Discussione:Storia del Veneto

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Problemi della pagina[modifica wikitesto]

La pagina era affetta da soggettività e scarsa enciclopedicità. Mi sono adoperato per renderla il più possibile neutrale cercando di focalizzarmi sui fatti più che sulle opinioni. Ocia87 (msg) 03:14, 2 gen 2010 (CET)[rispondi]

Perplessità[modifica wikitesto]

Nella voce sta scritto:

1) ...In epoca augustea il territorio dei veneti venne unificato e dotato di riconoscimento ufficiale con la creazione della Regio X Venetia et Histria. La città maggiore era Aquileia, sebbene il concetto di 'capitale regionale' fosse estraneo alla pensiero istituzionale dell'Alto Impero. Diocleziano la trasformò in Provincia Venetiae et Histriae, mantenendone i confini sostanzialmente inalterati. ... Mi pare che Augusto diede solo il nome di Regio X e che la denominazione Venetia et Histria fu aggiunta da Diocleziano. Se così non fosse si prega di citare le fonti primarie o secondarie (se attingono a fonti primarie andate perse). 2)...Il processo di romanizzazione della Venetia è avvenuto in maniera graduale e senza traumi o conquiste manu militari, dato che veneti e romani erano popoli alleati. Le relazioni politico-militari con i romani iniziano nel III secolo a.C. : nel 225-222 veneti e cenomani stringono un'alleanza militare con Roma contro gli insubri, i boi e i gesati, fornendo secondo Polibio un contingente di 20.000 uomini. I galli saranno battuti nella storica battaglia di Clastidium nel 222. Nel 181 a.C. la deduzione della colonia latina di Aquileia comportò un rafforzamento dei tradizionali rapporti di collaborazione fra veneti e romani. Aquileia sorse al limite del territorio dei Veneti;nessuna colonia infatti venne mai fondata sul territorio dell'alleato veneto. [senza fonte] Benché la regione fosse stata posta sotto il regime provinciale (provincia di Gallia Cisalpina), la romanizzazione delle élite locali continuò senza sosta. Dopo la guerra sociale nell'89 a.C. Gneo Pompeo Strabone promosse la lex Pompeia de Transpadanis. Tale legge concedeva lo Ius Latii, il diritto del latini ai centri indigeni veneti. Tra le comunità che dovettero godere di questo privilegio fra ci furono, fra gli altri, Verona, Vicenza, Padova, Feltre e Belluno. La completa integrazione delle comunità venete nell'orbe romano avvenne nel 49 a.C. con la concessione del plenum ius, cioè della piena cittadinanza romana, da parte di Giulio Cesare. ... Secondo me si dovrebbe specificare che il "processo di romanizzazione" non comporta nè la sostituzione etnica nè la perdita dell'identità, delle tradizioni e delle istituzioni locali ma un processo complesso di parziale sostituzione, di aggiunte o integrazione e di parziale conservazione. Un esempio sono le feste patavine a cui partecipava il senatore Trasea Peto, partecipazione che dispiaceva a l'imperatore Nerone il quale avrebbe preferito che il senatore padovano restasse a Roma e partecipasse alle concomitanti feste romane (Tacito: ... Tale risentimento era tanto più aspro in quanto lo stesso Trasea in Padova, dove era nato, aveva cantato in paludamento da tragedia nelle solenni celebrazioni (cioè i giochi Cetasti) in onore del troiano Antenore.). Alberto Pento--79.38.249.59 (msg) 06:58, 17 giu 2014 (CEST)[rispondi]

Manca tutto l'apporto storico delle genti galliche e celtiche nell'area friulana, cadorina, veronese, trevisana, padovana, veneziana e vicentina: testimoniato dalla toponomastica (Asolo, Treviso, Udine, Aquileia, Chioggia/Clodia/Cioxa), degli etnici (Carnia e carni, Cadore e cadorini, cenomani), dalle iscrizioni in lingua venetica, dalle divinità e dalle leggende popolari. Manca anche tutto l'apporto delle genti retiche nell'area veronese, vicentina e trevisana. Manca tutta la parte relativa alla Culture di Hallstatt, di Este e di la Tène. Manca l'apporto degli euganei per esempio nella composizione etnica del veronese (stando a Plinio). Manca anche tutta la storia-preistoria dei palafitticoli, dei terramaricoli, dei castellieri, dei villaggi arginati, delle città protourbane che stanno alla base della costituzione culturale, linguistica, etnica, istituzionale, urbana, stradale del Veneto o dell'area veneta. Insomma mancano tutte le parti più antiche, importanti e di rilevante spessore archeologico e antropologico della storia-preistoria veneta. Quando si tratta dell'area veneta è riduttivo riferirsi esclusivamente alla componente etnica dei soli veneti di certa tradizione storiografica e mitica; l'area veneta ha una molteplicità vivificante di apporti etno-culturali susseguitisi nel corso dei millenni a partire dal Mesolitico. Anche la lingua delle iscrizioni venetiche non è riferibile ai mitici veneti di provenienza anatolica. Manca anche l'apporto etrusco (Adria e Spina) e illiro-dalmatico-istriano. A queste stratificazioni e fusioni etno-linguistico-culturali si sono poi aggiunte quelle di epoca romana, quelle de epoca medioevale o germanica e quelle di epoca bizzantina e veneziana. Tutto l'impianto stradale, urbano, economico, etnico-culturale e linguistico dell'area veneta affonda in radici antiche a partire dal Paleolitico in particolare con i primi insediamenti palafitticoli e le vie della transumanza e commerciali padano-venete e alpine d'epoca eneolitica. Alberto Pento--79.38.249.59 (msg) 06:58, 17 giu 2014 (CEST)[rispondi]