Utente:Afnecors/Personaggi storici trentini/2

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Colorio Bruno[modifica | modifica wikitesto]

Colorio Bruno (Trento, 1911 – , 1997), artista.

Sfollato in Valle di Cembra durante la prima guerra mondiale, nel 1919 si iscrive alla Scuola tecnico-industriale a Trento discepolo di Camillo Bernardi. All?inizio degli anni Trenta, giunto a Roma per prestare il servizio militare, frequenta i corsi promossi dal Governatorato di Roma studiando le tecniche incisorie, dell'affresco, allievo di Sigmund Lipinsky per il disegno. All?epoca della guerra d?Abissinia, nel 1935, interrompe gli studi richiamato alle armi. In seguito, la durezza della vita nel deserto e il carattere primitivo dei luoghi influenzeranno l?artista in particolare nei lavori del periodo non figurativo, cosi profusi dei colori dell'Africa. Al suo ritorno, nel 1936, si avvicina all?ambiente romano delle gallerie d?arte, Sprovieri, Obelisco, e Cometa frequentate da Giorgio de Chirico, Gino Severini, e dagli artisti della scuola romana: Mafai, Raphael, Afro e Scipione. Nel 1938 torna a Trento dove inizia una lunga attivita di insegnante presso la Scuola d?Arte della Valle di Fassa e in seguito a Trento. Nel 1940 espone per la prima volta alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Nel 1949, grazie ad un premio assegnatogli dal Ministero della Pubblica Istruzione, risiede a Vienna. Intraprende in seguito una serie di viaggi di studio a Parigi, Monaco, Colonia, New York. Gli anni Cinquanta sono contrassegnati da una serie di impegnativi incarichi professionali, a Trento e ispettore onorario ai monumenti, antichita e oggetti d?arte, nel 1953 fonda l'Istituto Statale d'Arte e tra il 1956 e il 1962 assume la segreteria del Sindacato Belle Arti per il Trentino. Ancora nel 1953 e nominato membro del consiglio tecnico della Triennale di Milano, dove incontra Luciano Baldessari e Fausto Melotti. Nel '64 la sua pittura, vicina alla classicita novecentista, cambia bruscamente indirizzo, approdando verso esperienze astratte. L?artista crea opere sovrapponendo puri strati di pittura. Alla fine degli anni sessanta, ancora attivo come organizzatore e promotore culturale, presente nella commissione della Quadriennale romana e nella segreteria nazionale dei direttori di istituti d?arte, istituisce la prima edizione del premio Trento. Nell?ultima fase della sua lunga vita, costellata da importanti riconoscimenti e mostre, i lavori di Colorio accentuano un carattere preziosamente decorativo grazie all?uso di una pittura materica e pastosa. Bibliografia Zampetti P., Bruno Colorio, Venezia, 1954; Trentini G., II biennale dell?incisione italiana contemporanea, (cat. della mostra Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa), Venezia, 1957; Bruno Colorio, incisore e disegnatore, C. A. T., Trento, 1963; Rasmo N., Lambertini L., Bruno Colorio, in Mostra dell?incisione trentina dalle origini ai nostri giorni, (cat. della mostra, Trento), Trento, 1971; Bruno Colorio (cat. della mostra, Rovereto, Galleria Pancheri) Rovereto, 1981; Passamani B., Bruno Colorio, Trento, 1982; Grafica 1900-1950 Alto Adige Sudtirolo Tirolo Trentino, (cat. della mostra Bolzano, Trento, Innsbruck) Innsbruck 1981-1982, p.256; Bruno Colorio, (cat. della mostra, Trento, Galleria L?Argentario), Trento, 1986; Francescotti R., Cinquant?anni di pittura di Bruno Colorio, in ?U.C.T.?, n.148, aprile 1988; Situazioni arte nel Trentino dal '45, (cat. della mostra Trento, Palazzo delle Albere), Milano, 1988, pp. 52-53; Degasperi F., (a cura di) Bruno Colorio, (catalogo della mostra, Trento, Palazzo Trentini) 1991 (con bibliografia precedente); Barbera G., Voce Bruno Colorio, in La pittura in Italia. Il Novecento/1 1900-1945, tomo secondo, Milano, 1992, pp. 671-72 (e relativa bibliografia); Arte e stato. Le esposizioni sindacali nelle Tre Venezie (1927-1944), (cat. della mostra Trieste, Museo Revoltella, poi Trento, Palazzo delle Albere) Milano, 1997; Gli orientalisti italiani. Cento anni di esotismo. 1830-1940, (cat. della mostra, Torino, Palazzo Bricherasio), Milano, 1998; Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000, p. 181; Chini E., Mich E., Pizzamano P., (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000, pp. 106, 109, 123, 132, 283. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Conci Elsa[modifica | modifica wikitesto]

Conci Elsa (Trento, 23 marzo 1895 – Mollaro, 1 novembre 1965), parlamentare.

Per una breve biografia clicca qui >>(http://www.degasperi.net/scheda_fonti.php?id_obj=4072&obj_type=f12&parent_cat=)

Conci Enrico[modifica | modifica wikitesto]

Conci Enrico (Trento, 1866 – Trento, 1960), deputato al Parlamento di Vienna, Senatore del Regno d'Italia, antifascista.

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Corenziano[modifica | modifica wikitesto]

Corenziano (sconosciuto, A cavallo fra il 600 e il 700 – sconosciuto, Prima meta del 700), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Corrado[modifica | modifica wikitesto]

Corrado (sconosciuto, Seconda meta dell'800 – sconosciuto, Prima meta del 900), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Corrado di Beseno[modifica | modifica wikitesto]

Corrado di Beseno (Beseno, Verso la meta del 1100 – Monte S. Giorgio (valle dell'Inn), Prima meta del 1200), Vescovo di Trento.

La comune intesa fra il vescovo Corrado e l'imperatore Enrico IVLe ribellioni delle municipalitaIl periodo conclusivo e le iniziative di sostegno sociale

Corrado II[modifica | modifica wikitesto]

Corrado II (, – , ), imperatore.


Corsini Umberto[modifica | modifica wikitesto]

Corsini Umberto (Trento, 27/08/1914 – , 30/06/1993), storico.

Umberto Corsini nacque a Trento il 27 agosto 1914. Compi gli studi superiori presso il locale Liceo classico Giovanni Prati e si laureo in filosofia all?Universita Cattolica di Milano nel 1939. Dapprima i suoi interessi di studioso si rivolsero alla filosofia, ma ben presto si orientarono agli studi storici, con particolare riferimento alla storia risorgimentale e contemporanea. Nel 1940 consegui l?abilitazione all?insegnamento di filosofia e storia nei licei. Durante il periodo della guerra, fino all?armistizio dell?8 settembre 1943, milito nel Corpo degli Alpini conseguendo il grado di capitano. Fu sul fronte francese e partecipo alla campagna di Grecia. In seguito diresse a Castelnuovo in Valsugana, fino alla fine della guerra, un centro scolastico periferico per gli studi superiori. Partecipo alla lotta di liberazione nazionale in Val di Sole ottenendo la qualifica di partigiano combattente. A lui si arresero nell?aprile 1945 le forze militari tedesche dislocate nella valle. Dal primo ottobre 1943 al 30 settembre 1949 ebbe incarichi annuali per l?insegnamento di storia e filosofia presso il Liceo classico Giovanni Prati in Trento. Nel dopoguerra fu tra i fondatori della rivista culturale Carro Minore che usci mensile a Trento dal giugno 1946 al luglio 1948. Ad essa egli collaboro assieme al professori Giulio Benedetto Emert, Bruno e Nino Betta ed altri tra i maggiori rappresentanti della cultura trentina e nazionale del tempo, con scritti riflettenti i difficili problemi del momento che segnavano il passaggio da una cultura di regime ad un?altra fondata sui nuovi valori della liberta e della democrazia. Fu pure attivo collaboratore ed anima del quotidiano Corriere tridentino dalla sua uscita, il 2 luglio 1946, quando subentro a Liberazione nazionale, fino al 19 settembre 1950, giorno in cui si dimise dal consiglio di amministrazione del giornale. In seguito egli trasmise per piu anni alla R.A.I., che allora aveva la redazione regionale a Bolzano, delle note politiche settimanali su questioni riguardanti la regione. Come assessore comunale alla Pubblica Istruzione, s?impegno a fondo, fin dai primi mesi del dopoguerra, quando era sindaco di Trento Gigino Battisti, all?opera di ricostruzione delle strutture scolastiche e culturali della citta. In questa veste egli rappresento il sindaco, che per statuto era anche presidente del Museo trentino del Risorgimento e della Lotta per la Liberta, nella direzione di questa istituzione, collaborando attivamente con l?allora direttrice Bice Rizzi. In varie riunioni, sia comunali che della direzione del Museo, egli propose di fare di questa istituzione un centro vivo di cultura, promuovendo numerose iniziative e invitando noti studiosi di rilievo nazionale a tenervi conferenze. Con tali iniziative egli si proponeva, come ebbe a scrivere il suo carissimo amico Alberto Maria Ghisalberti, presidente dell?Istituto per la storia del Risorgimento italiano in Roma, di rinverdire la tradizione risorgimentale nel suo Trentino. Fin dal primo dopoguerra Corsini milito nelle file del partito liberale che, alla fine di maggio del 1945, rappresento in seno al Comitato di Liberazione Nazionale provinciale. I giorni 6 e 7 giugno rappresento il C.L.N. trentino alla riunione dei Comitati di Liberazione Nazionale dell?Alta Italia che si teneva a Milano. Il 5 agosto fu a Roma con una delegazione del C.L.N. provinciale che richiese al presidente del Consiglio, Ferruccio Parri, un impegno da parte del Governo a favore dell?autonomia per la Venezia Tridentina. Vincitore di concorso, Corsini dal 1 ottobre 1949 passo ad insegnare per un anno, come professore di ruolo, storia e filosofia nel Liceo scientifico di Bolzano. Ottenne poi il trasferimento al Liceo scientifico Galileo Galilei di Trento. Partecipo, dopo il 1945 e per tutta la durata della sua vita, al lavoro scientifico di vari istituti storici in qualita di: membro del Consiglio direttivo della roveretana Accademia degli Agiati; presidente del Comitato trentino dell?Istituto per la Storia del Risorgimento; membro del consiglio centrale di presidenza dell?Istituto per la Storia del risorgimento, in Roma; consigliere di presidenza della Deputazione di storia patria per le Venezie; presidente della Societa di Studi Trentini di Scienze Storiche; membro del Comitato scientifico dell?istituto veneto per la storia della Resistenza; consigliere di direzione, dal 1972 al 1983, del Museo trentino del Risorgimento e della lotta per la Liberta. Fu inoltre membro della Commissione provinciale per i Beni culturali e gli Archivi. Eletto nelle liste del Partito Liberale Italiano, il 25 novembre 1958 Corsini entro a far parte del Consiglio della Regione Trentino ? Alto Adige. Fu consigliere regionale e provinciale per tre legislature (la fine della III, la IV e la V) fino al 1968. Negli anni 1960-1961 copri la carica di assessore regionale per l?industria, miniere e affari idroelettrici, e dal 30 aprile 1965 al 14 novembre 1968 quella di vice presidente del Consiglio provinciale di Trento. Nel dicembre 1964 Corsini fu eletto all?unanimita presidente della Societa di Studi Trentini di Scienze Storiche, carica che manterra ininterrottamente per 28 anni, fino alla sua scomparsa. La Societa divenne veramente in quel lungo periodo la sua creatura, ch?egli plasmo nella forma della rigorosa scientificita e alla quale diede un potente impulso, allontanando dalla sua produzione ogni tendenza localistica ed aprendola a proficui apporti di collaborazione con il mondo culturale italiano ed europeo, ed in particolare con i paesi dell?area tedesca. Nel 1969 Corsini ottenne l?incarico per l?insegnamento di storia moderna e contemporanea presso l?Istituto universitario di lingue moderne di Milano, nella sede di Feltre. Negli anni 1971- 1972 fu nominato membro della Commissione italo-austriaca per la revisione bilaterale dei manuali di storia per le scuole italiane ed austriache. Nel 1976, vincitore di concorso universitario, fu chiamato alla cattedra di Storia del Risorgimento della Facolta di Lingue e Letterature straniere dell?Universita di Venezia a Ca? Foscari. Nel 1984 venne eletto preside di detta Facolta, carica che mantenne fino al 1989. Nell?ottobre 1986 ottenne a Vienna il prestigioso premio Gyndely. Nella motivazione del premio si legge che il prof. Corsini aveva trattato in un gran numero di saggi e contributi i piu vari aspetti della storia moderna del Trentino e del Tirolo e, con l?ampio articolo Die Italiener pubblicato nell?opera enciclopedica Die Habsburgermonarchie 1848-1918, aveva fornito un importante contributo in lingua tedesca alla storia delle nazionalita nella vecchia Austria. Esperto e dinamico organizzatore, valendosi della vasta rete di rapporti coltivati per piu anni con storici di varie universita italiane ed estere, Corsini promosse, attraverso la Societa di Studi Trentini di Scienze Storiche, alcuni importanti congressi di portata nazionale ed anche internazionale, cui faceva seguito puntuale la pubblicazione dei relativi atti. Si ricorda il Congresso storico-giuridico sulle autonomie e sulle minoranze che si tenne a Trento nel 1978, al quale seguirono, nel 1981, il convegno sui Problemi di un territorio: l?esperienza trentina tra storia e attualita, organizzato in collaborazione con il Centro Studi per la storia del territorio e della civilta rurale di Pavullo sul Frignano (Modena) e, nello stesso anno, quello su I cattolici e le altre forze politiche trentine di fonte ai problemi economici e sociali del primo dopoguerra. Altri congressi voluti e promossi da Corsini, e ai quali egli partecipo, come ai precedenti, con sue relazioni, furono: Trento nell?eta di Paolo Oss Mazzurana (Trento, 1983); Luigi Negrelli ingegnere e il Canale di Suez (Primiero, 1988); Opposizione antinapoleonica, indipendenza nazionale, autonomia, dalla pace di Presburgo alla pace di Schnbrunn ? 1805-1809 (Trento, 1988); Tirolo ? Alto Adige ? Trentino 1918-1920 (Innsbruck, 1988). Per ultimo si ricorda l?incontro di studio dedicato ad Ernesto Sestan, tenuto a Trento nel 1990 dalla Societa di Studi Trentini in collaborazione con l?Istituto Storico ltalo-germanico in Trento. Quale presidente del Comitato trentino dell?Istituto per la storia del Risorgimento italiano, e, dal 1972, membro del Consiglio di presidenza dell?Istituto stesso, Corsini collaboro alla preparazione di vari congressi nazionali di storia del Risorgimento. assumendone a volte la maggiore responsabilita organizzativa, come in quello (il XLI) che si tenne a Trento dal 9 al 12 ottobre1963 sul tema L?Italia nella prima guerra mondiale. In occasione dell?inaugurazione del congresso presso in castello del Buonconsiglio, venne offerto ai partecipanti il volume di Corsini Storia del trentino nel secolo decimonono, edito quell?anno dal Museo trentino del Risorgimento e della Lotta per la Liberta. Un altro importante convegno internazionale, promosso dal Comprensorio della Vallagarina sotto l?egida del Comitato trentino dell?Istituto per la storia del Risorgimento Italiano e dell?Ufficio storico dello Stato Maggiore dell?Esercito in Roma, venne organizzato in prima persona da Corsini a Rovereto dal 25 al 29 gennaio 1978 sul tema La prima guerra mondiale e il Trentino. Ancora, si ricorda l?intensa attivita di Corsini nella Deputazione di storia patria per le Venezie. Fu su suo invito che l?assemblea annuale della Deputazione si svolse il 15 ottobre 1972 a Trento, nella sala comunale di palazzo Thun. Il discorso ufficiale venne tenuto da Corsini sul tema Deputati delle terre italiane ai Parlamenti viennesi, tema che formo oggetto, con il medesimo titolo, di una sua pubblicazione apparsa lo stesso anno in Archivio veneto (Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, serie V, vol. 97 (1972), pp. 151-226). Fin da quando, nel 1973, fu costituito a Trento l?Istituto storico italo-germanico (la seduta inaugurale ebbe luogo a Villa Tambosi di Villazzano il 3 novembre), Corsini fece parte del suo comitato scientifico. In tale veste egli partecipo attivamente all?organizzazione di numerosi convegni storici dell?Istituto e vi tenne anche parecchie relazioni. L?ultimo convegno di cui fu il coordinatore scientifico fu quello internazionale che si svolse a Trento dal 2 al 4 giugno 1993 sul tema Le minoranze tra le due guerre. A tale convegno Corsini avrebbe dovuto partecipare con una relazione su Le minoranze nella storia contemporanea e nella storiografia, ma ad esso non pot essere presente di persona perch ormai gravemente ammalato. Tra le ultime iniziative culturali di Corsini vi fu l?organizzazione di un Corso di storia dell?Alto Adige rivolto a docenti delle scuole di primo e secondo grado dell?Alto Adige. Il Corso, che si svolse a Bolzano presso Castel Mareccio dal 25 novembre 1992 al 21 aprile 1993 a cura del locale Istituto altoatesino di coordinamento culturale, fu tenuto da docenti universitari italiani e austriaci, e da altri autorevoli studiosi. Corsini vi tenne la prelusione e due relazioni, rispettivamente il 31 marzo e il 21 aprile, sui temi: Dall?Anschluss all?istituzone della Zona di operazioni dell?Alpenvorland: la penetrazione del nazismo, le opzioni, l?occupazione militare del Reich, il Commissariato di Franz Hofer e La restituzione dell?Alto Adige all?Italia. La nascita della Sdtlroler Volkspartei. L?accordo Degasperi-Gruber. Corsini si spense a Trento il 30 giugno 1993, interrompendo una fervorosa attivita scientifica e organizzativa che lo vide impegnato fino a poche settimane prima della sua scomparsa. NOTA BIBLIOGRAFICA La Bibliografia di Umberto Corsini, comprendente 251 titoli, a cura della BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO, in U. CORSINI, Problemi di un territorio di confine. Trentino e Alto Adige dalla sovranita austriaca all?accordo Degasperi-Gruber a cura della BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO con la collaborazione della SOCIETA DI STUDI TRENTINI DI SCIENZE STORICHE, Trento, Comune di Trento, 1994, pp. LXIII ? CI. Su Umberto Corsini: ?Studi Trentini di Scienze Storiche?, LXX (1993), n. 3 interamente dedicato alla memoria del presidente; Umberto Corsini, La figura e l?opera a cura DELL?ACCADEMIA ROVERETANA DEGLI AGIATI, Rovereto 1994, con saggi di L. CAFFIERI, M. GARBARI, M. R. DI SIMONE, G. GRANELLO, S. BENVENUTI, G. FAUSTINI; M. GARBARI, Umberto Corsini. Il percorso storiografico, in U. CORSINI, Problemi di un territorio di confine, cit., pp. XVII ? LIV. ("Umberto Corsini" da Storia del Trentino a cura di S. BENVENUTI, vol. IV, Trento 1998, pp. 137-139)

Costanzo[modifica | modifica wikitesto]

Costanzo (, – , ), imperatore.


Crali Tullio[modifica | modifica wikitesto]

Crali Tullio (Igalo, 1910 – , 05/08/2000), pittore.

L?artista, nato in Montenegro nel 1910, trascorre l?infanzia a Zara e nel 1922 si trasferisce a Gorizia. Nel 1929, grazie a Sofronio Pocarini, che era stato nel 1919 fondatore del movimento futurista giuliano, diventa futurista, esordendo alla Mostra goriziana d?arte. Nel 1930, anno in cui si diploma a Venezia, nascono le sintesi plastiche Signorina al bar e Charlot. A partire dal 1931 e fino al 1933 partecipa alle mostre itineranti di aeropittura, prima a Milano alla galleria Pesaro, poi a Parigi e in seguito a Vienna, Atene e Bruxelles. L?artista realizza inoltre bozzetti teatrali, progetti di architettura e cartelloni pubblicitari. Si interessa anche di moda, creando le giacche sintetiche e le camicie anti cravatta. Inizia una ricerca, affine a quella di Enrico Prampolini, assemblando materiali diversi e creando opere polimateriche, come Intervista col cielo.Nel 1939 partecipa con opere aeropittoriche, unico artista a sperimentare dal vivo le sensazioni acrobatiche del volo, alla III Quadriennale romana. Enzo Gaglione su ?Fronte unico? a commento di alcuni lavori scrive: ?? se siete aviatore istintivamente portate la mano su di una leva di comando e manetta invisibili. Sentirete l?urlo del motore ed il fischio della picchiata?. Nel 1940 si sposa con Ada Savelli. La Biennale di Venezia gli dedica una sala personale dove appare, tra gli altri, Incuneandosi nell?abitato. Durante il II conflitto mondiale e in prima linea a Circhina. Nel 1942 partecipa alla Biennale. Nel 1944 nasce il figlio Massimo e scompare Filippo Tommaso Marinetti, suo grande estimatore, dal quale accoglie la volonta di proseguire e difendere le scelte futuriste. Crali si trasferisce a Torino nel 1946, nell?anno che chiama ?delle metamorfosi?: ?Gli artisti italiani cambiano di camicia e tavolozza e danno vita alle formazioni di avanguardia. Il futurismo, testimonianza fastidiosa, viene bollato fascista, messo al bando sotto silenzio. Sorgono cosi i novatori che, secondo qualcuno, il fascismo aveva sempre interdetto e confinato?. Nel 1950 riceve una cattedra al Lyce Italien di Parigi. Durante il soggiorno parigino inizia a comporre i suoi chaiers, con note, schizzi e scritti. Lascia Parigi nel 1959. Si trasferisce a Milano, elabora il Manifesto della Sassintesi, frutto di una ricerca iniziata in Bretagna 5 anni prima: l?artista crea sculture rispettando l?integrita della materia. Dal 1961 al 1966 dirige la scuola italiana al Cairo. A Trieste alla Galleria Tribbio nel 1971 presenta le Cosmiche: si tratta di disegni monocromi, tentativi di captare immagini del cosmo in contatto con la ?zona tecnologica?. L?attivita espositiva prosegue intensa, come relatore e conferenziere Crali interviene sui temi del futurismo. Del 1976 e la sua antologica a Palazzo Costanzi di Trieste. Pubblica a tiratura limitatissima Parole nello spazio, una trentina di tavole di poesia scritte dopo il 1930. Nel 1990 partecipa alla mostra sul Futurismo veneto, a Padova. Negli anni novanta dipinge alcune opere dedicate alle Frecce Tricolori. Il Museo d?Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto gli dedica una grande mostra nel dicembre del 1994, presentando Crali nella duplice veste di futurista e aeropittore, con opere dal 1925 al 1994. L?artista scompare a Milano il 5 agosto 2000. a cura di Nicoletta Boschiero

Credaro Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Credaro Luigi (, – , ), commissario civile per la Venezia Tridentina.


Cristoforo Madruzzo[modifica | modifica wikitesto]

Cristoforo Madruzzo (Calavino, 5 luglio 1512 – Tivoli, 5 luglio 1578), Vescovo e cardinale.

Il "cursus honorum" ecclesiastico del Madruzzo e le vicende inerenti alla sua designazione quale vescovo di TrentoL'importanza del ruolo del Madruzzo nella valorizzazione della citta di Trento all'alba del ConcilioL'indole rinascimentale di Cristoforo Madruzzo e i preparativi per l'accoglienza dei padri conciliariIl fattore del bilinguismo madruzziano all'interno delle problematiche conciliariL'assenza del vescovo da Trento in seguito alla nomina a cardinale e le pretese della emergente classe media. L'inserimento dell'arciduca Ferdinando II nel quadro politico trentinoL'istituzione del Seminario religioso e l'utilizzazione di Palazzo delle AlbereLe riforme in campo giuridico. Il collezionismo madruzziano

Cristoforo Sizzo de Noris[modifica | modifica wikitesto]

Cristoforo Sizzo de Noris (Trento, 19 agosto 1706 – Santa Massenza, 16 marzo 1776), Vescovo di Trento.

Le circostanze che condussero Sizzo de Noris al vescovado di TrentoLa contrapposizione del principato di Trento al centralismo austriaco e la pressione tributariaLinasprimento delle misure restrittive operate da Maria Teresa. I tentativi del vescovo per una politica piu concilianteLintervento a favore del Seminario e la morte del vescovo

Cuniperto[modifica | modifica wikitesto]

Cuniperto (, – , ), re longobardo.


Dalla Bona Vittorio[modifica | modifica wikitesto]

Dalla Bona Vittorio (, – , ), .


Dalvit Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Dalvit Luigi (, – , ), .


Daniele[modifica | modifica wikitesto]

Daniele (sconosciuto , Seconda meta del 700 – sconosciuto, Prima meta dell'800), Vescovo di Trento.

La collocazione storica del vescovado di Daniele La singolarita del "Sacramentario trentino" e gli interventi operati su di esso dai monaci della scuola imperiale di Aquisgrana

De Bertolini Adolfo[modifica | modifica wikitesto]

De Bertolini Adolfo (, – , ), .


de Gaspari Gianbattista[modifica | modifica wikitesto]

de Gaspari Gianbattista (, – , ), .


De Gentili Guido[modifica | modifica wikitesto]

De Gentili Guido (, – , ), .


de Unterrichter Guido[modifica | modifica wikitesto]

de Unterrichter Guido (, – , ), .


Degara Eliodoro[modifica | modifica wikitesto]

Degara Eliodoro (, – , ), .


Degasperi Alcide[modifica | modifica wikitesto]

Degasperi Alcide (Pieve Tesino (TN), 3 aprile 1881 – Sella Valsugana (TN), 19 agosto 1954), statista, presidente del Consiglio dei ministri.

Per la biografia e molto altro si rimanda a:http://www.degasperi.netUn sito di semplice consultazione e davvero completo sulla figura di Alcide Degasperi e sul contesto storico in cui ha operato, che rende conto degli studi piu recenti e mette a disposizioni svariate fonti.

Degasperi Alfredo[modifica | modifica wikitesto]

Degasperi Alfredo (, – , ), fascista, direttore de Il Brennero.


degli Avanzi Aurelia[modifica | modifica wikitesto]

degli Avanzi Aurelia (, – , ), .


Delugan Giulio[modifica | modifica wikitesto]

Delugan Giulio (, – , ), .


Depero Fortunato[modifica | modifica wikitesto]

Depero Fortunato (Fondo, 1892 – , 1960), artista.

Trasferitosi con la famiglia a Rovereto, frequenta la Scuola Reale Elisabettina, che abbandona al termine del V anno di corso; respinto all'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna, inizia a lavorare come scultore. Nel dicembre del 1913 si trasferisce a Roma, dove conosce Balla, Cangiullo, Marinetti e Sprovieri. Nel marzo del 1915 pubblica con Giacomo Balla la "Ricostruzione Futurista dell'Universo", manifesto che apre una nuova stagione del Futurismo, proponendo una fusione delle diverse arti e un maggior coinvolgimento dell'arte nella vita. Nel 1916 riceve nel suo studio romano l'impresario dei Balletti Russi Sergeij Diaghilev: gli vengono commissionati scenografia e costumi per il balletto "Le chant du rossignol" di Igor Strawinskij, balletto che purtroppo non verra rappresentato. Depero incontra in quel periodo il ballerino Massine, il poeta Cocteau e molti artisti, fra cui Picasso, Larionov, la Gontcharova. Conosce Gilbert Clavel, poeta svizzero, e con lui soggiorna a Capri nel 1917, illustrando il racconto "Un istituto per suicidi"; prepara in questo periodo spettacoli teatrali, e nel 1918, in collaborazione con Clavel, rappresenta a Roma i "Balli Plastici", spettacolo di marionette composto da cinque azioni, musicate da Casella, Malipiero, Bartok, Tyrwhitt. Apre a Rovereto la "Casa d'Arte Depero" nel 1919, dove vengono prodotti tarsie in panno, collages, oggetti d'arte applicata. Realizza in quegli anni decorazioni e arredamenti d'interni, come quella del Cabaret del Diavolo. Nel 1925, insieme a Balla e Prampolini, rappresenta l'Italia all'Esposizione Internazionale di Parigi. Nel 1927 pubblica "Depero-Dinamo Azari" (libro imbullonato), primo esempio di libro-oggetto futurista dove risalta la sua fantasia grafica. Nel settembre 1928 e a New York, dove conduce un'attivita intensa nei settori della scenografia teatrale e della pubblicita. Rientrato in Italia, nel 1930 fonda e dirige la rivista "Dinamo", pubblica le "Liriche radiofoniche", partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali. Nel 1940 esce il volume "Fortunato Depero nelle opere e nella vita", autobiografia edita a cura della Legione Trentina. Nel 1948 si trasferisce nuovamente negli Stati Uniti, dove cerca di pubblicizzare un nuovo materiale da lui utilizzato, il buxus, e tiene a New York due personali. Nel 1956 completa la decorazione della Sala del Consiglio Provinciale di Trento. Nel 1957, in collaborazione con il Comune di Rovereto, realizza la Galleria Permanente e Museo Depero, istituzione che oggi conta piu di 3000 fra dipinti e disegni, circa 7500 manoscritti, e una nutrita biblioteca sul futurismo. Bibliografia Mostra personale di Fortunato Depero, (cat. della mostra Galleria Sprovieri, Roma) 1921; Depero Modernist Paintings and tapestries, (cat. della mostra New York, Guarino Gallery) 1929; Depero F., Fortunato Depero nelle opere e nella vita, Trento, 1940; Passamani B., (a cura di) Fortunato Depero, (cat. della mostra Palazzo Sturm, Bassano del Grappa) 1970; Crispolti E., (a cura di), Ricostruzione futurista dell?Universo, (cat. della mostra Mole Antonelliana, Torino) Milano, 1980; Passamani B., Fortunato Depero, Comune di Rovereto, Musei Civici - Galleria Museo Depero, 1981; Crispolti E., Storia e critica del futurismo, Bari, Laterza, 1986; Scudiero M. - Leiber D., Depero futurista e New York, Longo, Rovereto, 1986; Scudiero M., Fortunato Depero Opere, Trento, 1987; Scudiero M., Depero. Casa d?Arte futurista, Firenze, Cantini, 1988; Fagiolo dell?Arco M., Boschiero N., (a cura di), Depero (cat. della mostra Rovereto, Dusseldorf), Milano, Electa, 1988-1989; Belli G., Boschiero N., Passamani B., Teatro magico, (cat. della mostra itinerante: San Paolo, Rovereto, Londra, Ginevra, Toronto, Parigi), 1989-1991; Belli G., Marzari G., Boschiero N., Pettenella P., (a cura di) Artisti del '900. Protagonisti di Rovereto., (cat. della mostra Rovereto) Rovereto, 1991; Belli G., La Casa del mago. Le Arti applicate nell?opera di Fortunato Depero 1920-1942 (cat. della mostra Rovereto), Milano - Firenze, Charta, 1992; Belli G. (a cura di), Depero. Dal Futurismo alla Casa d?Arte (cat. della mostra Roma, Palazzo delle Esposizioni), Mart, Milano, Charta, 1994; Belli G. (a cura di), Fortunato Depero futuriste (cat. della mostra Paris), Paris-Muses, Milano, Skira, 1996; Belli G. (a cura di), Depero futurista Roma-Parigi-New York, (cat. della mostra Miami Beach, The Wolfsonian Florida International University), Milano, Skira, 1999; Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000, pp. 182-183; Chini E., Mich E., Pizzamano P. (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000; Fortunato Depero. Carnival of colour, (cat. della mostra, Westorick Collection of Modern Italian Art) London, 2000. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Desiderio Chilovi[modifica | modifica wikitesto]

Desiderio Chilovi (Taio (TN), 23/05/1835 – Firenze, 07/06/1907), Bibliotecario, direttore della Biblioteca Nazionale di Firenze.

Nasce a Taio da Andrea Chilovi e Anna Stefenelli il 23 maggio 1835 e si forma tra Bolzano e Trento.Gli iniziali fervori per il greco antico, talmente accesi da indurlo a tradurre e pubblicare una grammatica dal tedesco all'italiano, furono bruscamente interrotti da una grave malattia.Gia durante gli studi classici a Bolzano e a Trento comincio a rivolgere i suoi interessi verso le discipline bibliografiche; nel 1856 dopo un viaggio di istruzione a Vienna si stabili a Firenze dove, nel 1861, fu chiamato come scrittore alla Biblioteca Magliabechiana. Nel 1863 era assistente compilatore dei cataloghi della Biblioteca nazionale di Firenze, nata dall'unione della Magliabechiana con la Palatina; nel 1870 era gia candidato al concorso per la carica di bibliotecario della Camera dei deputati. Nonostante non fosse risultato vincitore per quell'incarico, negli anni seguenti svolse il ruolo di esperto sia per la stesura del regolamento per le biblioteche pubbliche statali del 1876 come consigliere del ministro Borghi, sia per il successivo, del 1885, voluto dal ministro Coppino. Nel 1867 aveva scritto un importante saggio (Il governo e le biblioteche, apparso in due puntate in "11 politecnico", 30 - 1867, p. 71-85 e 171-197) in cui rivelava una grande competenza biblioteconomica e una indiscutibile capacita organizzativa rivolta all'istituzione di un organico sistema bibliotecario italiano. Diventato vicebibliotecario nel 1873 e bibliotecario nel 1877, nel 1879, alla morte di Pietro Fanfani, dalla Nazionale di Firenze fu trasferito come direttore alla Biblioteca Marucelliana, dove rimase fino al 1885, a parte una parentesi nel 1880-1881 quando fu chiamato da Luigi Cremona come consulente per il riordino della Nazionale di Roma. La Biblioteca Marucelliana, sotto la sua direzione, non venne meno alla vocazione pubblica ed educativa dei giovani e dei poveri - come era nelle intenzioni del suo fondatore - ed anzi vennero incrementati gli acquisti di opere moderne, resi piu accoglienti i locali e semplificate le procedure di richiesta e consultazione. Anche il fondo antico, tuttavia, ricevette nuove cure: fu realizzato il nuovo inventario dei manoscritti - e dunque radicalmente rinnovato il catalogo - fu catalogata la notevole collezione di stampe e si introdusse l'uso di compilare lo schedone dei manoscritti, con la registrazione della storia esterna dei codici. Nell'aprile del 1885 fu nominato direttore della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, in cui, fino alla morte, ebbe modo di attuare importanti progetti come il "Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze", iniziato nel 1886, e la collana "Indi- ci e cataloghi". Nel 1903 risulta fra i soci della Societa bibliografica italiana. La vita e l'attivita bibliotecaria di Desiderio Chilovi corrispondono ai primi 40 anni di storia delle biblioteche dell'Italia Unita. Desiderio Chilovi. "Rivista delle biblioteche e degli archivi", 16 (1905), n. 6n, p.117-120, con elenco degli scritti. Salomone Morpurgo. In memoria di Desiderio Chilovi. "Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa", n. 55 (lug. 1905), inserto, [7 p.], con elenco degli scritti. Necrologio. "La bibliofilia", 7 (1905), n. 3/4, p. 128. Carlo Frati. Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX raccolto e pubblicato da Albano Sorbelli. Firenze: Olschki, 1933, p. 160-161. Marino Parenti. Aggiunte al Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani di Carlo Frati. Vol. 1. Firenze: Sansoni, 1957, p. 254. Alfredo Serrai. Chilovi, Desiderio. In: Dizionario biografico degli italiani. Vol. 24. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1980, p. 768-770. Carla Giunchedi - Elisa Grignani. La Societa bibliografica italiana 1896 - 1915: note storiche e inventario delle carte conservate presso la Biblioteca Braidense. Firenze: Olschki, 1994, p. 184. Franca Arduini. Desiderio Chilovi e la Biblioteca Marucelliana. "Copyright", 1991-1996, p. 11-24. Gianna Del Bono, La biblioteca professionale di Desiderio Chilovi. Bibliografia e biblioteconomia nella seconda meta dell'Ottocento, Ed. Vecchiarelli, 2002

Diaz Armando[modifica | modifica wikitesto]

Diaz Armando (, – , ), Capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano.


Dietl Hans[modifica | modifica wikitesto]

Dietl Hans (, – , ), .


Disertori Benvenuto[modifica | modifica wikitesto]

Disertori Benvenuto (Trento, 1887 – , 1969), artista.

Nel 1906 e a Venezia per studiare all'Accademia di Belle Arti, allievo di Ciardi. Spirito irrequieto e vagabondo l?anno seguente si trasferisce a Monaco per iscriversi alla scuola di nudo e gia nel 1908 espone al Kunstverein i suoi primi lavori ad olio. Frequenta in seguito i corsi di letteratura romanza presso l?Universita di Vienna e s?impegna nello studio della musicologia, di cui sara acceso estimatore per tutta la vita. Nel 1911 rientra in Italia, a Perugia esegue una serie di opere incise dal tratto aspro e sicuro che denotano l?intenso studio di antiche stampe quattrocentesche e in particolare di incisioni del Drer. Le acqueforti civiche, scorci panoramici di citta, come Gubbio, S. Gimignano, Arezzo e Roma, diverranno il segno inconfondibile della sua produzione artistica. Partecipa alla mostra di Ca?Pesaro nel 1912 con 27 lavori. Appassionato bibliofilo Disertori si dedica alla grafica editoriale, agli ex libris. Nel 1914 viene ammesso alla Biennale di Venezia, partecipandovi con regolarita fino al secondo dopoguerra. Dal 1915 al 1923 risiede a Roma e successivamente a Firenze fino al 1931, anno in cui pubblica L?incisione italiana ove sono riepilogati i suoi approfonditi studi presso la Calcografia Nazionale di Roma. Sempre nel 1931 e nominato titolare della cattedra d'incisione all'Accademia di Brera a Milano, dove insegnera fino al 1958. Dal 1950 e chiamato dall'Universita di Parma per insegnare, all'Istituto Cesari di Cremona, Paleografia musicale del Rinascimento, decifrazione delle intavolature e storia degli strumenti musicali. Molti gli scritti e le collaborazioni a carattere musicologico per la ?Rivista Musicale Italiana?, ?Collectanea Historiae musicae?. Bibliografia Barbantini N., Giovani artisti italiani. L'ironico (Benvenuto Disertori), in "Vita d'Arte", XIII, gennaio 1914; Sette L., L?esposizione di stampe di Benvenuto Disertori, in ?Studi trentini?, Trento, n. 3, 1926; Calabi A., The Etchings of B. Disertori, in "The Print Collector Quarterly", London, gennaio 1935; Gaifas E., Austerita di un acquafortista trentino, in ?Il Nuovo Giornale?, Firenze, 3 dicembre 1937; Vollmer, H. Kuenstler Lexicon, vol. I, Leipzig, 1953, p.569; Disertori B., (a cura di), Benvenuto Disertori, incisore e umanista, C.A.T., Trento, 1954, con bibliografia precedente; Barbantini N, (testi di), Benvenuto Disertori, disegnatore e musicologo, C.A.T., Trento, 1960; Maroni R., (a cura di), Benvenuto Disertori, grafica minore, Trento, C.A.T., 1963; Emert G. B., Benvenuto Disertori incisore, Rovereto, 1966; Emert G. B., Benvenuto Disertori incisore, Trento, 1967; Grafica 1900-1950 Alto Adige Sudtirolo Tirolo Trentino, (cat. della mostra Bolzano, Trento, Innsbruck) Innsbruck, 1981-1982; pp. 36, 52, 146; Alessandri C., Romanelli G., Scotton F. (a cura di), Venezia gli anni di Ca' Pesaro 1908-1920, (cat. della mostra, Venezia, Trento) Milano, 1988, pp. 233-235; Benvenuto Disertori, (cat. della mostra Trento, Sala comunale) 1995; Bragaglia E., Salvadori a Prato G. (a cura di), Benvenuto Disertori, paesaggi e dipinti, (cat. della mostra Bolzano, Castel Mareccio) 1995; Arte e stato. Le esposizioni sindacali nelle Tre Venezie (1927-1944), (cat. della mostra Trieste, Museo Revoltella, poi Trento, Palazzo delle Albere) Milano, 1997; Artisti trentini. Mostra d'arte contemporanea, Galleria Comunale, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 19 gennaio ? 3 febbraio 1963; Padova, ArtePadova 99, 21 ? 25 ottobre 1999; Scudiero M., (a cura di); Arte Trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000 (cat. della mostra Rovereto; Chini E., Mich E., Pizzamano P., (a cura di) L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, 2000; Degasperi F., Nicoletti G., Pisetta R. (a cura di), Dizionario degli artisti trentini tra ?800 e ?900, Edizioni Il Castello, Trento, 1998, pp. 214-215. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Disertori Beppino[modifica | modifica wikitesto]

Disertori Beppino (, – , ), .


Domenico[modifica | modifica wikitesto]

Domenico (sconosciuto, A cavallo tra il 500 e il 600 – sconosciuto, Verso la meta del 600), Vescovo di Trento.

Non si hanno notizie di grande rilievo in merito a questo personaggio, vissuto in pieno VII secolo. Qualche storico ha identificato Domenico con l'omonimo rappresentante di una nobile famiglia romana, originario della valle superiore dell'Inn e citato da Arbeo all'interno della biografia di Corbiniano. La congettura ha in ogni caso un valore altamente ipotetico, se consideriamo che anche nell'elenco dei vescovi di Brescia e riportato, verso la conclusione dello stesso secolo, un Domenico, che e quindi quasi contemporaneo al vescovo di Trento. E' dunque possibile che il personaggio del quale parla Arbeo sia stato pastore di un'altra diocesi.

Domenico Antonio Thun[modifica | modifica wikitesto]

Domenico Antonio Thun (Trento, 1 marzo 1686 – Trento, 7 settembre 1758), Vescovo di Trento.

Il primo apprezzato periodo di Domenico Antonio Thun presso l'episcopato di TrentoGli anni dello scandalo e la sostituzione del vescovoIl contributo del pensiero illuminista al ridimensionamento del fenomeno della stregoneria in Trentino

Dominatore[modifica | modifica wikitesto]

Dominatore (sconosciuto, Prima meta del 700 – sconosciuto, A cavallo fra il 700 e l'800), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Dordi Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Dordi Carlo (, – , ), deputato al parlamento di Vienna.


D'Ottavi Corrado[modifica | modifica wikitesto]

D'Ottavi Corrado (Roma, 14/08/1934 – Genova, 20/01/1984), artista.

Nasce a Roma il 14 agosto del 1934. Trasferitosi a Genova intreccia, sul finire degli anni Cinquanta, una rete di durature amicizie. Del 1959 sono le sue prime opere di "scrittura visuale"; nello stesso anno, conosciuti Martino e Anna Oberto attraverso Carrega e Gian Paolo Barosso, comincia una lunga collaborazione sulla rivista "Ana Etcetera".Ritaglia e raccoglie pezzi di carta, parole stampate sui giornali cercando di sottrarle al rapido consumo e impreziosite attraverso la rielaborazione poetica. Intorno al 1967 i suoi interessi si dirigono prevalentemente verso la militanza politica, prende parte del gruppo per l'unificazione socialista e partecipa alla fondazione nel 1970 del gruppo genovese del Manifesto e in seguito alla costituzione del PDUP: l'impegno politico rende sempre piu critica e marginale la sua attivita artistica.Nel 1974, su sollecitazione dell'amico Carrega, animatore a Milano del Mercato del Sale, espone le sue opere in una mostra dal titolo Pessimismo della ragione e ottimismo della volonta che raccoglie il suo lavoro. Riprende con rinnovata forza ad occuparsi di arte esponendo in alcune mostre personali e partecipando ad una serie di collettive in Italia e all'estero. Partecipa nel 1981 alla mostra Lavori in corso alla Galleria d'arte Moderna di Bologna, curata da Rossana Bossaglia. Muore a Genova il 20 gennaio del 1984. Nel 1987 il Mercato del Sale pubblica la raccolta di poesie Lo zucchero salato. L'anno seguente il Museo d'arte contemporanea di Villa Croce a Genova gli dedica un'ampia retrospettiva.BibliografiaBarilli R. (prefazione di), Fra significante e significato (cat. mostra), Pavia, Collegio Cairoli, 1975;Fagone V. (prefazione di), Raccolta italiana di Nuova Scrittura, Milano, 1977;D'Ottavi C., Cosa s'intende dire? Cosa si intende fare? Cosa si riesce ad essere?, Milano, Mercato del Sale, 1981;Bossaglia R. (a cura di), Lavori in corso (cat. mostra), Bologna, Galleria d'arte moderna, 1981;D'Ottavi C., Lo zucchero salato, Milano, Mercato del Sale, 1987;Giubbini, Solimano (a cura di), Corrado D' Ottavi e la ricerca verbo-visiva a Genova, 1988-1989Della Grazia P., Carrega U., Accame V., Fagone V. (testi di), Archivio Della Grazia di Nuova Scrittura, Milano, 1989;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Ducati Angelo[modifica | modifica wikitesto]

Ducati Angelo (, – , ), .


Eberardo[modifica | modifica wikitesto]

Eberardo (sconosciuto, A cavallo tra l'XI e il XII secolo – sconosciuto, 18 giugno 1156), Vescovo di Trento.

Le menzioni di Eberardo nei documenti ufficiali Le agitazioni che sconvolsero il mondo ecclesiale durante il suo episcopato

Egnone di Appiano[modifica | modifica wikitesto]

Egnone di Appiano (Appiano , Prima meta del 1200 – Padova , 1 giugno 1273), Vescovo di Trento.

La sfida dei potentati locali al principato di Trento e le premesse per la crisiL'eredita degli Ultimo e degli AppianoL'avvento dei Mainardi e le loro alleanze. Il rinnovo dell'avvocazia e i frequenti assedi a villaggi e cittaI tentativi di reazione da parte del vescovo. La continuazione delle ostilita con Mainardo II. La morte di Egnone di AppianoLe opere realizzate durante l'episcopato e la nuova destinazione del Castello del Buonconsiglio quale stabile dimora del vescovo e sede del suo apparato amministrativo. L'istituzione del vescovo suffraganeo

Emanuele Maria Thun[modifica | modifica wikitesto]

Emanuele Maria Thun (Trento, 28 marzo 1763 – Santa Massenza, 9 ottobre 1818), Vescovo di Trento.

Dalla nascita al soglio episcopaleIl quadro storico per la Chiesa di Trento, alla vigilia e durante l'invasione francese. L'esilio del vescovoLa dominazione austriaca e le restrizioni nei confronti della Chiesa di Trento e del vescovoLe nuove misure restrittive da parte del governo bavarese e il rientro del vescovo dall'esilio. Le tensioni politiche in seguito alla soppressione della costituzione del TiroloIl passaggio della diocesi di Trento nell'orbita del Regno Italico. Il legame di Emanuele Maria Thun con Stefano BellesiniNuovi cambiamenti con il ritorno degli austriaci. Morte del vescovo ed inizio del periodo di "vacatio"

Emer Dario[modifica | modifica wikitesto]

Emer Dario (, – , ), .


Emert Giulio Benedetto[modifica | modifica wikitesto]

Emert Giulio Benedetto (Trento, 25/03/1894 – , 28/02/1971), storico, letterato.

Frequento la Facolta di Lettere nelle Universita di Milano, Graz e Pisa. In quest?ultima Universita si laureo nel 1920. Inizio ad insegnare come professore supplente di Lettere nel Liceo-Ginnasio G. Prati di Trento durante il biennio 1920/21 e 1921/22, poi nell?Istituto Tecnico nell?anno scolastico 1922/23, quindi nell?Istituto Magistrale pareggiato delle Dame inglesi a Rovereto, Istituto che diresse nell?anno scolastico 1923/24. Nel 1924/25 insegno, quale professore di ruolo, materie letterarie nel Liceo-Ginnasio di Trento. Per gravi motivi di salute rinuncio alla nomina a preside che gli era stata conferita fuori di Trento. Dopo il 1945 insegno presso la Scuola media Bresadola di Trento. Studioso di storia locale e critico d?arte, l?Emert rappresento per oltre un cinquantennio una presenza stimolante e feconda nella cultura trentina. Collaboratore della rivista Studi Trentini di Scienze Storiche fin dalla sua fondazione, ne fu il prestigioso direttore per trent?anni, succedendo nel 1938 al prof. Giuseppe Gerola. Dal 1920 ebbe numerosi incarichi di corsi di letteratura e storia dell?arte, e di commemorazioni e conferenze, tenute le piu per incarico dell?Istituto di cultura fascista. Fu delegato per il Trentino dei Fasci per l?educazione nazionale e per vari anni fece parte del Comitato di Trento della Dante Alighieri. Fondo a Trento, nel 1922, il Patronato per l?assistenza ai carcerati e ne diresse l?attivita per un decennio. Fu socio dal 1930 dell?Accademia roveretana degli Agiati. Per le sue benemerenze nel campo della cultura gli fu conferita la medaglia d?oro della Provincia e quella del Comune di Trento. Tra le numerose pubblicazioni di carattere storico e letterario si ricordano in particolare: Saggi manzoniani, in Rivista Tridentina, XIV (1914), n. 3, pp. 156-164; n. 4-5, pp. 213-229, n. 6, pp. 250-263; I letterati trentini e il Faust di W. Goethe (Contributo per uno studio sulla fortuna del Faust goetiano in Italia), in Studi Trentini di Scienze Storiche, I (1920), pp. 129-138; L?Infinito commentato, Stab. Arti Grafiche Tridentum, Trento 1921; Liriche (Vallecchi edit., Firenze 1921); Monumenti ed opere d?arte nella Venezia Tridentina, Arti Grafiche Saturnia, Trento, 1931; Gli affreschi nel Duomo di Trento, in Atti della XIX riunione della Societa italiana per il Progresso delle Scienze (Bolzano e Trento, 7-15 settembre 1930), vol. II, Roma, 1931, pp. 472-477; Dolore e amore nei Promessi Sposi, Tip. Artigianelli, Trento 1939; Fonti manoscritte inedite per la storia dell?arte nel Trentino, Sansoni edit., Firenze 1939; I monumenti di Trento, Tip. Saturnia, Trento 1954; L?ambiente culturale trentino dal secolo XIX al secolo XX, in Trentino e Alto Adige dall?Austria all?Italia, Casa edit. S.I.T.A., Bolzano 1969. Pubblico inoltre numerosi articoli, note, recensioni e necrologi nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. Alcune sue opere sono state ristampate a cura dell?Assessorato alle Attivita culturali della Provincia Autonoma di Trento, dal 1975 al 1978, con introduzioni di Luigi Menapace. Necrologio a cura di FERRUCCIO TRENTINI in AAA, serie VI, vol. X-XIII, f. A 1970-1973 (1975); UMBERTO CORSINI, L?uomo e il maestro, in Studi Trentini di Scienze Storiche, L (1971), pp. 4-5; BICE RIZZI, G. B. Emert: La politica come cultura, ib. pp. 6-28; id., Ricordo di Giulio Benedetto Emert, in BMRis, XX (1971), pp. 5-6. - Altre notizie biografiche e bibliografiche in Carte G. B. Emert, MRis.

Enrico di Metz[modifica | modifica wikitesto]

Enrico di Metz (Forse Metz (Alsazia), seconda meta del 1200 – incerto (Trento?), 9 ottobre 1336), Vescovo di Trento.

I lunghi preamboli all'effettivo insediamento del nuovo vescovo presso la sede di TrentoIl contributo di Enrico di Metz ad una politica di rinnovamento della Chiesa localeLe esperienze sinodali del suo episcopatoL'apporto alla costruzione di luoghi di culto e al miglioramento del tenore di vita della diocesiL'equilibrio nel conflitto fra l'imperatore e il papa, e l'abilita mostrata nel destreggiarsi fra le opposte fazioniLa morte di Enrico di Metz e le testimonianze positive sul suo episcopato formulate dai contemporanei

Enrico I[modifica | modifica wikitesto]

Enrico I (sconosciuto, Prima meta dell'XI secolo – sconosciuto, 14 ottobre 1082), Vescovo di Trento.

La carriera di Enrico sotto l'egida dell'imperatore. L'ambiguo atteggiamento del vescovo nei contrasti fra Chiesa e Impero Il rimprovero di Gregorio VII al vescovo di Trento e le sue conseguenze. La svolta nelle relazioni fra papato e Impero con l'intervento di papa Gregorio

Enrico II[modifica | modifica wikitesto]

Enrico II (, – , ), imperatore.


Enrico II[modifica | modifica wikitesto]

Enrico II (sconosciuto , Prima meta del 1200 – Roma, primavera del 1289), Vescovo di Trento.

. I piani di Mainardo II sulla Chiesa di Trento al momento della nomina di Enrico a vescovoLe ostilita fra Mainardo ed Enrico II, e la posizione dell'imperatore nel conflittoIl coinvolgimento delle signorie limitrofe nel dualismo fra il vescovo e il conte del Tirolo. Le condizioni della provvisoria pacificazioneLe strategie di Mainardo II e la ripresa delle belligeranzeI primi effetti della scomunica e il perdurare delle persecuzioni di Mainardo nei confronti di EnricoLe tribolazioni di Enrico e la sua morte

Erasmo da Rotterdam[modifica | modifica wikitesto]

Erasmo da Rotterdam (, – , ), umanista.


Ernesto Adalberto d'Harrach[modifica | modifica wikitesto]

Ernesto Adalberto d'Harrach (sconosciuto , anno 1598 – Vienna , 26 ottobre 1667), Vescovo di Trento.

La riottosita del conte Leopoldo I all'applicazione dei "gravamina"Il vescovo itinerante. L'intensificarsi del sentimento di religiosita nel TrentinoStregoneria e inquisizione nella diocesi di Trento

Etlinger Amelia[modifica | modifica wikitesto]

Etlinger Amelia (Albany, 1935 – Clifton Park, 1986), artista.

Di origine tedesca Amelia Etlinger e nata ad Albany nel 1935. Ha vissuto nello stato di New York, in volontaria segregazione. In Italia, invitata da Ugo Carrega al Mercato del Sale, espone nel 1974 nella mostra personale At the time of writing e l'anno seguente presso il collegio Cairoli di Pavia all'esposizione Something is happening, itinerante a Milano all'Archivio di Nuova scrittura. Riceve nel 1975 il premio americano Fels Awards. Si e accostata al segno verbale cercando di attribuirgli nuovi significati. Gli elementi linguistici si mascherano e confondono tra nodi, lustrini, frammenti vegetali, polline secco. Realizza libri (arazzi-poemi / tapestry-poems) non scritti ma colmi di fili, nodi, elementi multicolori, dove non e piu rintracciabile la scrittura della parola. La Etlinger accomuna materiali naturali ed artificiali, segni codificati e simboli non inventariati; affidandoli a messaggi postali. Molte delle sue opere vengono inviate dall'America agli amici italiani, e il gesto dell'aprire la busta, la sorpresa dello spacchettare costituisce l'opera, riflessione sulla nascita, su cio che nascosto viene felicemente alla luce. Una sua intervista si trova nella rivista "Thirteenth Moon", New York, pubblicata nell'inverno 1975. Partecipa alla mostra Materializzazione del linguaggio, a cura di Mirella Bentivoglio, alla Biennale di Venezia nel 1978. Impaurita dalle leggi del mercato, a partire dagli anni ottanta la parola scompare dalle sue opere. Muore suicida l'ultimo giorno dell'anno 1986. Dopo la sua morte sue opere vengono presentate alle mostre, entrambe del 1990 e curate da Mirella Bentivoglio, Il librismo, alla Fiera Campionaria di Cagliari, e Volumina riflessione sul libro oggetto delle donne artiste del nostro secolo tenutasi alla Rocca roveresca di Senigallia.BibliografiaAmelia Etlinger. At the time of writing (cat. mostra), Milano, Mercato del Sale, 1974;Something is happening (cat. mostra), Pavia, Collegio Cairoli, Milano, Mercato del Sale, 1975;Bentivoglio M. (a cura di), Filo, genesi, filogenesi, Galleria d'Arte Duchamp, Cagliari, 1980;Zoccoli F. (testo di), Amelia Etlinger: I cannot say, opere 1972-1980, Torino, Galleria e Libreria Il Segno, 1983;Bentivoglio M. (a cura di), Il Librismo (cat. mostra), Fiera di Cagliari, Ed. Arte Duchamp, 1990;Bentivoglio M. (a cura di), (S)cripturae. Le scritture segrete: artiste tra linguaggio e immagine (cat. mostra), Padova, Galleria Civica, 2001;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Eugenio Carlo Valussi[modifica | modifica wikitesto]

Eugenio Carlo Valussi (Talmassons (Udine), 10 febbraio 1837 – Sarche, 11 ottobre 1903), Vescovo di Trento.

Il periodo degli studi e l'esperienza politica L'azione pastorale di Valussi nel rinnovato quadro sociale dei tempiGli interventi a sostegno delle attivita giovanili e vocazionali. Il peggioramento delle condizioni di salute e la morte

Eugippio[modifica | modifica wikitesto]

Eugippio (sconosciuto , A cavallo tra il 400 e il 500 – sconosciuto, Nel VI secolo), Vescovo di Trento.

Le condizioni sociali e culturali del territorio diocesano all'epoca di EugippioL'importanza della guerra gotico - bizantina per i destini della Chiesa di Trento. Altre notizie sul vescovo Eugippio

Evino[modifica | modifica wikitesto]

Evino (, – , ), duca longobardo.


Ezzelino da Romano[modifica | modifica wikitesto]

Ezzelino da Romano (, – , ), vicario imperiale d'Italia.


Falzolgher Nedda[modifica | modifica wikitesto]

Falzolgher Nedda (, – , ), .


Fedele[modifica | modifica wikitesto]

Fedele (sconosciuto, Prima meta del 400 – sconosciuto, Seconda meta del 400), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Federico di Vanga[modifica | modifica wikitesto]

Federico di Vanga (sconosciuto , Seconda meta del 1100 – Accon (Siria), 6 novembre 1218), Vescovo di Trento.

Il tormentato cammino per l'elezione del successore del vescovo CorradoIl programma politico di Federico di Vanga attraverso la ricostruzione dei territori vescovili. Il Codex WangianusIl sostegno dell'economia e dell'urbanisticaL'impulso alla costruzione di edifici destinati all'ospitalita. Gli esempi di San Leonardo in Sarnis e di Santa Margherita di AlaIl progetto per la nuova CattedraleL'attivita politica di Federico di Vanga e i suoi legami con l'imperatore Federico II. La morte nel corso dell'operazione militare in Terra Santa

Federico II di Svevia[modifica | modifica wikitesto]

Federico II di Svevia (, – , ), imperatore.


Federico IV Tascavuota[modifica | modifica wikitesto]

Federico IV Tascavuota (, – , ), duca d'Austria.


Felice Fontana[modifica | modifica wikitesto]

Felice Fontana (Pomarolo (TN), 03/06/1730 – Firenze, 10/03/1805), scienziato, biologo.

Nato a Pomarolo, presso Trento, studio all'Universita di Padova. Nel 1765 gli venne assegnata all'Universita di Pisa la cattedra di Logica, per passare, nel 1766, a quella di Fisica. Nel 1765 fu chiamato a Firenze dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo (1747-1792) che lo nomino Fisico di Corte e Direttore del Gabinetto di fisica di Palazzo Pitti, affidandogli il compito di organizzare le collezioni di scienze naturali e di strumenti scientifici del Museo di Fisica e Storia Naturale. Tra il 1775 e il 1776 effettuo, con Giovanni Fabbroni (1752-1822), un viaggio in Francia e in Inghilterra che gli consenti di acquisire documenti e libri per il Museo e di realizzare ricerche nel campo della chimica pneumatica e mineralogica. Il Museo, del quale Fontana assunse la direzione, divenne in pochi anni un'importante istituzione scientifica. Studio a fondo e con risultati spesso originali i problemi legati alla biologia, alla fisiologia animale e alla chimica. Collaboro con i ceroplasti del Museo alla preparazione delle famose cere anatomiche della Specola. Le sue opere piu importanti sono: Dei moti dell'iride (Lucca, 1765); Nuove osservazioni sopra i globetti rossi del sangue (1766); De irritabilitatis legibus... (1767); Ricerche fisiche sopra il veleno della vipera (Lucca, 1767); Descrizione ed uso di alcuni stromenti per misurare la salubrita dell'aria (Firenze, 1775); Ricerche fisiche sopra l'aria fissa (Firenze, 1775); Recherches physiques sur la nature de l'air nitreux et de l'air dphlogistiqu (Paris, 1776); Trait sur le vnin de la vipere, sur les poisons americains... (Firenze, 1781, 2 voll.); Opuscoli scientifici (Firenze, 1783).

Ferdinando Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando Carlo (, – , ), arciduca d'Austria e conte del Tirolo.


Ferdinando I[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando I (, – , ), imperatore d'Austria.


Ferdinando I[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando I (, – , ), governatore delle province germaniche.


Ferdinando II[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando II (, – , ), arciduca d'Austria e conte del Tirolo.


Ferdinando II[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando II (, – , ), imperatore.


Ferdinando III[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando III (, – , ), imperatore.


Festi Lorenzo[modifica | modifica wikitesto]

Festi Lorenzo (, – , ), .


Filippo Bonacolsi[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Bonacolsi (Mantova, Intorno alla meta del 1200 – Mantova, 18 dicembre 1303), Vescovo di Trento.

Un francescano sul soglio di TrentoLa minaccia di Mainardo si estende ai territori confinanti col principatoIl peggioramento dello stato della diocesi con la morte di papa Nicolo IV e nel corso del breve pontificato di Celestino VLa difesa del potere temporale del vescovo da parte di papa Bonifacio VIII. L'eredita di Mainardo IILa forzata estraneita di Filippo Bonacolsi alle vicende del principato

Filzi Fabio[modifica | modifica wikitesto]

Filzi Fabio (, – , ), irredentista.


Finotti Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Finotti Carlo (Sesto San Giovanni, MI, 19/07/1954 – , ), artista.

Nasce a Sesto San Giovanni (MI) il 19 luglio del 1954. Inizia le sue prime esperienze di Scrittura Visuale nel 1974. Nel 1977 conosce Ugo Carrega e collabora con il Mercato del Sale; l'anno seguente scrive recensioni di mostre per la rivista G7 Studio. Del 1978 il catalogo Una cosa sola. Nel 1979 cura, per le edizioni S.A.L.& (Societa Anonima Letteratura Eccetera), la raccolta di poesie illustrate "Coppia, n. 1-2" e "Scatola, Rivista Oggetto", numero unico, insieme a Ugo Carrega.Nel 1980 entra a far parte della redazione della rivista "G7 Studio"; nel 1982, anno della sua mostra personale presso il Mercato del Sale, Poesia, con un testo di Vincenzo Accame, e impegnato a recensire mostre per la rivista "La Tribu "e, l'anno successivo, entra a far parte della redazione della rivista "Estra". Nel 1984 allo Studio Veder di Milano presenta la cartella Breve ritratto dell'assenza Nel 1994 partecipa alla Rassegna Patafisica Chandelle Verte con letture di suoi patacrostici.Vive e lavora a Milano.BibliografiaFagone V. (prefazione di), Raccolta italiana di Nuova Scrittura, Milano, 1977;Una cosa sola (cat. mostra), Milano, Mercato del Sale, 1978;Carlo Finotti (cat. mostra), Novoli, Galleria Laboratori di poesia, 1981;Accame V. (testo di), Poesia (cat. mostra), Milano, Mercato del Sale, 1982;Breve ritratto dell'assenza: 1982/1983 (cat. mostra), Milano, Studio Veder, 1984;Il colore, le parole, Milano, Mercato del Sale, 1988;Alla sosta dello sguardo (cat. mostra), Milano, Galleria Avida Dollars, 1991Bellini R. (a cura di), Anni '90. Arte a Milano (cat. mostra), Milano, Galleria Credito Valtellinese, Biblioteca Nazionale Braidense. Spazio Vigentina 1995;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Fontana Gregorio[modifica | modifica wikitesto]

Fontana Gregorio (, – , ), .


Formenti Raffaella[modifica | modifica wikitesto]

Formenti Raffaella (Brescia, 1955 – , ), artista.

Nasce a Brescia nel 1955. Studia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.Nel 1992 entra in contatto con lo spazio L'AURA Arte Contemporanea di Brescia, dove l'anno successivo mostra per la prima volta i suoi lavori incentrati sulla scatola, concepita come elemento costruttivo contenitore creativo. Nascono cosi le prime installazioni realizzate con materiali da imballaggio, Torre informatica esposta a Trento nella mostra Trash: quando i rifiuti diventano arte. L'artista dal '96 raccoglie depliant, pubblicita e ritagli trasformandoli in involucri grazie alla tecnica origami. Crea cosi la serie, proposta in confezioni alimentari, dei Pixel di transito, cosi chiamati in riferimento all'unita di misura del colore in informatica, frammenti tolti della vita quotidiana diventano di tessere musive.Tra il 1996 ed il 1997 prende parte alla mostra itinerante Escatologica, mostra itinerante allestita nelle gallerie Peccolo di Livorno, allo Spazio contemporaneo di Milano, a Viadana (Mantova), Roma.La sua personale Persa in parola viene ospitata nel 1997 presso la Libreria Ars di Bergamo, Libra di Brescia e Derbylius di Milano. La scelta degli spazi espositivi e imprescindibile alla ricerca dell'artista, che si basa sull'accumulo e lo scarto delle parole, sulla loro forza comunicativa.L'ultima mostra in ordine di tempo, novembre 2001, Mosaico antisismico da asporto nello Spazio d'Arte minimum a Firenze.BibliografiaSerra P. (a cura di), Escatologica (cat. mostra), Milano, Spaziotempo, 1996;Persa in parola (cat. mostra), Bergamo, Libreria Ars, Milano, Derbylius, 1997;Longari E. (testo critico di), Raffaella Formenti (cat. mostra), Milano, Spazio Temporaneo, Bolzano, Galleria Spatia, 1998;Vergine L. (a cura di), Trash. Quando i rifiuti diventano arte (cat. mostra), Trento, Rovereto, Mart, 1997-1998;Carta pixel (cat. mostra), Viterbo, Palazzo Chigi, 1999-2000;Mosaico antisismico da asporto (cat. mostra), Firenze, Spazio d'Arte MINIMUM, 2001Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Foschi Italo[modifica | modifica wikitesto]

Foschi Italo (, – , ), .


Fozzer Eraldo[modifica | modifica wikitesto]

Fozzer Eraldo (Trento, 1908 – , 1995), artista.

Nel 1925 in procinto di frequentare l'Accademia di Brera rimane invece presso l'azienda del padre Giovanni, marmista. Nel 1927 ottiene il diploma di tecnico edile. A partire dal 1931 e fino al 1939 partecipa assiduamente alle Sindacali della Venezia Tridentina e alle biennali di Bolzano. Dal 1934, autodidatta, grazie all?esperienza fatta e alla frequentazione del maestro Zuech, decide di dedicarsi alla scultura ottenendo ben presto alcuni incarichi di rilievo. Nel 1935 vince il concorso per il Busto di Cesare Battisti da collocarsi nella cripta del monumento progettato da Ettore Fagiuoli sul Doss Trento. Alla sindacale del 1937, organizzata da Fortunato Depero, espone un ritratto dedicato a quest?ultimo e oggi conservato a Rovereto presso il Museo Depero. In seguito realizza la scultura d?ambito novecentista Il legionario, dall? esecuzione vigorosa, posta sulla facciata all'ex Casa littoria di Trento; sia nel 1938 e successivamente nel 1939 merita il primo premio del concorso per la statua raffigurante La musica posta nel palazzo del Turismo di Bolzano, e per La previdenza collocata in piazza Battisti a Trento. Nel periodo della seconda guerra mondiale, rifugiato a Cles con altri sfollati, incontra Kokoschka. Nel dopoguerra Fozzer abbandona i modi arcaici vicini ad Arturo Martini assottigliando e stilizzando le figure, eseguendo, in particolare, numerosi e intensi ritratti. Realizza monumenti ai caduti e composizioni sacre, grazie alla partecipazione a numerosi concorsi pubblici per decorazioni di palazzi e monumenti. Nel 1958 erige il monumento a Luigi Negrelli a Fiera di Primiero. A partire dagli anni Sessanta Fozzer inaugura un periodo di ricerca verso indagini di piu spiccata autonomia giungendo a interessanti risultati in bilico fra astrazione e figurazione, in particolare nella serie dei Cavalli dove il dinamismo del soggetto raggiunge un felice esito. Bibliografia VI Mostra Sindacale della Venezia Tridentina, (cat. della mostra Trento, Scuole Raffaello Sanzio), Trento, 1937; Belzoni M., in Depero F., Fortunato Depero nelle opere e nella vita, Trento, 1940, p.373; Notiziario, in "Studi Trentini", n. 1, 1941, p. 79; Marsili E., Eraldo Fozzer, in "Alto Adige", 8 giugno 1950; Belzoni, M., Presentazione, (cat. della mostra, Trento, Galleria Il Castello), 1963; Maroni R., (a cura di), Eraldo Fozzer scultore, C. A. T., Trento, 1963; Munari C., Eraldo Fozzer, Trento, 1973; Munari C., Eraldo Fozzer, (cat. della mostra, Milano), Milano 1973; Jouvet C., J.P, Eraldo Fozzer, (cat. della mostra, Rovereto, Galleria Pancheri), Rovereto, 1979; Rasmo N., Storia dell?arte nel Trentino, Trento, 1982; Situazioni arte nel Trentino dal '45, (cat. della mostra Trento), Milano, 1988, pp. 26-27, 161-162; Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000, p. 185; Chini E., Mich E., Pizzamano P., (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000, pp. 28, 106, 142. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Francesco Alberti Poia[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Alberti Poia (Trento, 22 maggio 1610 – Trento, 4 febbraio 1689), Vescovo di Trento.

I contrasti con Leopoldo I per la nomina del nuovo vescovo. L'azione di forza dell'imperatorePreoccupazioni e consolazioni del vescovo Alberti Poia: la piena dell'Adige del 1689 e la passione per il mondo dell'arte. L'eterogeneita dei suoi interessi culturaliLa scomparsa di un personaggio semplice

Francesco Felice Alberti d'Enno[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Felice Alberti d'Enno (Trento, 4 ottobre 1701 – Trento , 31 dicembre 1762), Vescovo di Trento.

Gli studi e l'attivita come teorico e come storicoIl periodo trascorso a Trento come coadiutore dopo gli imbarazzanti episodi di cui era stato protagonista il precedente vescovoL'impulso dato dal vescovo ad un recupero dell'autonomiaLa polemica innescata da Tartarotti sulla santita del "beato Adelpreto"Gli sviluppi della contestazione e la necessita degli interventi del vescovo e dell'imperatrice Maria Teresa per placare gli animiI contributi al miglioramento del castello del Buonconsiglio, la malattia e la morte

Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena (, – , ), imperatore d'Austria.


Francesco II[modifica | modifica wikitesto]

Francesco II (, – , ), imperatore d'Austria.


Francesco Leonardi[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Leonardi (Vo' di Avio, 08/01/1840 – , 24/02/1911), Direttore generale della pubblica sicurezza.

Francesco Leonardi, nacque a Vo (Avio di Trento) l?8 gennaio 1840 da Giorgio e Massenza Girardi oriunda di Besagno. Coniugato con la signora Giuditta (detta familiarmente Giulietta) ebbe due figli Giorgio e Tullio. Dopo gli studi liceali si iscrisse alla facolta di legge di Vienna. Nel 1863 si trasferi a Padova per alcuni mesi. Nel breve tempo di permanenza nella citta ebbe il tempo di mettersi in luce partecipando ad una manifestazione irredentista assieme ad altri studenti. Catturato dalla polizia asburgica fu arrestato e condannato ad alcune settimane di prigione perch ritenuto irredentista. L?esperienza, maturo nel giovane Francesco, la volonta di concludere gli studi in legge e si trasferi a Bologna ove si laureo nel 1864. Nel 1866 partecipo a quella campagna come volontario garibaldino. In quell?anno, come risulta in una breve annotazione nei registri parrocchiali di Vo? ?aveva rinunciato alla cittadinanza austriaca?. Dopo le esperienze belliche e il conseguimento della laurea in giurisprudenza nel 1868 Francesco entro volontario al Ministero dell?Interno il 14 maggio 1868; fu nominato Delegato di P.S. nel 1872, Sottosegretario nell?Amministrazione Centrale dell?Interno nel 1876. Particolarmente apprezzato per la profonda cultura, nel 1880, fu nominato direttore della Rivista ?Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e polizia giudiziaria?, fondata da Carlo Astengo e mantenne l?incarico per circa un decennio fini al 1890 nonostante che nel 1887 fosse stato assegnato al Gabinetto del Ministero dell?Interno per occuparsi ?dei partiti sovversivi?. Il 1 agosto 1898 il dottor Leonardi fu nominato, dal Consiglio dei Ministri che da poco piu di un mese era presieduto dal Senatore Pelloux, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e conservo l?incarico per molti anni fino al 24 febbraio 1911, data della sua morte.Nel gennaio 1903, fu nominato Consigliere di Stato, conservando l?incarico di Direttore Generale della P.S.; fu decorato della Croce di Grande Ufficiale dell?Ordine Mauriziano e del Gran Cordone dell?Ordine della Corona d?Italia e della medaglia commemorativa per la Campagna del 1866.L?illustrazione Italiana dell?epoca, nei profili dei ?Grandi Funzionari di Stato? scrisse sul suo conto:?Le nazioni piu educate nella nobile gara delle razze aspiranti al primato civile, vanno orgogliose di esaltare i meriti dei loro dei loro migliori cittadini e li mostrano all?esempio, all?ammirazione pubblica. Qui da noi, invece, l?apatia volgare lascia nell?oblio le glorie piu specchiate; sicch la miglior parte dei nostri uomini eminenti, trincerati sotto proverbial modestia, vivono dimenticati nella filosofica serenita della loro coscienza, solo convinti e paghi di fare il loro dovere. In questa eletta schiera va, appunto, compreso l?attuale Direttore Generale della P.S. Egli nato nel Trentino, italiano d?origine qual? il cuore, appena addottorato in iure, volle servire lo Stato. Il carattere energico, leale e ripugnante dei bassi intrighi, emerse coi soli suoi meriti, col vasto ingegno lungamente provato ad ogni crogiuolo. A vederlo lo si direbbe un pacifico provinciale, in visita alla capitale,tanto modesto e di abitudini semplici. Ma quanta finezza; quanta operosita; quanta energia sotto quella fronte serena, in quegli occhi penetranti! E? forse l?unica persona, che potrebbe scrivere, con profonda scienza, la Fisiologia e Patologia politica di tutta l?Europa. Grande scrutatore delle passioni umane; Touilleur et liseur d?ames; conoscitore d?ogni moderna esigenza e, per la sua innata bonta, piu che giudice, vero medico sociale, egli concentra la prodigiosa sua attivita nell?ideale di una nobile missione; quella di mantenere indisturbata la pubblica quiete, e di dare il massimo prestigio al Corpo di Pubblica Sicurezza. Tutto dedito al suo ufficio, la nel suo Gabinetto, fra gl?intricati labirinti di pratiche che assorbirebbero le piu vigorose intelligenze, egli muove i fili della Polizia Italiana e internazionale, sicuro di s, con una precisione alla Moltke; vigile su tutto, su tutti. Al posto che splendidamente occupa, peccato sia arrivato tardi: ma, a differenza dei suoi predecessori; egli vi rimasto confermato dalla fiducia di tre diversi Ministri e nel benessere del Paese, speriamo debba restarvi ad vitam?. E cio si verifico.

Francesco Saverio Luschin[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Saverio Luschin (Teinach (Carinzia slava), 3 dicembre 1781 – Gorizia, 2 maggio 1854), Vescovo di Trento.

I natali, gli studi e il "cursus honorum" laico ed ecclesiasticoL'eta della ricostruzioneLa dotazione della diocesi di Trento e la bolla papale "Ubi primum"Le altre iniziative del vescovo a favore del Seminario e delle "Canossiane". I gravami della tassa sul graspatoLe polemiche contro Rosmini e le inimicizie fra Trento e RoveretoGli incarichi successivi alla partenza da Trento e la morte

Frapporti Francesco[modifica | modifica wikitesto]

Frapporti Francesco (, – , ), .


Frideberto[modifica | modifica wikitesto]

Frideberto (sconosciuto, Prima meta dell'800 – sconosciuto, A cavallo fra l'800 e il 900), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Furnival John[modifica | modifica wikitesto]

Furnival John (Londra, 1933 – , ), artista.

Nato a Londra nel 1933, compie i suoi studi presso Wimbledon College of Art e il Royal College of Art.Nel 1962 riceve il primo premio al concorso di pittura della Arnolfini Gallery. La prima esposizione importante e del 1965 Between Poetry and Painting all'ICA di Londra. Partecipa alla quinta e sesta Biennale dei giovani a Parigi rispettivamente nel 1967 e 1969, sempre a Parigi nel 1967 inaugura una personale alla galleria Riquelme. Negli anni settanta l'attivita espositiva, molto ricca, si svolge soprattutto in Inghilterra, New Castle, Oxford, Bristol, Bradford, Edinburg, ma anche con puntate all'estero, ad Amsterdam nel 1970 con Concrete Poetry?, e nel 1978 in America, a Malmo, Cracovia e alla Scala di Milano. Alla fine degli anni ottanta crea l'opera "Letters to the great dead", una cartella contenente nove opere a tecnica mista, insieme al poeta Jonathan Williams. Williams, nato a Asheville nel 1929, si interessa ai poemi di ribellione e sperimentali: la Beat poetry. I soggetti delle sue poesie, illustrate con immagini spaziano su una vasta gamma di argomenti, l'impegno sociale, la musica e la pittura.Di recente Furnival ha esposto a Villa Fraccaroli, presso Verona.BibliografiaEnvelopes (cat. mostra), Londra, JPL Fine Arts, 1976;L'Ecriture (cat. mostra), Parigi, Centre Culturel du Marais, 1977;Playing Cards (cat. mostra), Londra, JPL Fine Arts, 1977;Poems for Shakespeare (cat. mostra), Londra, Bear Gardens Museum, 1978;Lettres, Signes, Ecritures (cat. mostra), Svezia, Malmo Kunsthall, 1978Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Gaidoaldo[modifica | modifica wikitesto]

Gaidoaldo (, – , ), duca longobardo.


Galante Andrea[modifica | modifica wikitesto]

Galante Andrea (, – , ), .


Gamper Michael[modifica | modifica wikitesto]

Gamper Michael (, – , ), .


Gar Tommaso[modifica | modifica wikitesto]

Gar Tommaso (, – , ), bibliotecario e storico.


Garbari Augusto[modifica | modifica wikitesto]

Garbari Augusto (, – , ), .


Garbari Tullio[modifica | modifica wikitesto]

Garbari Tullio (Pergine Valsugana, 14/08/1892 – , 08/10/1931), artista.

Nasce a Pergine Valsugana il 14 agosto 1892. A partire dal 1906 frequenta la Scuola Reale Elisabettina a Rovereto, ma gia nel 1908 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Proprio allora Ca' Pesaro diventa, all'interno della citta lagunare, luogo di raccolta per alcuni giovani artisti ribelli esclusi dalla Biennale, impegnati a rinnovare il linguaggio artistico in Italia. Con i compagni di Ca? Pesaro partecipa alle esposizioni del 1910 e del 1913, approfondendo le sue conoscenze con Teodoro Wolf Ferrari e Boccioni e scoprendo attraverso Gino Rossi il primitivismo caro ai nabis. Nel 1914 in un soggiorno fiorentino Garbari diventa collaboratore de "La Voce" di Prezzolini, proprio a tale rivista egli si era ispirato anni prima nel dare vita con Alfredo Degasperi a "La voce trentina". Allo scoppio della guerra Garbari si reca a Milano dove stringe amicizia con Carlo Carra, nel 1916 dipinge Gli intellettuali al caff. Con la fine del conflitto ritorna a Pergine per trascorrervi un lungo periodo d'isolamento. Interrompe l'attivita pittorica, proseguendo la sua ricerca artistica e spirituale attraverso studi filosofici e teologici, frequenta il santuario della Madonna di Pin dove avra modo di conoscere la pittura degli ex-voto. Pittura dal gusto popolare ripresa, in anni piu tardi, in dipinti come Il Carradore o la Corte delle colombe entrambi del 1927. Tra il 1920 e 1922 partecipa attivamente al dibattito post-unitario dopo aver constatato i limiti di una annessione poco rispettosa della storia locale e dei caratteri peculiari della regione. Gli intellettuali trentini trovano allora nel folklore e nella tradizione popolare le ragioni per rivendicare l'originalita della cultura autoctona. Alla meta degli anni Venti, attraverso le letture assidue di Maritain e Rosmini, Garbari giunge ad una nuova concezione dell'arte. Lo aiuta in questo cammino la conoscenza con Carlo Belli che gli dedichera nel 1937 la biografia "L'angelo in borghese". Nel 1927 Garbari torna ad esporre insieme agli artisti del Novecento. La ritrovata lena artistica lo spinge a partecipare alla Biennale nel 1928 e due anni dopo alla Quadriennale romana e alla Galleria del Milione, invitato da Edoardo Persico, suo sincero estimatore, oltre ad alcune mostre a carattere locale. Quando parte per Parigi nel 1931 Garbari espone in un'altra rassegna col gruppo "1940" alla Galerie della Renaissance. Muore improvvisamente a Parigi l'8 ottobre dello stesso anno. Bibliografia E.B. (Battisti Ernesta), Tullio Garbari pittore, in ?Trentino?, giugno 1929; Emanuelli E., Tullio Garbari , in ?L?Italia letteraria?, Roma, 25 ottobre 1931; Sandona M., Tullio Garbari pittore credente, Trento 1932; Giolli R., Esame del Novecento: Garbari, in ?L?ambrosiano?, Milano, 14 dicembre 1933; Belli C., Tullio Garbari in una mostra postuma, Bollettino della Galleria del Milione, n.44, Milano, 1936; C. Carra, Mostre retrospettive, Tullio Garbari, in ?L?ambrosiano?, Milano, 1 febbraio 1936; Belli C., L'angelo in borghese, saggio sopra un ignoto contemporaneo, Roma, Augustea, 1937; Mostra postuma di Tullio Garbari, (cat. della mostra Galleria Gian Ferrari, Milano), (Severini G. testo) 1949; A. Pica, Arte e artisti Tullio Garbari e la pittura sacra, in ?La Patria?, Milano, 11 dicembre 1952; Tullio Garbari, (cat. della mostra Trento), (Emert G. B., testo), 1955; Garbari M., Tullio Garbari Poeta, Trento, 1971; Illari Cataldi F. (a cura di), Tullio Garbari 1892-1931, (cat. della mostra Roma, poi Trento), 1971; Branzi S., I ribelli di Ca? Pesaro, Milano, 1975, p. 77; Passamani B., Nuove acquisizioni, opere d?arte mobili, in Restauri ed acquisizioni: 1973-1978 (cat. della mostra, Palazzo delle Albere ,Trento) Trento, 1978; Mascherpa G. (a cura di), Garbari sacro 1927-1931, (cat. della mostra Milano, Galleria San Fedele) 1980; Barilli R. e Solmi F. (a cura di), La metafisica gli anni Venti, (cat. della mostra Bologna), 1980; Mascherpa G. (a cura di), Garbari sacro 1927-1931, (cat. della mostra Milano), 1980; Mascherpa G. (a cura di), Garbari trentino d'Europa, (cat. della mostra, Trento), 1984; Alessandri C., Romanelli G., Scotton F. (a cura di), Venezia gli anni di Ca' Pesaro 1908-1920, (cat. della mostra, Venezia, Trento) Milano, 1988, pp. 136-139; Barilli R., (a cura di) L'Espressionismo Italiano, (cat. della mostra Torino) Milano, 1990, pp.90-101; Belli G., Marzari G., Boschiero N., Pettenella P. (a cura di), Artisti del '900. Protagonisti di Rovereto., (cat. della mostra Rovereto) Rovereto, 1991; Barbera G., Voce Tullio Garbari, in La pittura in Italia. Il Novecento/1 1900-1945, tomo secondo, Milano, 1992, pp. 753-4 (e relativa bibliografia); Boschiero N. (a cura di), Tullio Garbari , in Espressione e Oggettivita, (cat. della mostra Innsbruck, Trento, Bolzano) Innsbruck, 1994, pp. 176-183; Paolo VI e l?arte, il coraggio della contemporaneita (cat. della mostra, Brescia, Chiesa di Santa Giulia), Milano, 1997; Degasperi F., Nicoletti G., Pisetta R. (a cura di), Dizionario degli artisti trentini tra '800 e '900, Edizioni Il Castello, Trento, 1998, pp. 236-243; Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000, pp. 185-186; Chini E., Mich E., Pizzamano P. (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Gazzoletti Antonio[modifica | modifica wikitesto]

Gazzoletti Antonio (, – , ), letterato e poeta.


Gebardo[modifica | modifica wikitesto]

Gebardo (sconosciuto , Seconda meta dell'XI secolo – sconosciuto, L'11 maggio di un anno posteriore al 1120, nella prima meta del 1100), Vescovo di Trento.

Le traversie che precedettero la nomina di Gebardo all'episcopatoIl valore dei "patti gebardini" come fondamento di una pacifica convivenza fra il vescovo di Trento e la popolazioneIl ruolo di Gebardo nel conflitto per le investiture. Gli interventi a sostegno di chiese ed istituzioni ecclesiali

Geniale[modifica | modifica wikitesto]

Geniale (sconosciuto, Prima meta del 400 – sconosciuto, Seconda meta del 400), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Gentilotti Benedetto[modifica | modifica wikitesto]

Gentilotti Benedetto (, – , ), barone, canonico del Capitolo di Trento.


Gentilotti Bernardino[modifica | modifica wikitesto]

Gentilotti Bernardino (, – , ), .


Gerardo da Manhac[modifica | modifica wikitesto]

Gerardo da Manhac (Manhac, A cavallo tra il 1200 e il 1300 – Avignone, ottobre del 1348), Vescovo di Trento.

Su Gerardo da Manhac non sono pervenute molte informazioni, soprattutto per il fatto che egli resto alla guida della diocesi di Trento in misura alquanto marginale e per la durata di pochi mesi. Era nato a Manhac in Francia e in precedenza aveva ricoperto l'incarico di arcidiacono di Costanza. Del resto Gerardo non si reco mai a Trento, poich rimase per tutto il periodo della sua carica nella sede papale di Avignone. Li si trovava infatti quando il papa Clemente VI, verso la conclusione dell'anno 1347, lo innalzo al soglio vescovile e li rimase, a causa del protrarsi di una situazione di estrema tensione all'interno del principato tridentino, che gli impediva di prendere possesso effettivo della carica appena conseguita. Il Trentino, nella sua zona settentrionale, era occupato infatti in quel tempo dal conte del Tirolo Ludovico di Brandeburgo, che disponeva di forze militari in misura assai superiore a quelle del vescovo e appariva piu che mai deciso ad estendere le sue mire anche alla citta di Trento. Il capoluogo sarebbe stato ovviamente il punto piu adatto e dove poter installare il quartier generale di Ludovico, da cui sarebbero partite nuove incursioni nelle valli che avrebbero contribuito a dare concretezza alle sue intenzioni espansionistiche; un luogo ideale, quindi, per perfezionare il controllo sull'intero territorio. Per questa ragione il nuovo vescovo preferi non allontanarsi dalla sede avignonese, incaricando Nicolo Alreim (nipote del precedente vescovo, Nicolo da Brno) di svolgere sia le funzioni di capitano della citta di Trento, sia quelle vicarie legate all'attivita diocesana. Ad Avignone, Gerardo da Manhac si spense una decina di mesi dopo, nell'ottobre del 1348. Fu questo un anno che viene ricordato ancora oggi tra i piu infausti di tutta la storia. Una tremenda epidemia di peste si diffuse con velocita impressionante nell'intera Europa, portandosi via un terzo della popolazione italiana, estendendosi anche al Trentino come un autentico flagello.

Gerardo Oscasali[modifica | modifica wikitesto]

Gerardo Oscasali (Cremona , Seconda meta del 1100 – sconosciuto, Verso il 1240), Vescovo di Trento.

Un Sinodo per richiamare al rispetto delle gerarchieLe scelte obbligate di Gerardo Oscasali, in bilico tra la politica della Santa Sede e quella imperialeIl sostentamento fornito dall'Oscasali alle istituzioni monacali e l'impulso all'edificazione della Cattedrale

Gerola Gino[modifica | modifica wikitesto]

Gerola Gino (Terragnolo, 1923 – Rovereto, 2006), poeta, critico letterario.

Gino Gerola fu protagonista della stagione letteraria fiorentina che negli anni '50 aveva avuto come fulcro Mario Luzi e il gruppo di Oreste Macri, Piero Bigongiani, Alessandro Parronchi. Gerola, nato a Terragnolo (Rovereto) nel 1923, laureatosi a Torino con una tesi su Dino Campana edita nel 1955 da Sansoni, trascorse gran parte della vita a Firenze, dal 1950 al 1989, dove insegno letteratura e fondo la rivista Il Quartiere che diresse dal 1958 al 1968. Collaboro anche al Nuovo Corriere di Bilenchi e a riviste come Il Ponte e Letteratura. L'esordio poetico fu nel '53 con Tempo d'avvento, seguito da altre sillogi e dai romanzi La valle, La mandra, Le stagioni dei Bortolini e dal saggio Un editore e sette fiorentini, che racconta la sua frequentazione letteraria fiorentina ed espone i tratti della sua poetica. I suoi scritti critici sono stati raccolti recentemente nel volume Lungostrada, Rovereto 1996. Cosi come le sue opere poetiche tra cui il poemetto La Valle (dedicato alla sua valle di Terragnolo), da tempo introvabili, sono state riedite in La Valle e periferia, Rovereto 2001. Negli ultimi anni viveva tra Rovereto e Folgaria.

Gerola Giuseppe[modifica | modifica wikitesto]

Gerola Giuseppe (, 1877 – , 1938), storico, archeologo, storico dell?arte, Soprintendente alle Belle Arti.

Giuseppe Gerola nacque nel 1877 ad Arsiero, nel Vicentino, da genitori roveretani, Domenico Gerola e Augusta Cofler; nel 1882 la famiglia si trasferi a Rovereto. Compiuti gli studi classici a Desenzano, nel 1894 si iscrisse al corso di Lettere dell'Universita di Padova ma l'anno seguente passo all'Universita di Firenze, dove si dedico essenzialmente agli studi storici, prediligendo l'eta medioevale e si laureo nel 1898, conseguendo pure il diploma in paleografia. Tra il 1898 e il 1899 trascorse due semestri presso universita tedesche, dapprima a Berlino alla scuola di Paul Scheffer Boichorst e poi a Friburgo (Breisgau), dove frequento i corsi dello storico medievista Heinrich Finke e approfondi lo studio della storia dell'arte e dell'architettura. Su proposta dell'illustre archeologo Federico Halbherr, nel 1899 l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti incarico il Gerola di svolgere una vasta campagna di ricerca a Creta e nelle isole dell'Egeo per studiare i resti monumentali e i documenti artistici della dominazione veneziana in Oriente. Dopo una fase preparatoria, condotta soprattutto negli archivi veneziani, nei primi giorni del 1900 il Gerola parti per la missione in Grecia e a Creta, che si protrasse fino al mese di luglio del 1902. La spedizione frutto un'imponente quantita di materiale (fotografie, rilievi, disegni, acquarelli e calchi) che venne pubblicata nei cinque grandi volumi dei Monumenti veneti dell'isola di Creta, la cui edizione impegno lo studioso per un trentennio, vedendo la luce fra il 1905 e il 1932; questa grande opera gli valse nel 1933 l'assegnazione del Premio Mussolini da parte dell'Accademia d'Italia. Nel 1903 il Gerola assunse la direzione del Museo di Bassano dove opero fino alla fine del 1906, promuovendo fra l'altro la pubblicazione del "Bollettino" del museo, con la collaborazione di Paolo Maria Tua che poi gli succedette alla direzione dell'Istituto museale. Durante l'esperienza bassanese nacquero fra l'altro le pionieristiche ricerche sui Da Ponte - tra le quali va ricordato almeno il saggio Per l'elenco delle opere dei pittori Da Ponte, del 1906 -, lo studio sulla preziosa croce processionale del Filarete nel Duomo di Bassano e il Catalogo dei dipinti del Museo. Sezione bassanese. Per i problemi di conservazione del patrimonio monumentale particolare importanza riveste il suo scritto Bassano camuffata, (1906) in cui dimostra una spiccata sensibilita verso il patrimonio edilizio antico "sulla base di una forte attenzione al contesto, al minuto lessico architettonico - senza privilegiare a priori le "emergenze" - che avrebbe poi ampliamente applicato nella sua attivita di sovrintendente trentino". Nel 1907 fu chiamato a dirigere il Museo Civico di Verona, al quale diede notevole impulso riordinandone la pinacoteca e fondando una nuova rivista, "Madonna Verona. Bollettino del Museo Civico di Verona", aperta sia agli studiosi locali che a personalita di prestigio della cultura storico-artistica internazionale. Sulla nuova rivista comparvero alcuni importanti saggi geroliani dedicati alla citta scaligera, fra cui le Questioni storiche d'arte veronese, pubblicate fra il 1908 e il 1911 e le Opere perdute di pittori veronesi edite molto piu tardi, nel 1917, quasi contemporaneamente a un altro saggio, di particolare interesse per la metodologia della ricerca, Le attribuzioni delle opere d'arte in rapporto con la scuola pittorica veronese. Dal Museo il Gerola passo alla Soprintendenza ai monumenti di Venezia, Verona e Mantova nel 1909. Per volonta di Corrado Ricci, Direttore Generale delle Belle Arti, nel 1910 gli fu affidata la Soprintendenza ai Monumenti della Romagna, con sede a Ravenna e giurisdizione sulle provincie di Ravenna, Forli e Ferrara; qui svolse la propria attivita fino al 1920, dedicandosi con particolare impegno al restauro dei monumenti bizantini e dei loro mosaici, intervenendo su opere come la chiesa di San Vitale, di cui rinvenne il primitivo sacello del V secolo, il Battistero degli Ariani, Sant'Apollinare Nuovo, il Mausoleo di Teodorico e la Cappella di Sant'Andrea nel palazzo vescovile. Allesti inoltre il Museo Nazionale nell'ex convento benedettino accanto a San Vitale e fondo la rivista "Felix Ravenna" (1911) sulla quale pubblico numerosi lavori dedicati all'arte bizantina, all'architettura "deuterobizantina" e ai restauri di monumenti in Romagna fra cui quelli della facciata di San Mercuriale a Forli e della chiesa di San Donato a Polenta; grande importanza rivestono, in questa fase, gli scritti attinenti alle problematiche di restauro, non solo per le soluzioni tecniche adottate, ma anche per il metodo seguito, in linea con la piu avanzata teoria e prassi di intervento. Per incarico dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti effettuo nell'estate del 1910 una breve missione ad Atene, nelle isole Cicladi e a Creta, per revisionare e integrare il materiale documentario raccolto in precedenza, in vista della pubblicazione del quarto tomo dei Monumenti veneti dell'isola di Creta . Due anni dopo egli effettuo un nuovo viaggio di studio per estendere le sue ricerche ad altre isole del mare Egeo, ossia Rodi e le Sporadi meridionali (il "Dodecaneso"), occupate dall'Italia in occasione della guerra italo-turca del 1912; scopo della missione, voluta dal Ministero della Pubblica Istruzione e avviata quando le operazioni militari non erano ancora state concluse, fu l'esplorazione e la catalogazione dei monumenti medioevali qui lasciati soprattutto dalla dominazione veneziana. I risultati della missione nell'Egeo furono resi noti dal Gerola in una serie di pubblicazioni, la principale delle quali, I monumenti medioevali delle Tredici Sporadi, vide la luce in due volumi nel 1914-1915. Nel corso del primo conflitto mondiale il Gerola fu incaricato dal Comando Supremo di mettere in salvo gli oggetti d'arte piu preziosi della provincia di Maritova quando, in seguito alla disfatta di Caporetto, nell'autunno del 1917 si penso di realizzare una linea di difesa sul Mincio. Dello stesso anno e la pubblicazione Materiale per il controllo delle raccolte trentine. Elenco dei cataloghi, inventari e regesti a stampa degli archivi, biblioteche, musei e raccolte varie del Trentino attraverso la quale il Gerola si riprometteva di fornire un primo strumento per la conoscenza sistematica e il censimento del patrimonio culturale conservato nelle raccolte e negli Istituti, sia pubblici che privati. Come spiegava lo stesso Gerola, questo lavoro, pur lacunoso perch "dovuto compilare in contingenze eccezionalissime", senza il supporto di ricerche effettuate nel Trentino, aveva la funzione di verificare lo stato delle raccolte dopo la conclusione del conflitto che si stava ormai approssimando, allo scopo di ricostituirne la consistenza compromessa dai trasferimenti per ragioni di sicurezza, dalle dispersioni, dalle perdite e dai trafugamenti verificatisi in occasione della guerra, soprattutto nella parte centro-meridionale del Trentino. Subito dopo la fine delle ostilita il Gerola chiese ed ottenne di essere inviato nel Trentino "con incarico da parte della Direzione Generale delle Belle Arti [ossia di Corrado Ricci, suo grande estimatore] e della Direzione Generale delle biblioteche di mettersi a disposizione del Governatorato per la tutela del patrimonio artistico, archeologico e bibliografico del paese. E cosi fu istituito l'ufficio regionale delle Belle Arti ... ". In tale modo Giuseppe Gerola, allora ancora soprintendente a Ravenna, pot mettere a frutto la sua profonda conoscenza del patrimonio culturale del Trentino per rivendicare la restituzione degli oggetti trentini trasferiti in Austria dopo la secolarizzazione del Principato Vescovile (1803). Gia a partire dal mese di novembre del 1918, quindi subito dopo l'armistizio, egli compi una serie di faticose e delicate missioni a Vienna e ad Innsbruck, che si protrassero fino al 1921 e fruttarono il recupero di opere preziose come l'Evangeliario purpureo (Codex Palatinus di Trento) del VI secolo, il Sacramentario Udalriciano del secolo XI, che contiene la piu antica cronotassi dei vescovi di Trento e il Sacramentario Gregoriano del secolo IX; essi entrarono a fare parte delle collezioni del Castello del Buonconsiglio insieme ai sei Codici Musicali del '400, di straordinaria importanza per la conoscenza della musica antica. Complessivamente una cinquantina di codici dell'antica biblioteca vescovile fecero cosi ritorno a Trento. Tra le altre opere recuperate spiccano la fontanella madruzziana di Riva del Garda e il bassorilievo mitriaco di Vipiteno. Nell'agosto del 1919, sotto l'auspicio del Comando della Prima Armata, fu aperta a Trento una mostra delle opere recuperate in Austria, che si chiuse alla fine del mese di settembre "con risultati soddisfacentissimi", come scriveva lo stesso Gerola nel Notiziario pubblicato in "Studi Trentini" nel 1920. Cosi, nel 1920, forte anche del prestigio che gli proveniva dal felice risultato delle sue missioni in Austria, il Gerola fu nominato a capo dell'"Ufficio Regionale per i Monumenti, le Belle Arti e le Antichita", con sede nel Castello del Buonconsiglio, che comincio ad operare in modo regolare a partire dal mese di marzo; l'Ufficio fu elevato a "Soprintendenza all'arte medioevale e moderna in Trento", con competenza su tutta la Regione Atesina, a decorrere dal mese di dicembre del 1923. Il trasferimento da Ravenna a Trento segno indubbiamente un momento chiave nel percorso del Gerola. Al nuovo e delicato incarico egli non giungeva certo impreparato, dopo le esperienze maturate nei musei di Bassano e Verona e dopo il diretto e assiduo esercizio dell'attivita di tutela che per un intero decennio lo aveva portato ad affrontare e risolvere complessi problemi di restauro. La nascita della soprintendenza trentina e il suo difficile avvio vennero rievocati successivamente in termini quasi entusiastici e non senza enfasi dal Morassi nel suo profilo geroliano del 1934 e dal Tua nel necrologio del 1939. Nel frattempo era nata a Trento, nel 1919, la "Societa di Studi per la Venezia Tridentina", poi Societa di Studi Trentini di Scienze Storiche; della sua rivista, "Studi Trentini" pubblicata a partire dal 1920, il Gerola fu direttore e fino alla sua scomparsa, nel 1938, assiduo collaboratore offrendo un apporto consistente di studi, segnalazioni e recensioni; fra essi e da ricordare l'utilissimo Notiziario dell'attivita di tutela e restauro svolta dalla soprintendenza che in genere veniva redatto dal Gerola e talvolta anche dall'architetto Antonino Rusconi, suo valente collaboratore e poi successore nella guida della soprintendenza trentina. Giudicato dal Morassi "il principale titolo d'onore dall'operosita svolta dal Gerola quale Sopraintendente", il restauro del Buonconsiglio impegno Giuseppe Gerola per piu di un decennio, dal 1920 al 1933. Appena il Castello cesso finalmente di essere adibito ad usi militari, al principio del 1920 egli ne intraprese con grande energia il restauro; esso venne condotto sulla scorta, come e noto, di uno studio accurato degli importantissimi documenti cinquecenteschi relativi al cantiere che erano gia stati pubblicati da Hans Semper (1895-1896; 1914) e dell'epistolario del cardinal Cles, degli anni dal 1531 al 1536, ritrovato e pubblicato dallo stesso Gerola insieme a Carl Ausserer nel 1924. Prezioso supporto per il ripristino del Castello - che aveva la finalita dichiarata di "ricondurre essenzialmente il monumento alle condizioni in cui esso si trovava all'epoca del suo massimo splendore, dopo i lavori del Clesio", non senza rinunciare a porre in luce ove possibile le strutture piu antiche, rispettando peraltro le aggiunte dell'eta barocca - fu anche l'attenta rilettura della descrizione del Castello data alle stampe da Pietro Andrea Mattioli nel 1539, Condotto quindi con scrupolo filologico, sulla base di un'approfondita conoscenza della storia e dei documenti secondo un rigoroso approccio metodologico, che il Gerola si era formato gia nei primi anni della sua attivita a contatto con la piu avanzata cultura erudita tardo-ottocentesca di matrice positivista, il restauro del Buonconsiglio - non meno della destinazione a sede museale - rappresenta effettivamente la sua opera maggiore. Su questa impresa, che allora riscosse un consenso pressoch unanime e ricevette l'apprezzamento di una delle personalita piu influenti e rappresentative della cultura del restauro in Italia, ossia di Gustavo Giovannoni, direttore della Scuola di Architettura di Roma, non e possibile soffermarsi in questa sede per una considerazione critica e una riflessione basata sugli attuali parametri di valutazione. Si puo semmai osservare che, in rapporto alla complessita e delicatezza dell'intervento, le informazioni lasciate dal Gerola all'interno della sua pur abbondante bibliografia sul Castello non risultano certo esaurienti, almeno per quanto riguarda i criteri adottati e le tecniche di restauro di volta in volta utilizzate. La sua attenzione sembra infatti principalmente rivolta agli aspetti architettonici e, si potrebbe dire, all'effetto d'insieme prodotto dal grandioso monumento dopo il suo riscatto dalle tristi condizioni in cui era stato ridotto in seguito alle guerre napoleoniche, alla fine del potere dei principi vescovi e soprattutto con l'avvento del dominio austriaco. Scarse sono infatti le informazioni sugli specifici metodi di restauro e di ripristino del ricchissimo apparato decorativo, dagli affreschi ai soffitti lignei, dalle sculture in pietra a quelle in terracotta, dagli stucchi ai preziosi lavori in maiolica. Forse proprio questa carenza nella documentazione - almeno in parte comprensibile se si tiene conto del particolare angolo visuale e dei limiti di una cultura e di una prassi di restauro allora gia piuttosto avanzata, ma pur sempre in corso di evoluzione e comunque non paragonabile a quella attuale - ha reso finora difficile una valutazione approfondita dell'intervento del Gerola sul Buonconsiglio. D'altra parte nemmeno la sua attivita come soprintendente dell'intera Regione e stata ancora studiata, sebbene la sua poliedrica figura di archeologo, storico, storico dell'arte e restauratore abbia suscitato un rinnovato interesse e nuovo fervore di studi negli ultimi anni, in occasione della ricorrenza del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Dopo aver affrontato i difficili problemi posti dalla necessita di ricostruire le chiese danneggiate dalla guerra, il Gerola intraprese restauri importanti fra cui sono da ricordare almeno gli interventi su Torre Vanga e sulla chiesa di San Lorenzo a Trento, sul Castello di Rovereto, sulla chiesa e il battistero di Vigo Lomaso e, in Alto Adige, il restauro di Castel Tirolo. Forte impulso agli studi sulla pittura medioevale, di cui si valse fra gli altri Antonio Morassi nella stesura della sua Storia della pittura nella Venezia Tridentina (1934), venne inoltre dallo scoprimento e dal restauro di importanti cicli affrescati a Sanzeno, Romeno, nel Santuario di San Romedio, a Santa Croce di Bleggio, nelle chiese di Grissiano e Naturno, nel chiostro di Bressanone, in quello di Novacella e nella chiesa dei Domenicani a Bolzano. All'interno dell'opera di valorizzazione del patrimonio culturale un ruolo speciale spetta alla creazione del Museo Nazionale e al suo allestimento all'interno del Castello del Buonconsiglio. Quando nella primavera del 1924 il Museo venne solennemente inaugurato alla presenza del principe Umberto di Savoia, con un breve discorso del Gerola, il restauro dell'edificio era ancora in pieno svolgimento al punto che pochi erano gli ambienti disponibili per il percorso espositivo; le collezioni di archeologia e d'arte antica che in gran parte provenivano dalle raccolte ottocentesche del Museo Civico di Trento, poterono infatti essere sistemate solo al secondo piano del Castello, nell'appartamento clesiano del Magno Palazzo. Negli anni '20 ed anche nel decennio successivo, pur occupandosi in modo intensivo di temi e problemi attinenti al Trentino e all'Alto Adige, Giuseppe Gerola non lascio mai venire meno i suoi antichi interessi di studioso, con una particolare predilezione per la storia medioevale (i Castelbarco, i principi vescovi di Trento ... ), per la ricerca archeologica nelle isole della Grecia e per l'arte bizantina a Ravenna e in Oriente, La sua produzione scientifica prosegui intensa, apparentemente non frenata - o forse addirittura stimolata? - dalle gravose responsabilita di tutela dei beni culturali presenti sull'intero territorio regionale. Mossa da una singolare molteplicita di interessi, la sua vulcanica attivita di studioso continuo a svolgersi come in passato con lo sguardo aperto su un ampio orizzonte culturale, ma anche in modo frammentario e talora dispersivo: in sostanza, ancora nell'alveo della grande erudizione storica e storico-artistica ottocentesca. Rare furono cosi le opere di sintesi e le ricerche sistematiche. Nondimeno si possono evidenziare, per il loro grado di coerenza e continuita, alcuni particolari filoni di ricerca: oltre, naturalmente, agli studi sul Castello del Buonconsiglio e su oggetti delle collezioni, gli interessi per l'iconografia storica, per problemi di tutela e restauro, le riflessioni sui problemi posti dall'inserimento dell'architettura moderna nel contesto antico e dal suo rapporto con la tradizione edilizia locale; inoltre l'attenzione per la toponomastica e la storia dell'Alto Adige, ivi comprese questioni delicate come l'"italianita", la "romanita", la "latinita" dell'Alto Adige e dell'"arte ladina"; argomenti, questi ultimi, naturalmente oggetto di acceso dibattito nel clima che si respirava nella Regione Atesina dopo la vittoria italiana del 1918, soprattutto con l'affermazione del nazionalismo e, successivamente, del regime fascista. L'approccio del Gerola verso il patrimonio culturale fu essenzialmente quello di uno storico particolarmente versato nell'indagine archivistica; piu che a contribuire in modo diretto alla costruzione di una storia dell'arte della Regione Atesina, egli sembro interessato ad incrementare lo studio delle cosiddette discipline ausiliarie: l'archivistica, l'epigrafia, l'iconografia, la numismatica, l'araldica, la sfragistica ed altre ancora. Il Gerola fu sempre alieno da una concezione della storia dell'arte come disciplina "autonoma", da coltivare entro gli ambiti ristretti, e quindi inevitabilmente elitari, dell'attribuzionismo o dell'accademia. Come storico Giuseppe Gerola si formo, come storico opero poi, sempre, lungo tutto l'arco della sua esistenza, attento al dato concreto e continuamente alla ricerca di conferme documentarie, anche negli studi di tema prettamente storico-artistico. Questo fu forse il senso piu profondo della sua produzione scientifica, svoltasi in un'ottica interdisciplinare, perseguita con tenacia e rigore, e proprio per questo tanto feconda di risultati.

Gervaso[modifica | modifica wikitesto]

Gervaso (, – , ), martire.


Giacomelli Antonietta[modifica | modifica wikitesto]

Giacomelli Antonietta (, – , ), .