Discussione:Zecca di Marciana

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Sull'esistenza della zecca di Marciana[modifica wikitesto]

Questa nota del 29 marzo 2016 è di Utente:Lucia travaini

NOTA L'esistenza di una zecca a Marciana, accennata da Zanetti, non trova conferme numismatiche e soprattutto gli ambienti nei quali oggi si presume abbia avuto sede non sono assolutamente idonei all'uso come zecca. Anche per zecche molto importanti e monumentali erano necessari aria e acqua per quasi tutte le fasi della lavorazione e la struttura sotterranea attuale sede del 'Museo Numismatico' non presenta nessun requisito idoneo (in genere si aveva un cortile interno con pozzo centrale su cui si affacciavano le officine. Gli ambienti sotterranei di cui si tratta avrebbero potuto essere usati come deposito di materiali prima di essere inviati alla zecca che doveva avere altra ubicazione. La storiografia italiana (e non solo) presenta molti casi di zecche "inventate", o per lo meno ingigantite, per amor patrio (quasi un mito delle zecche. Si vedano in merito: L. Travaini, Sedi di zecca nell’Italia medievale, in I luoghi della moneta. Le sedi delle zecche dall’antichità all’età moderna, Atti del Convegno internazionale, 22-23 ottobre 1999, Milano, 2001, pp. 69-85. L. Travaini, Le zecche italiane, in Le zecche italiane fino all’Unità, a cura di L. Travaini, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 2011, pp. 31-122. L. Travaini, s.v. Marciana, in Le zecche italiane fino all’Unità, a cura di L. Travaini, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 2011, p. 839.

--Pep-k (msg) 15:30, 29 mar 2016 (CEST)[rispondi]

A me sembra che, viste anche le ulteriori fonti riportate, la c.d. "zecca di Marciana" o non è mai esistita o non ha mai svolto attività di coniazione (non credo neanche che sia l'unica). Resta aperta la discussione di cosa fare della voce. --zi' Carlo (dimme tutto) 18:48, 29 mar 2016 (CEST)[rispondi]

Dopo l'autorevole intervento di Lucia Travaini, non si può che essere d'accordo con Zi' Carlo (dimme tutto): cosa fare della voce? A mio parere, visto che le basi scientifiche dell'esistenza della zecca di Marciana sono evanescenti, occorrerebbe evitare che la voce stessa servisse da 'estensioni' fantasiose, come quella rinvenuta in rete nella sintesi “Storia di Piombino” (infol.it) nella quale si afferma, senza alcun fondamento, che “Iacopo IV fu il primo a far coniare monete d’oro presso la zecca che si trovava nel paese di Marciana, all’Isola d’Elba”. A proposito di Zanetti ( basta leggere la presentazione del suo libro per capire quanto fosse dedito all'esaltazione del Principe) vorrei aggiungere che egli afferma che nell'isola c'era un'altra zecca a Rio nell'Elba, di cui, guarda caso, non ci sono tracce né storico-archivistiche, né monetali, né archeologiche. Non si può non sottolineare, inoltre, che la zecca di Marciana è bellamente ignorata sia dagli attenti eruditi elbani del tempo, sia dai pignoli viaggiatori/scrittori del  ‘Grand Tour’ (XVIII-XIX secolo), sia da qualsivoglia fonte documentaria o archivistica. Se, dunque, a Marciana una zecca c'è mai stata, bisogna andare a cercarla, come dice Lucia Travaini, da un'altra parte, non in quello straordinario ipogeo cruciforme scavato a sottrazione in un durissimo sperone di roccia granodioritica. Che senso avrebbe avuto per i Principi Appiani o Boncompagni Ludovisi impegnarsi per anni in un lavoro titanico (escavazione di almeno 150 tonnellate di granito) ed estremamente dispendioso, mentre avrebbero potuto costruire un bel palazzotto, spazioso e pieno di luce, con un notevolissimo risparmio di tempo e di denaro? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Michelangelo Zecchini (discussioni · contributi).