i 50 anni è nata o fuori dalla metropoli o d'almeno un genitore nato fuori dalla metropoli. Quasi 180.000 immigrati giungono in Francia ogni anno: il 40% di loro risiede nell'Île-de-France (un abitante su tre vi è immigrato o è discendente diretto di un immigrato), l'11% nella regione Rodano-Alpi e il 9% nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

ORIGINE GEOGRAFICA

2,2 milioni d'immigrati, quindi il 42% della popolazione, sono originari di un paese africano. 1,5 milioni, cioè il 31% degli immigrati e il 2,4% della popolazione metropolitana (62,1 milioni nel 2008), sono originari del Maghreb. Tale numero è in crescita di 220.000 unità rispetto al 1999. 644.049 immigrati, vale a dire il 12% degli immigrati e l'1% della popolazione metropolitana, provengono dall'Africa subsahariana. Questa cifra è in aumento del 45% rispetto al 1999. Due africani su tre provengono da vecchie colonie francesi (75.000 ivoriani, per esempio). Sui 15 milioni di africani subsahariani che vivono fuori dal loro paese d'origine, solo 1 su 30 vive in Francia. 1,8 milioni d'immigrati, cioè il 34% degli immigrati e il 2,9% della popolazione metropolitana, sono originari di un paese dell Unione Europea a 27. La diminuzione progressiva del numero di immigrati italiani, spagnoli e polacchi è compensata dall' arrivo di immigrati di altri paesi come il Regno Unito. Il numero di immigrati portoghesi è stabile rispetto al 1999. Gli immigrati di provenienza dai paesi euopei extra-comunitari sono 215.000, in forte aumento. 1.000.000 milione di persone, cioè il 19% degli immigrati e l'1,6% della popolazione metropolitana, vengono dal resto del mondo, principalmente dsll'Asia (si contano tra i 500.000 e i 600.000 asiatici in Francia) di cui la maggior parte si stabilisce nella regione parigina. La parte dell'Asia, Turchia compresa, in cui la popolazione è immigrata è del 14% contro il 12,7% del 1999 e il 3,6% del 1975. La tabella seguente mostra la ripartizione per origine degli immigrati e dei loro figli nel 2008 secondo l'Insee. Le terze generazioni e le seguenti, gli immigrati irregolari e le persone francesi nate all'estero non sono presi in considerazione.

Paesi/regioni (2008) (in migliaia) Immigrati 2a generazione Totali % Spagna 257 620 877 7,3 % Italia 317 920 1 237 10,4 % Portogallo 581 660 1 241 10,4 % Altri paesi dell'UE 27 653 920 1 573 13,2 % Altri paesi europei 224 210 434 3,6 % Totale Europa 2 032 3 330 5 362 44,9 % Algeria 713 1 000 1 713 14,3 % Marocco 654 660 1 314 11,0 % Tunisia 235 290 525 4,4 % Totale Maghreb 1 602 1 950 3 552 29,7 % Africa subsahariana 669 570 1 239 10,4 % Turchia 239 220 459 3,8 % Asia del Sud-Est 163 160 323 2,7 % Altri paesi dell'Asia 355 210 565 4,7 % America/Oceania 282 170 452 3,8 % Totale altre regioni 1 708 1 330 3 038 25,4 % Totale 5 342 6 610 11 952 100 %

CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE DEGLI IMMIGRATI

Il passaggio da un'immigrazione lavorativa, essenzialmente maschile, a una di riunificazione familiare verso la metà degli anni settanta ha avuto come conseguenza una femminilizzazione crescente della popolazione immigrata, a seguito della quale oggi il numero di maschi e femmine è uguale. La popolazione immigrata è leggermente più vecchia di quella non immigrata, perché la maggior parte dei suoi membri è arrivata in Francia dopo i 15 anni e i loro figli nati in Francia sono considerati come residenti non immigrati. Il recente afflusso d'immigrati ha contribuito a mantenere uguale l'età media della popolazione immigrata (45 anni) mentre l'età media della popolazione non immigrata è aumentata in un anno a 39,4 anni. Il livello educativo degli immigrati è netta progressione. Oggi un quarto degli immigrati possiede un diploma di scuola superiore, circa quattro volte maggiore del 1982. La maggior parte degli immigrati risiede nell'Île-de-France (40%) o nel Sud-Est. Un abitante della regione parigina su sei è immigrato.

I figli degli immigrati

Nel 2008, la Francia contava più di 6,5 milioni di discendenti diretti degli immigrati (seconda generazione), ovvero l'11% della popolazione. Tra i discendenti di immigrati con più di 18 anni, quasi il 50% è originario dell'Europa (di cui il 44% circa proveniente dall'Europa meridionale), il 35 % del Maghreb e il 5% dell'Africa nera. Questa composizione sta cambiando. Tra la popolazione immigrata di età compresa tra i 15 e i 24 anni, la maggior parte di quella extracomunitaria è d'origine magrebina ed africana. La popolazione di origine europea si attesta al 34% mentre quella magrebina rappresenta il 36%. Inoltre, la quota di giovani proveniente dagli altri paesi africani è più del doppio rispetto a tutti i discendenti. Il 90% degli immigrati originari dell'attuale Unione europea (salvo Spagna, Italia e Portogallo) hanno un solo genitore immigrato. I due terzi dei discendenti degli immigrati originari della Spagna o dell'Italia e un terzo di quelli d'origine portoghese hanno un solo genitore immigrato. Tra i discendenti provenienti da migrazioni più recenti la parte di origine mista è del 30% per i discendenti degli immigrati dell'Africa nera e del Maghreb e solo del 10% per i discendenti degli immigrati originari della Turchia.

SITUAZIONE IN RELAZIONE AGLI ALTRI PAESI DELL'UE

Secondo l'Eurostat nel 2010 c'erano 47,3 milioni di persone nate in paesi stranieri che vivevano nell'UE, di cui 16,0 milioni (3,2%) nati in un altro stato membro dell'Unione europea e 32,4 milioni (6,3%) nati fuori dall'UE. In totale, la popolazione nata nei paesi esteri contava il 9,4% della popolazione totale dell'UE. I paesi con il più grande numero di persone nate fuori dall'Unione europea sono la Germania (6,4 milioni), la Francia (5,1 milioni), il Regno Unito (4,8 milioni), la Spagna (4,1 milioni), l'Italia (3,2 milioni) e i Paesi Bassi (1,4 milioni).

MOTIVI

Su 185000 permessi di soggiorno consegnati nel 2005, 94500 sono stati dati per unione familiare e 13000, circa il 7%, per immigrazione economica. I dati recenti rilevano una diminuzione delle entrate per motivi familiari, passando da 109800 entrate del 2004 a 102500 del 2005. Al contrario, il numero di arrivati per ragioni di lavoro è recentemente aumentato, passando da 20900 del 2004 a 22800 del 2005.

Immigrazione illegale

Nel 1972 il governo francese ha messo fine alle regolarizzazioni automatiche dei lavoratori stranieri e ha instaurato una politica di «gestione dei flussi migratori». L'immigrazione illegale può risultare da due situazioni: o uno straniero è entrato clandestinamente nel territorio, oppure vi rimane dopo che il permesso di soggiorno è scaduto. Il numero d'immigrati irregolari è difficilmente valutabile.

CAUSE DELL'IMMIGRAZIONE

La principale causa d'immigrazione in Francia è stata, per lungo tempo, l'immigrazione economica. Questo genere d'immigrazione è dovuta al bisogno francese di manodopera, presente dalla metà del XIX secolo fino a poco tempo fa, e al bisogno, da parte del migrante, di soddisfare i suoi bisogni. Per la Francia, l'immigrazione è stata vista come una soluzione alla bassa natalità.

CONSEGUENZE

L'OCDE pensa che gli immigrati giochino un ruolo decisivo nella crescita economica a lungo termine e invita i paesi a non chiudere le loro frontiere, anche in tempi di crisi. Dal primo rapporto annuale della commissione europea sulla migrazione e l'integrazione è spuntato fuori che è difficile fare una stima fidabile del contributo economico netto degli immigrati, sebbene gli immigrati debbano rispettare le stesse obbligazioni fiscali dei francesi. Yves-Marie Laulan, economista e presidente dell'istituto di geopolitica delle popolazioni, stima il costo annuale dell'immigrazione in 36 miliardi di euro, cioè l'80% del deficit pubblico annuale. Secondo gli studi di Jacques Bichot, dell'istituto Thomas More, questo costo sarebbe di almeno 24 miliardi di euro per il 2005.Immigrazione e delinquenza

Il 25 febbraio 2006, il quotidiano Le Monde ha fatto un rapporto delle informazioni generali indicante l'origine dei delinquenti operanti in «bande» nei quartieri dove ci sono molti immigrati. Secondo questo rapporto, «le informazioni generali hanno stabilito un profilo tipo dei principali delinquenti in questi gruppi, a partire dallo studio di 436 leader, identificati in 24 quartieri sensibili. L'87% di loro è di nazionalità francese; il 67% è di origine magrebina e il 17% di origine africana (Africa subsahariana). I francesi di origine non immigrata rappresentano il 9% dei leader».

INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI

Difficoltà dell'integrazione

Una parte della popolazione immigrata, oggi, è causa di alcuni problemi economici e sociali. La presenza di certi gruppi d'immigrati ha sempre creato un gran numero di problemi d'integrazione sia sul mercato del lavoro che a livello sociale. Molti immigrati appena arrivati non conoscono la lingua e vivono nella loro comunità d'origine. Ci sono delle manifestazioni di xenofobia e razzismo sebbene il loro numero sia diminuito.

Fattori dell'integrazione

Secondo Gérard Noiriel, tutte le popolazioni anziane d'immigrati sono riuscite ad adattarsi alla società francese fino ad oggi. Queste ragioni sono dovute: -al lavoro industriale; -alla scuola; -alle associazioni di migranti; -all'impegno sociale, politico e sindacale.

Uno statuto in perpetua evoluzione Legge del 22 luglio 1993

Mentre con la legge del 22 luglio 1993 un bambino straniero nato in Francia doveva «manifestare la sua volontà» per essere naturalizzato alla maggior età, una nuova legge del 16 maggio 1998 ha ristabilito l'acquisizione automatica della nazionalità e rinforza il diritto di suolo.

Legge del 26 novembre 2003

La legge del 26 novembre 2003, relativa alla gestione dell'immigrazione, al soggiorno degli stranieri in Francia e alla nazionalità ha modificato di nuovo lo statuto degli stranieri subordinando il rilascio della carta di residenza a un criterio d'integrazione. Tale legge rinforza ugualmente la lotta contro l'immigrazione clandestina e restringe l'applicazione del sistema detto della "doppia pena".

Legge del luglio 2006

La legge relativa all'immigrazione e all'integrazione del luglio 2006, su iniziativa dell'allora ministro dell'interno Nicolas Sarkozy, porta da 12 a 19 mesi il periodo al termine del quale uno straniero con un regolare permesso di soggiorno può sollecitare un'unione familiare per i membri della sua famiglia. Questa legge autorizza il ricorso alla manodopera straniera, sospeso dal 1974 benché ci siano determinate limitazioni per quanto riguarda certe professioni.