Discussione:Socinianesimo

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Sociniànesimo. La Chiesa Sociniàna iniziò il suo cammino di fede quando la dieta della Chiesa Riformata Polacca del 1564 decretò l'esclusione degli antitrinitari. Si determinò una separazione tra un’ecclesia major calvinista ed un’ecclesia minor che prese il nome di Chiesa dei Fratelli Polacchi. Il loro centro di riferimento fu la cittadina di Raków. Un punto di svolta fondamentale per l'ecclesia minor fu l'arrivo in Polonia nel 1579 di Fausto Socini che divenne ben presto la guida di tutti gli unitariani locali, tant’è che al sinodo di Brest del 1588 riuscì nell'impresa di unire tutti i gruppi antitrinitari che in suo onore assunsero la denominazione di sociniàni. Tra il 1603 ed il 1605 fu redatta la loro professione di fede: il Catechismo di Raków. Le idee sociniàne, perseguitate in tutti i paesi cattolici, luterani e calvinisti, emigrarono un po’ dappertutto, soprattutto in Olanda, e poi in America dove si confusero nel mare dell’unitarianèsimo. Il Sociniànesimo è un movimento teologico-morale che, partito dalla riforma protestante, giunse ad un’interpretazione razionale delle scritture. Questa corrente evangelica proclama l’unità indivisibile di Dio, l’umanità di Gesù, la positività dell’uomo e l’occasione di salvezza offerta ad ogni essere umano. Essa è basata sulla ragione, il libero arbitrio, la tolleranza e il rifiuto d’ogni dogma. I seguaci di Fausto Socini sono cristiani unitariani adoranti poiché pongono al centro della loro fede la parola dell’Uomo di Nazareth che ritengono degno di essere adorato giacché ha vissuto, agito e insegnato secondo le intenzioni del padre nostro. Dio è un padre buono e amorevole che ha affidato all’umanità i beni terreni dai lui originati, e offre a tutti gli uomini gli stessi doni spirituali: l’amore che ci permette di vivere in pace col nostro prossimo; la coscienza che c’incoraggia verso il bene e ci accusa quando facciamo del male; la ragione che ci aiuta nella conoscenza e a formarci opinioni sul mondo e su Dio; il libero arbitrio che ci consente di decidere se seguire il bene o il male; Il quinto dono è Gesù che è la via, la verità e la vita. Il Salvatore ci ha liberato dall’ignoranza rivelandoci la volontà del Padre, la nostra vocazione e il nostro dovere. Il Creatore vuole che i suoi figli si distribuiscano in pace e comunanza i beni da lui originati, senza disperderli o sciuparli. A loro ha dato la vocazione di costruire il Regno in questa vita terrena, perciò essi devono contribuire individualmente, sia nei rapporti sociali sia nelle istituzioni e nelle strutture della società civile, affinché sulla terra imperino la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la pace e il rispetto degli altri e della natura. Gli esseri umani, di conseguenza, sono chiamati ad un forte impegno etico fondato sul magistero dell’Evangelo, con particolare riferimento al Sermone sul Monte. Così la pietà del Nazareno esprime una relazione basilare con le sofferenze del mondo dei poveri e degli oppressi, e non con quello dei ricchi e dei potenti. Nell’uomo tuttavia hanno sede due istinti evolutivi: quello della sopravvivenza della specie che produce la necessità di farsi carico del bene comune, e quello della sopravvivenza dell'individuo che dà luogo all'egoismo. Ecco allora che di fronte al nostro smarrimento ci vengono incontro lo Spirito, cioè la manifestazione di un Dio che ci aiuta e conforta, e la Parola del Cristo, che invece ci guida nelle nostre principali scelte di vita. Il movimento sociniàno sostiene che ognuno ha il diritto: di leggere ed interpretare la Bibbia, con la consapevolezza però che le Scritture, essendo redatte dagli uomini, non sono indenni da errori; di stabilire un rapporto personale e diretto con Dio, senza la mediazione di preti o chiese; di giudicare con la propria coscienza, anziché dover soggiacere al giudizio assoluto delle varie autorità ecclesiastiche. I sociniàni rispettano le altre fedi religiose, ma respingono quelle assolute. Essi, seppure di matrice riformata, negano il Dio fatto uomo, la grazia divina, la predestinazione, i sacramenti, l'inferno, la risurrezione della carne, il peccato originale con la trasmissione della colpa alle generazioni successive e la conseguente depravità innata dell'umanità. Così alla dottrina degli eletti e dei reprobi, che abbassa l'uomo a creatura soggetta a un Dio di vendetta, contrappongono quella della generosità del Padre e della perfezione umana. E affermano che la giustificazione per fede non si ha per il sacrificio della croce, bensì per la rivelazione divina che si è manifestata con l'esempio e la parola del Cristo: tutti coloro che seguono i suoi ammaestramenti sono salvati perché illuminati e di conseguenza liberati dal male, dal non senso, dal nulla. Per i seguaci di Fausto Socini il Dio palesato dal Nazareno non chiede orazioni. Essi, quindi, si ritrovano la domenica mattina in libere adunanze di edificazione dello spirito che riflettono ciò che ritengono meritevole di valore: letture collettive di brani evangelici, predicazione e meditazione, musiche e canti. Lo stesso fanno nei momenti di passaggio come le nascite, le unioni di coppie e i commiati funebri. Essi spezzano insieme il pane e bevono il vino quale atto di condivisione con la Parola del Cristo. La loro ecclesia minor, idealmente collegata con la chiesa primitiva, è una libera società di credenti che seguono i principi proclamati dal Salvatore.

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