Discussione:Valeria Fedeli

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Il link 2) è sbagliato e porta altrove Antonella De Gregorio, Fedeli e il giallo della laurea: «Mente sul titolo di studio». Ultrà cattolici: «Porterà la teoria gender a scuola», in Corriere.it, 14 dicembre 2016. URL consultato il 14 dicembre 2016. (in realtà porta a http://www.bedetheque.com/serie-96-BD-Bernard-Prince__1.html ) Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 77.57.72.109 (discussioni · contributi) 09:57, 14 dic 2016 (CET).[rispondi]

Controversie[modifica wikitesto]

Ho tolto la storia della "mancata candidatura". C'è un problema di fondo: Wikipedia non fa una rassegna stampa e non deve dare conto di ogni cosa che compaia sulla carta stampata o peggio ancora sui social. Fra 10 mesi (malgrado siano richiesti 10 anni) non si parlerà dell'opinione del politico X (Adinolfi) sulla politica Y (Fedeli), magari non si parlerà di entrambi tout court. Io casserei l'intero paragrafo ma visto il malcostume imperante di abdicare al recentismo direi di ridimensionare anche il paragrafo sulla "paracadutata", trattandosi di normale querelle fra le sezioni locali di due partiti in opposizione fra loro. --Vito (msg) 10:49, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

Completamente d'accordo! --Bachicco (msg) 11:04, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Sarei per eliminare totalmente la presunta polemica sulla candidatura o almeno ridimensionare drasticamente--Jose Antonio (msg) 11:12, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Anche io, per i motivi che ha già spigato Vito. Peraltro la funzione del governo è temporanea, ed ha anche la finalità di andare ad elezione anticipate... La questione non è certamente enciclopedica, posta così. --Bachicco (msg) 11:27, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ma anche se dura fino al 2018 6 giorni di governo che non ha ancora fatto in tempo a dare la cera sui banchi di Montecitorio non sono niente in una prospettiva storica. --Vito (msg) 11:28, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Vito, ne approfitto per salutarti! Spero ti vada tutto bene! La questione sulla politica di genere (presente nella voce da prima della polemica sul titolo di studio e da me ridimensionata) aiuta, a mio avviso, semplicemente a inquadrare il contesto sociale da cui proviene la forte polemica mediatica sulla formazione (che, conseguita in un vecchissimo ordinamento di studio, è equivalente a quello attuale per la professione di assistente sociale). --Bachicco (msg) 11:36, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

[ Rientro] la polemica sollevata da Adinolfi sulla c.d. teoria gender non è un argomento da Wikipedia. Oggi c'è e domani si parlerà di altro. Se tra qualche mese sarà ancora presente, se avrà conseguenze se ne potrà riparlare. Al momento è informazione da wikenews o da Adinolfipedia. Se non ci sono motivi seri per tenerla la casso. --zi' Carlo (dimme tutto) 12:24, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

Cosa vuol dire "oggi c'è e domani si parlerà di altro"? Proprio nell'ambito della contestazione sul titolo di studio c'è stata la rilevante polemica sull'ideologia gender. Ognuno deduca, da questo, ciò che vuole... ma non c'è alcun motivo per cassarla. Io sono contrario. L'informazione aiuta a comprendere il contesto della polemica sulla formazione personale, che, come riportato dalle fonti, nasce contestualmente alla polemica sul titolo di studio (da Adinolfipedia anch'essa perché l'ha avviata Adinolfi?). Se si riporta la questione sul titolo di studio è doveroso riportare anche la questione sull'ideologia gender: proprio da chi lamentava l'assenza di una adeguata istruzione personale è partita la contestazione sull'ideologia gender (Si vedano le fonti citate, tutte del tono: "«Mente sul titolo di studio». Ultrà cattolici: «Porterà la teoria gender a scuola», in Corriere della Sera. URL consultato il 15 dicembre 2016."). L'informazione è stata inserita da altri utenti che hanno contribuito alla voce, io l'ho salvaguardata da informazioni nopv, è prevedibile che sarà reinserita... quindi conviene parlarne correttamente per completezza. --Bachicco (msg) 14:12, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
A me sembra che se A. critica B. la info al massimo starebbe meglio sulla voce su A. Mo sembra anche se che corriamo appresso a tutte le sciocchezze che dicono i politici invece di fare enciclopedia facciamo i giornalisti e più bravi di noi e più informati ce ne sono a migliaia. Io avrei aspettato, prima di intervenire ulteriormente, le opinioni di altri che sono già intervenuti in questa sede, a cominciare da Utente:Vituzzu. --zi' Carlo (dimme tutto) 15:07, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
In generale io sono d'accordo con te (eccetto che per l'idea che se A è criticato da B, quest'ultimo non debba avere riferimenti alla critica... basta vedere i numerosi commenti giornalistici che ha suscitato la critica per rendersi conto che diventa argomento per entrambe le voci), io applicherei la stessa considerazione perfino alla polemica del titolo di studio... Infatti esistono norme italiane che dichiarano il diploma di assistente sociale equivalente al titolo universitario (che sarà istituito in sostituzione del predetto diploma). Anche la questione del titolo di istruzione secondaria superiore è una notizia che, come posta, non fa onore alla professione dei giornalisti. Ci sono sentenze discordanti della stessa corte di cassazione, che recentemente (un decennio fa) prima l'ha considerato totalmente titolo di istruzione secondaria superiore, poi titolo di istruzione secondaria superiore solo ai fini professionali ma non ai fini universitari. Perché? Perché si tratta di un ordinamento di studi vecchissimo, non è corretto metterlo in contrapposizione al nuovo ordinamento senza considerare il contesto storico. Ora, come ho spiegato, se non si fa riferimento alla polemica sulla teoria gender (teoria che neanche esiste), come si fa a comprendere il contesto da cui è scaturita la polemica mediatica sul titolo di studio di cui si intende trattare nella sezione "controversie e polemiche"? --Bachicco (msg) 15:29, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Le considerazioni di Vituzzo non hanno riguardato direttamente l'argomento sul gender, a dire il vero, sei stato proprio tu a cassare la questione che era diventato oggetto di discussione a seguito delle modifiche di Vituzzo. --Bachicco (msg) 15:45, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

Come dalle fonti normative, riportate nelle note, il titolo magistrale triennale, abilitante all'insegnamento nella scuola dell'infanzia, è di scuola secondaria superiore, a differenza delle qualifiche di istruzione professionale.--Bachicco (msg) 12:11, 27 feb 2017 (CET)[rispondi]

Maschile e femminile[modifica wikitesto]

Ho notato che l'appellativo di "ministra" è stato corretto, declinandolo al maschile. Nella comunicazione istituzionale è usato il femminile: http://www.istruzione.it/allegati/2016/1215_Intervento_PremioDeSanctis.pdf Ci sono indicazioni riguardo l'argomento? --Bachicco (msg) 11:20, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Lavoro al comune di Milano[modifica wikitesto]

In questo articolo del Corriere della Sera, Valeria Fedeli dichiara "Sono andata a lavorare al Comune di Milano entrando al 7° livello e andando via allo stesso livello". Il 7° livello del contratto collettivo nazionale Regioni-Autonomie Locali (che corrisponde all'attuale categoria D1 - Funzionario amministrativo) è la seconda più alta categoria di inquadramento dei dipendenti pubblici delle amministrazioni comunali (negli anni 1970 corrispondeva ad capoufficio quasi al vertice della struttura amministrativa, tenuto conto che all'epoca non esistevano i dirigenti). Ora, tenuto conto che (vista anche la sentenza del consiglio di stato) il diplomino triennale da maestra di scuola materna non consente (e non consentiva neanche negli anni 1970) l'accesso a posizioni di funzionario (consentiva appunto di diventare solo "maestra di scuola materna", che nel 1970 corrispondeva al 3° - massimo 4° - livello), il dubbio è: come ha fatto Valeria Fedeli a "entrare al 7° livello e andando via allo stesso livello"? --Holapaco77 (msg) 13:30, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Forse ha assunto il ruolo di coordinatrice didattica, una sorta di preside di una piccola scuola materna nelle scuole comunali di Milano. Potrebbe anche essere che abbia partecipato a procedure concorsuali con il titolo di assistente sociale, ma, per esperienza diretta, posso dirti che vi sono altri afferenti alla categoria D negli enti locali in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore, assunti nell'ambito di procedure concorsuali riservate al personale in servizio.. es. nel settore sociale-educativo, contabile e edile (insegnanti tecnico-pratici, educatori, geometri, ragionieri ecc). --Bachicco (msg) 11:07, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]
[@ Bachicco] Forse non hai letto bene: è entrata di ruolo a tempo indeterminato direttamente al 7° livello (NO procedura interna riservata al personale in servizio e NO progressione verticale di carriera). Quindi il dubbio resta su come abbia fatto a partecipare ad una procedura concorsuale per una funzione apicale (7° livello) riservata a neoassunti esterni con un titolo che non consente di accedere (dall'esterno) al 7° livello. Inoltre la ministra ha riferito di non aver mai utilizzato il titolo di assistente sociale (che oltretutto non serve per lavorare alla scuola materna). --Holapaco77 (msg) 13:16, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ho letto bene:) ..Direttamente lo stai dicendo solo tu, la ministra potrebbe aver dichiarato l'ultimo livello raggiunto... (Gli enti locali, ai fini dell'accesso al ruolo di coordinatore didattico, valutano tutt'oggi diversi titoli di studio e di servizio, compreso quello di AS, fermo restando il titolo abilitante all'insegnamento). Forse a questa curiosità può rispondere solo la ministra. --Bachicco (msg) 15:49, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]
«Sono andata a lavorare al Comune di Milano entrando al 7° livello e andando via allo stesso livello» --Holapaco77 (msg) 09:20, 22 dic 2016 (CET)[rispondi]
Confermo che non hai letto bene: dice di essere entrata direttamente al VII livello, facendo la maestra, e inoltre la tua affermazione «vi sono altri afferenti alla categoria D negli enti locali in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore» non ha senso, dato che all'epoca TUTTI potevano entrare in categoria D con il diploma di istruzione secondaria superiore (la laurea è richiesta da non più di una quindicina d'anni), ma il problema è che LEI NON AVEVA NEMMENO QUELLO. Oltretutto ci sono svariate sentenze del Consiglo di Stato che stabiliscono che il diploma deve essere conseguito a séguito di corso quinquennale e dunque neanche se avesse avuto la maturità magistrale (ma ribadisco che non aveva neanche quello) non avrebbe potuto accedere al VII livello. Per la cronaca, il VII livello (o VII qualifica funzionale) era istruttore direttivo, già capufficio della vecchia carriera direttiva. Funzionario era l'VIII. Però con la cosiddetta privatizzazione sono stati ricondotti entrambi alla categoria D, anche se una norma transitoria del contratto, esaurita nel 2000 (anche se ha prodotto strascichi e contenziosi), dispone che coloro che erano già in servizio al VII livello venissero collocati in posizione economica D1, chi al VII led in posizione D2 e chi all'VIII in posizione economica D3. --159.213.32.228 (msg) 11:51, 21 feb 2017 (CET)[rispondi]
Altra cosa: lei non aveva il titolo di assistente sociale. Il diploma UNSAS non solo non aveva alcun valore legale come titolo di studio, ma non aveva neanche valore di qualifica professionale, e comunque non poteva abilitare a una professione che neanche esisteva. La regolamentazione della professione di assistente sociale e l'istituzione del titolo sarebbero infatti arrivate circa dieci anni dopo. Fu fatta una sanatoria che riguardava solo chi già svolgeva la professione di A.S. di fatto, ma non era il caso della Fedeli. --159.213.32.228 (msg) 11:53, 21 feb 2017 (CET)[rispondi]
Io mi riferisco al curriculum istituzionale, dal quale non si evince questa immediatezza di cui parli... Comunque in generale non sono d'accordo, anche perchè conosco direttamente la realtà del Comune di Milano. Se per il profilo di coordinatore di scuola dell'infanzia è necessaria l'abilitazione all'esercizio della professione di insegnante si è valutata solo quella, a prescindere del percorso di studi triennale o quinquennale. Infatti la normativa regionale tuttora prevede l'accesso al ruolo di coordinatori pedagogici al personale abilitato all'insegnamento, a prescindere dal percorso di studi... Altra cosa, il suo diploma di assistente sociale ha pieno valore ai fini della professione, lo ha persino chiarito la presidente dell'ordine degli assistenti sociali, ma la normativa era già chiara --Bachicco (msg) 17:16, 28 feb 2017 (CET)[rispondi]
[@ Bachicco] Assolutamente falso! L'attuale normativa regionale della Lombardia prevede la laurea universitaria per poter accedere al profilo di coordinatore pedagogico (così come il CCNL Regioni e Autonomie Locali prescrive oggi il possesso della laurea per accedere oggi a qualunque profilo di categoria "D"). In che senso "non si evince questa immediatezza"? Premesso che Valeria Fedeli ha dichiarato testualmente: "Sono andata a lavorare al Comune di Milano entrando al 7° livello", che cos'è che non evinci? --Holapaco77 (msg) 12:06, 1 mar 2017 (CET)[rispondi]
Falso! L'attuale normativa, che tu stesso hai citato, prevede anche DIPLOMA più servizio come educatore d'infanzia per assumere il ruolo di coordinatore pedagogico degli asili nido... ad ogni buon conto stai parlando degli asili nido, Sai che non sono la scuola dell'infanzia, si? Fai una ricerca circa la normativa regionale vigente ai tempi dell'immissione in ruolo del Ministro Fedeli... si potrebbe fare un accesso agli atti al Comune di Milano, infatti tuttora sono presenti diverse persone in possesso del diploma di abilitazione all'insegnamento triennale che ricoprono l'ex 7° livello, anche in posizioni di coordinamento... per quanto mi riguarda, io rimango a quanto dichiarato dal Ministro, e non ho alcun motivo per dubitarne, sia rispetto all'evoluzione dei CCNL che della normativa regionale e nazionale in materia di servizi di istruzione per l'infanzia.
All'epoca bastava il diploma, certo, ma ci sono centinaia di sentenze (anche citate su Wikipedia in altri articoli) che stabiliscono che per diploma si intende il titolo finale (maturità o, dal 1998, diploma conclusivo) di scuola secondaria di secondo grado, non dunque il diploma di abilitazione all'insegnamento nelle scuole del grado preparatorio, che è assimilabile a una qualifica di istituto professionale o a un diploma di maestro d'arte (diverso dalla licenza di maestro in arti applicate). --159.213.32.228 (msg) 10:25, 21 lug 2017 (CEST)[rispondi]
(nell'ordinamento italiano ogni titolo avente valore legale ha una sua specificità, non vi è una similitudini fra qualifiche professionali, diplomi di maestro d'arte e diplomi di maestra di grado prepararatorio o di scuola materna (attivati in epoche diversi ed afferenti a specifici ordinamenti: professionale, artistico e magistrale), se non la durata dei percorsi... inoltre, correggo una ulteriore inesattezza: nel nostro ordinamento esiste il "diploma di maestro d'arte" conclusivo degli istituti d'arte ordinari, anche detto licenza da provvedimenti ministeriali, e la maturità d'arte applciata - la dizione "licenza di maestro d'arte applicata" non esiste - che si congesugue al termine di un percorso sperimentale... il diploma di maestro d'arte era un titolo che dava accesso alle accademie di belle arti)Bachicco (msg) 15:23, 19 ago 2017 (CEST)[rispondi]

A me la frase scritta dal ministro Fedeli, "Sono andata a lavorare al Comune di Milano entrando al 7° livello", non mi consente di dire nulla circa i tempi necessari per ragioniere il 7° livello... anche nella scuola dell'infanzia statale, sia maestre diplomate che laureate accedono allo stesso livello stipendiale Ad ogni buon conto... Buona giornata! ;) --Bachicco (msg) 15:45, 1 mar 2017 (CET)[rispondi]

La scuola statale non comprende gli asili nido, che non c'entrano niente con la scuola materna / scuola dell'infanzia. La stessa Fedeli sta facendo una riforma che farà rientrare l'asilo nido nel sistema di istruzione, ma sino ad ora non è stato così, e asili nido statali non esistono. --159.213.32.228 (msg) 10:25, 21 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Qui si parla di scuola dell'infanzia (già scuola preparatoria, già scuola materina) per bambini dai 4 ai 5/6 anni, che non è l'asilo nido, il servizio sociale a carattere educatico per bambini da 0 a 3 anni. La scuola dell'infanzia è statale o paritaria, quest'ultima gestita da comuni e altri enti locali o da enti privati. Bachicco (msg) 15:14, 19 ago 2017 (CEST)[rispondi]

Errori di genere[modifica wikitesto]

Giorni fa ho corretto alcuni errori di genere presenti nella pagina, ho visto però che che alcune delle correzioni sono state annullate dall'utente Carlomorino. Posso sapere perché? Nerone Cirase (msg) 09:56, 01 nov 2017 (CET)[rispondi]

[@ Nerone Cirase] Perché questo tipo di intervento richiede una decisione condivisa che al momento non sembra esserci. Quando ci sarà ... --Carlomorino (msg) 11:32, 1 nov 2017 (CET)[rispondi]

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