Discussione:Pietà Donà dalle Rose

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Esiste anche qualche definizione riferita ai Martinengo, soprattutto nel web, ma non cercando su books.google. Infatti mi pare che quella prevalente nei testi più specializzati sia Pietà Donà dalle Rose, secondo l'uso (non vincolante) di indicarne l'ultimo proprietario, oppure semplicemente come Pietà.

In effetti credo che la definizione Pietà Martinengo possa creare qualche confusione, o addirittura essere ingannevole, data l'assonanza, con la Pinacoteca Tosio Martinengo in cui l'opera non entrò mai in quanto, nella divisione dell'eredità di Leopardo Martinengo, rimase a Venezia, lasciata ai figli della sorella (sposata in Donà dalle Rose) invece che alla città di Brescia.

Non si tratta insomma di dare o togliere meriti alle due famiglie, ambedue di grandi collezionisti, – anche perché non hanno scelto l’opera ma se la sono “trovata in casa” a seguito di oculati matrimoni – bensì di evitare le cantonate come quella che era presente in Giovanni Bellini che citava l’opera come “Pietà per la famiglia Martinengo” e implicava in nuce una committenza sicuramente infondata.

Le prime pubblicazioni delle Gallerie dell'Accademia pare non si siano curate di sottolinearne la provenienza nel tiolo (Nepi Scirè nel Catalogo delle Gallerie dell'Accademia, 1998, p. 59, e prima ancora nella selezione di capolavori delle stesse gallerie (1991, p. 80) soltanto nel 2000 con il catalogo della mostra Il colore ritrovato… le schede sono intitolate Pietà (Donà dalle Rose) (Gloria Tranquilli pp. 82-84, Rona Goffen n. 18 p. 137-138) e nel testo introduttivo della Goffen è citata come Pietà Donà dalle Rose (p. 8).

Prima Pallucchini nel catalogo della mostra del 1949 la identificava soltanto nell'indice, ma non nella scheda, come Pietà (Donà dalle Rose).

Invece nel catalogo di Pignatti (1968) viene titolato Cristo morto in grembo alla Madonna e le due famiglie sono solo citate soltanto nel testo della scheda.

Più di recente Humfrey nella monografia Giovanni Bellini (2021) la definisce soltanto Pietà (pp. 221, 223) come del resto nella precedente monografia su Bellini della Goffen (1990) e lo stesso vale per Pedrocco ne La pittura della Serenissima (2010, pp. 67-68).

Nella raccolta di lezioni di Otto Pacht sulla Pittura veneziana del Quattrocento (2005, pp. 179, 204) appare come Pietà Donà dalle Rose. Nel cataloghi di Tempestini 1992 (n 87, p. 243) e 2000 (p. 144, n. 108 p. 182) viene definita testualmente e unicamente Pietà Donà dalle Rose. Non esposto nella mostra del 2008 viene comunque citata più volte come Pietà Donà dalle Rose anche nell'introduzione di Paolucci (p. 15) e così sempre nei testi dei vari autori (pp. 30, 35, 62, 95, 216, 306).

Nella scheda (n.156 pp. 530-532) del catalogo ragionato di Lucco, Humfrey e Villa (2019) viene definita Maria dolente con Cristo morto (Pietà Donà dalle Rose). --Zanekost (msg) 23:49, 28 nov 2023 (CET)[rispondi]