Discussione:Porto Cervo

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Non fa comune semplicemente perchè è una frazione di Arzachena,essendovi residenti circa 200 persone.

Il motivo per cui non è comune non è che ci sono solo 200 residenti. Ci sono comuni che hanno meno di 50 residenti; per contro frazioni come Mestre (comune di Venezia), Palinuro (comune di Centola), Marina di Camerota (comune di Camerota), Marina (comune di Ascea) sono i centri più popolosi dei rispettivi comuni. Mestre addirittura ha i 2/3 della popolazione complessiva del comune di Venezia (forse 250mila abitanti), Arpino (fraz. di Casoria) ha almeno 25mila abitanti.

De architectura[modifica wikitesto]

Il principe, acquistati i terreni ed essendo assai mal consigliato, non chiamò nessun architetto ma si rivolse ad uno scenografo, il francese Jacques Couelle, che si sbizzarrì nelle sue fantasie scenografiche. Si inventò persino che l'Hotel Cala di Volpe dovesse sorgere sulle rovine di un mai esistito convento alto-medioevale, di cui oggi i turisti ignoranti ammirano convinti le false fondamenta ad opus incertum e reticulatum. Ma affinché i suoi disegni a carboncino fossero resi realizzabili, fu necessario chiamare un architetto e la scelta cadde sull'arch. Vietti, noto per i suoi bei restauri nei porticcioli liguri, i Piani di Portofino e di Cortina e per una grande sensibilità paesaggistica che lo accomunava alla mentalità dell'Aga Kahn. Vietti, però, fu costretto a trasformare gli schizzi di Couelle in progetti, poi, ovviamente, dovette difenderli. Cercò ingenuamente, di giustificare l'opera definendola come "quell'espressione architettonica che sarebbe nata in Gallura se le sue condizioni storico-economiche e culturali l'avessero permesso" (sic!). Oppure come meta-sinossi di una ipotetica "architettura pan-mediterranea spontanea" del tutto decontestualizzata.
L'edilizia portocervina è dunque un'autentica folle invenzione di matrice teatrale. Un misto di forme e stilemi spagnoli, provenzali, capresi, amalfitani, greci, pugliesi, siculi e magrebini. Un grosso cono gelato cento gusti. Nessun grande architetto partecipò all'impresa; Busiri Vici intervenne solo parzialmente realizzando l'unico gioiellino architettonico: la chiesetta Stella Maris, un albergo e alcune ville. Mentre la critica ufficiale ha sempre condannato l'opera collocandola nel girone del Kitsch di lusso (e comunque ben al di fuori da una possibile dignità architettonica, formale e stilistica) e quindi l'ha ignorata, non c'è dubbio che lo "stile" portocervino abbia riscosso un enorme successo nazional-popolare, specie nella borghesia di provincia, che ancor oggi, sebbene ormai in forte declino, forse perdura. Non così opere come l'hotel Cala di Volpe ed altre che restano comunque un oltraggio all'architettura e alla cultura in generale. Gli sviluppi che seguirono (vedi Porto Cervo Marina, etc.) tentarono una razionalizzazione e un contenimento del cattivo gusto con interventi di alterno valore, alcuni certamente notevoli, come lo Yacht Club, altri di palese mediocrità, ma non ottennero gran che. Va peraltro precisato che nessuna responsabilità di tutto questo può essere addebitata al principe Karim, anzi, in diverse occasioni, come nel Master Plan degli anni '80, egli dettò principi e metodi di pianificazione e di urbanistica coniugata al paesaggio naturale che nessuno è mai riuscito ad impostare e a realizzare in Italia.--Diesis (msg) 19:39, 4 mag 2010 (CEST)[rispondi]

Questo brano è stato tolto dal testo, e qui collocato, perché giudicato non neutrale, --Diesis (msg) 15:54, 29 giu 2020 (CEST)[rispondi]

Foto panoramica[modifica wikitesto]

Nessuno riesce a procurare una foto panoramica più rappresentativa?? --Zuffe (msg) 22:55, 16 giu 2008 (CEST)[rispondi]

✔ Fatto

Il nome Porto Cervo non esiste nè in gallurese nè in sardo. Porto Cervo, prima dell'arrivo del principe Aga Khan si chiamava Poltu Mannu e l'intera zona della Costa Smeralda si chiamava Monti di Mola.

In realtà i toponimi geografici "Porto Cervo", "Cala di Volpe", "Lìscia di Vacca" e "Pèvero", erano già attestati nelle vecchie carte TCI/Bertarelli di inizio '900 (dove Arzachena si chiamava "S. Maria d'Arzaghena" ed era ancora frazione di Tempio ed Olbia era "Terranova Pausania") per cui si tratta di toponimi locali (alla pari di "Monti di Mola", "Poltu Mannu" e "L'imbalcatogghju" (Piccolo Romazzino)) e non di un'invenzione del principe ai fini turistici (come lo è invece il termine "Costa Smeralda"). Bisognerebbe verificarne l'origine sulla cartografia più antica e sulle pubblicazioni comunali. --DirkCherchi Dch discutiamone 09:20, 5 nov 2013 (CET)[rispondi]

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