Galvarino

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Galvarino con le mani tagliate dai soldati spagnoli

Galvarino (... – 30 novembre 1557) fu un famoso guerriero Mapuche che prese parte alle prime fasi della guerra di Arauco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Battaglia di Lagunillas[modifica | modifica wikitesto]

Combatté e fu fatto prigioniero con altri 150 Mapuche nella battaglia di Lagunillas, contro García Hurtado de Mendoza. Processati per insurrezione, questi prigionieri furono condannati all'amputazione della mano destra e del naso. Ad alcuni, tra cui Galvarino, furono amputate entrambe le mani.[1] Galvarino e gli altri furono rilasciati come avvertimento per il resto dei Mapuche. Mendoza lo mandò ad informare il generale Caupolicán del numero e del valore degli spagnoli entrati nelle loro terre, per incutergli timore, in modo che potesse sottomettersi senza spargimenti di sangue.[2]

Tornato dai Mapuche si presentò davanti a Caupolicán ed al consiglio di guerra, mostrando le proprie mutilazioni, piangendo per chiedere giustizia ed una più grande rivolta Mapuche contro gli invasori spagnoli, come quelle operata da Lautaro. Grazie al suo essere impavido e al suo valore militare fu nominato dal consiglio di guerra a capo di uno squadrone. Facendosi legare due coltelli al posto delle mani amputate, combatté al fianco di Caupolicán nella successiva campagna fino alla battaglia di Millarapue, dove il suo squadrone affrontò quello dello stesso governatore Mendoza.

Battaglia di Millarapue[modifica | modifica wikitesto]

«Giunse comandando come un sergente ed animando i suoi uomini in questo modo: "Ea, miei fratelli, vedo che state combattendo molto bene, non vorrete essere senza mani come me, e non essere in grado di lavorare né di mangiare, se non vincete!". E sollevò le proprie braccia, mostrandole per convincerli a combattere con maggiore spirito e dicendo loro: "Quelli che state per combattere le tagliarono, e lo faranno con chiunque cattureranno, e nessuno potrà fuggire ma dovrà morire, perché morite difendendo la vostra madre patria". Si spostò davanti allo squadrone, e disse con voce potente che sarebbe morto per primo e che, anche senza le mani, avrebbe fatto il necessario con i denti»

«Miei fratelli, perché avete smesso di attaccare questi cristiani, vedendo i danni causati dal momento in cui sono entrati nel nostro regno? E ancora faranno a voi quello che vedete hanno fatto e faranno? E ancora faranno quello che vedete hanno fatto a me, amputandomi le mani, se non sarete precisi nel portare la maggior distruzione possibile su queste persone per conto nostro, per i nostri bambini e le nostre donne»

In ogni caso il commando di Mendoza sconfisse la divisione di Galvarino dopo un'ora di combattimento, vincendo la battaglia, uccidendo 3000 indiani, e catturandone oltre 8000 compreso lo stesso Galvarino.[3] Mendoza ordinò di giustiziarlo gettandolo tra i cani.[4] Secondo quanto riportato da Alonso de Ercilla ne "La Araucana", invece, Galvarino venne impiccato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jerónimo de Vivar, Crónica, Capitolo CXXXII
  2. ^ Pedro Mariño de Lobera, Crónica del Reino de Chile, Libro 2, Capitolo IV
  3. ^ Lobera, Crónica, Libro 2, Capitolo IV
  4. ^ Vivar, Crónica, Capitolo CXXXIII, "Y aquí se prendió y le mandó el gobernador aperrear"

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]