Schießbefehl

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Il termine tedesco Schießbefehl (in italiano ordine di sparare) fu un termine comune per riferirsi alla disposizione permanente per gli incaricati del pattugliamento delle frontiere dell'ex Repubblica Democratica Tedesca, (RDT o Germania Est), per impedire la fuga dei cittadini con tutti i mezzi possibili, inclusa l'uccisione dei trasgressori. Tale disposizione valse a partire dal 1960 fino al 1989, anche se in forme differenti. Nel 1982 tale pratica venne ufficializzata nel paragrafo 27 della Legge di Confine. In precedenza gli ufficiali e i membri del regime della DDR avevano spesso negato l'esistenza di questa indicazione.

Vittime del Schießbefehl[modifica | modifica wikitesto]

La prima vittima della disposizione che si possa annoverare, risale già al periodo di costruzione del Muro di Berlino, più precisamente al 29 agosto 1961. Si tratta di Roland Hoff, un uomo di 27 anni che cercava di raggiungere Berlino Ovest a nuoto. Gli fu intimato di interrompere la sua fuga e furono sparati dei colpi di avvertimento. Vedendo che Hoff proseguiva nella fuga, fu ucciso con una fucilata.

Indagini ufficiali hanno accertato 421 casi di vittime alla frontiera interna tedesca, ma il Museo del Muro di Berlino presso il Checkpoint Charlie parla di 1245 vittime. Solo nei pressi del Muro di Berlino le vittime accertate sono state 136.

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