Discussione:Oleggio

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Un'osservazione che vale per la voce in oggetto ma anche per tutte, credo, le voci relative ai comuni della provincia di Novara, a partire dal capoluogo stesso. Non sono d'accordo con l'indicazione del nome dialettale dei luoghi nelle due versioni "piemontese" e "lombardo". Che significa? Innanzitutto, linguisticamente: che cosa sono il "piemontese" e il "lombardo"? Non si tratta, infatti, di due standard linguistici che abbiano recepito e catalogato toponimi anche minori, come quello di Oleggio, né di vere koiné sulla base delle quali sia possibile ricostruire forme effettivamente utilizzate o utilizzabili. Se esistesse un "Vlésc" (la e è chiusa, mi pare) in qualcosa come il "lombardo", ciò dovrebbe significare che in tutta l'area linguisticamente lombarda (occidentale e orientale) la forma Vlésc sia utilizzata e riconosciuta, cosa che mi pare fortemente dubbiosa. Altrettanto dicasi per l'improbabile "Olégg" in "piemontese". A quali parlanti ci si riferisce? Quali "piemontesofoni" utilizzano o hanno utilizzato la forma "Olégg"? Esistono documentazioni scritte? E se sì, quali? Lo stesso dicasi per i proposti p. "Noara" e l. "Camèr" (Novara e Cameri, v. voci). Camèr? E che cos'è? Chi scrive è proprio di Cameri (e di famiglia dialettofona) e non ha mai sentito niente di simile. E perché la forma Vlésc, che è quella utilizzata nel dialetto locale e l'unico nome autoctono del paese in questione, sarebbe "lombarda" e quella analoga "Cambra" sarebbe "piemontese", posto che entrambi i villaggi fanno parte del Piemonte e della provincia di Novara? Mi pare che ci sia una bella confusione in proposito, che nasce da questa fastidiosa tendenza a "nazionalizzare" le lingue locali, quindi i dialetti, che sì appartengono - con molti problemi definitori e molti aspetti di incertezza - a questa o quell'area linguistica, ma NON sono espressione di uno standard regionale, soprattutto nell'Italia nord-occidentale, che ha la caratteristica assai interessante di essere molto frazionata linguisticamente, dal punto di vista storico, geografico e sociale (si pensi al ruolo dell'Italiano in Lombardia e dell'Italiano e del Francese nell'ex regno Sabaudo, e lo si paragoni, per esempio alla realtà linguistica della Serenissima; e si pensi anche a che (dis)valore ha e ha avuto il dialetto nella realtà socio-linguistica del cosiddetto Triangolo industriale). Allora, riassumendo: Vlésc, Cambra, Nuara - cioè le forme autoctone - eccetera sono gli unici toponimi "dialettali" linguisticamente accettabili, in assenza di una documentazione che attesti l'impiego di forme alternative in contesti linguistici alieni, che andrebbero comunque definiti. È vero che la parte orientale della provincia di Novara (capoluogo incluso) si trova al confine dell'area linguistica lombarda (di cui fa parte) con quella piemontese, ma questo non significa che si tratti di un'area per così dire bilingue lombardo-piemontese! Sarebbe, quindi, corretto - ma mi rendo conto che la cosa va contro la mania purtroppo maggioritaria di inventarsi piccole patrie come un Piemonte o una Lombardia ciascuno con la sua "lingua" identitaria - sarebbe corretto, dicevo, segnalare qualcosa come "nella parlata locale (oleggese), che appartiene al gruppo dei dialetti lombardi occidentali con tratti di transizione alle parlate piemontesi, Vlésc". Si abbia rispetto, insomma, della realtà linguistica: si può, forse, parlare veneto, si può certamente parlare friulano, ma non si parla "lombardo", "piemontese", "ligure", bensì "novarese", "camerese", "oleggese", "milanese", "vercellese", "biellese", "genovese". I sistemi di mutua comprensione, quando queste lingue erano parlate al di fuori della cerchia sociale ristrettissima in cui sono oggi confinate (famiglia e amici selezionati, e comunque raramente tra parlanti sotto i quarant'anni) erano complessi e andavano dall'uso dei vari dialetti tra parlanti di paesi con parlate affini (per esempio camerese e oleggese), all'adeguamento allo standard del capoluogo (per esempio, il parlante camerese o oleggese "novaresizzava" la propria parlata), all'uso alternato dell'italiano regionale nei contesti più ufficiali o laddove i due dialetti fossero troppo distanti.

Ho sempre vissuto ad Oleggio, ma non mai, e dico mai, sentito questa parola prima di averla letta su wikipedia--Chetene (msg) 23:25, 25 lug 2012 (CEST) -Comunque nel dialetto di oleggio, che derviva dal ceppo insubre, si dive "Vlesc". Forse verso Vercelli e Torino si chiama "Olegg", ma ad oleggio non si usa. Direi che "Vlesc" è "lombardo" e forse "Olegg" è piemontese.--Chetene (msg) 17:44, 9 set 2013 (CEST)[rispondi]