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Il Complesso di San Pietro è un plesso museale che si trova a Colle di Val d'Elsa in provincia di Siena. Nasce nel marzo 2017 dalla fusione del Museo civico e diocesano d'Arte sacra, con le opere del Conservatorio di San Pietro, la Collezione Romano Bilenchi e la Collezione Walter Fusi. È inserito nel percorso ColleAlta Musei e aderisce alla Fondazione Musei Senesi.

Conservatorio di San Pietro[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Conservatorio di San Pietro.

Storia e vicende dell'edificio[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio, nato per ospitare un monastero femminile di regola agostiniana, fu costruito per volontà di Pietro Usimbardi (1539-1611), su progetto di Giorgio Vasari il Giovane (1562-1625), nipote del più noto Giorgio Vasari, come atto di evergetismo successivo all'elevazione di Colle di Val d'Elsa a diocesi nel 1592. La costruzione iniziò nel 1604 e terminò nel 1610 con l'edificazione dell'omonima chiesa, anche se iniziò a funzionare soltanto nel 1616. Grazie alle piante presenti nel manoscritto Piante di Chiese [Palazzi e Ville] di Toscana e d'Italia disegnate dal Cav.re Giorgio Vasari, conservate nel Gabinetto di disegni e Stampe degli Uffizi RIF BIB, conosciamo l'esatta collocazione degli ambienti e delle loro funzioni: gli spazi comuni erano posti al piano terra attorno al chiostro, mentre le stanze delle novizie si trovavano al piano superiore. Già nel corso del secolo XVII la struttura fu sottoposta ad importanti lavori di ampliamento, come attestano i documenti di spesa relativi agli anni 1660-1669 NOTA. Con la soppressione degli enti ecclesiastici voluta da Pietro Leopoldo nel 1785, il Monastero di San Pietro fu adibito a conservatorio per ospitare ed educare le ragazze delle famiglie meno abbienti, con l'annessione anche del Monastero di Santa Maria Maddalena[1].

Funzione educativa[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1785 ha svolto una fondamentale opera educatrice non solo per la comunità di Colle di val d'Elsa, ma per l'intera Valdelsa: divenuto, infatti, Regio conservatorio nel 1866, già dal 1913 ha ospitato la scuola elementare, la scuola materna "Regina Margherita" (chiusa nel 1968) e la scuola media; l'istituto magistrale, attivo dal 1936, ha svolto la sua funzione educativa fino agli anni '80 del XX secolo RIVEDERE LINGUA. Dopo l'acquisizione del complesso da parte del Comune di Colle di Val d'Elsa, l'edificio ha accolto mostre ed esposizione d'arte e d'archeologia fino all'apertura del Museo San Pietro. Una sezione del complesso è occupata dalla sede nazionale di Intercultura onlus e, dal 2007, dalla Fondazione Intercultura.

Storia del museo[modifica | modifica wikitesto]

Il museo è stato inaugurato il 18 marzo 2017 e nasce dalla fusione di diverse istituzioni pubbliche e private. Il nucleo primitivo è riferibile al Museo civico e Diocesano d'Arte Sacra, istituito nel 1995 a seguito della fusione del primitivo Museo civico, formatosi negli anni '20 del Novecento su impulso della Società degli Amici dell'Arte, con il Museo Diocesano d'Arte Sacra, realizzato in onore del vescovo Francesco Niccoli dall'omonima associazione; a questo, nel corso degli anni si sono aggiunte la Collezione Romano Bilenchi, donata dalla moglie dello scrittore LINK nel 2010 e la Collezione Walter Fusi, arrivata al Comune di Colle di Val d'Elsa per lascito testamentario del pittore.

Missione del museo[modifica | modifica wikitesto]

L'allestimento del museo nasce con un preciso obiettivo: accompagnare i visitatori alla scoperta della storia della terra di Colle, raccontando la nascita e lo sviluppo del centro valdelsano e della diocesi attraverso le opere d'arte del territorio. In questo contesto acquistano particolare significato opere come il Tesoro di Galognano, complesso eucaristico SPIEGARE composto da quattro calici, una patena ed un cucchiaio in argento che testimoniano non solo la pertinenza ad un gruppo egemone di origine ostrogota, ma soprattutto attesta la più antica presenza di una struttura ecclesiastica in Valdelsa[2] o la tela con Madonna col Bambino e santi di Simone Ferri da Poggibonsi (1581), proveniente dalla Cappella di San Giuseppe in Palazzo dei Priori a Colle, che rappresenta il programma politico di una terra che ambisce a divenire città[3]. LINK E RIVEDERE PERIODO

Le collezioni[modifica | modifica wikitesto]

Museo Diocesano[modifica | modifica wikitesto]

La sezione del Museo Diocesano apre il percorso di visita, articolandosi in quattro sale al primo piano dell'edificio. L'esposizione, ordinata con criteri cronologici, parte con la prima testimonianza di una struttura ecclesiastica in area Valdelsa, il Tesoro di Galognano, un complesso eucaristico databile al VI secolo d.

Museo Civico[modifica | modifica wikitesto]

Collezione di Walter Fusi[modifica | modifica wikitesto]

Collezione del Conservatorio di San Pietro[modifica | modifica wikitesto]

Galleria dei Colligiani e degli uomini illustri[modifica | modifica wikitesto]

Collezione Romano Bilenchi[modifica | modifica wikitesto]

Sala delle sculture[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F. Rotundo, "Il Conservatorio di San Pietro", in G. Baldini, B. Tavolari (a cura di), Museo San Pietro, Colle di Val d'Elsa, Livorno 2017, pp. 6-9.
  2. ^ G. Baldini, "Corredo eucaristico detto Tesoro di Galognano", in G. Baldini, , B. Tavolari (a cura di), Museo San Pietro, Colle di Val d'Elsa, Livorno 2017, p. 12.
  3. ^ G. Baldini, "La Madonna col Bambino ed i santi Giuseppe, Giovanni Battista, Casma, Damiano, Alberto da Chiatina ed il beato Pietro Gargalini", in G. Baldini, , B. Tavolari (a cura di), Museo San Pietro, Colle di Val d'Elsa, Livorno 2017, p. 22.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]