Discussione:Nuovi borghi rurali nel periodo fascista

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mi scuso per l'essere diretto: ma che senso ha questa voce, visto che c'è già città di fondazione ecc..?? --ignis Fammi un fischio 21:44, 11 gen 2011 (CET)[rispondi]

Immagino che risponda tacitamente (e credo correttamente) a questa domanda... --Piero Montesacro 22:32, 11 gen 2011 (CET)[rispondi]
io non ho mai visto una cosa del genere, provo a scrivergli in talk anche io --ignis Fammi un fischio 23:48, 11 gen 2011 (CET)[rispondi]
Mi scuso per non aver risposto subito ma non ero al computer.
Ho creato la voce raccogliendo il suggerimento (da me condiviso) di Piero Montesacro in modo da "..tracciare una qualche linea di demarcazione tra le città e i nuclei minori di vario genere nell'ambito di una più vasta e variegata pianificazione urbanistica..", dando così il giusto rilievo a due aspetti con caratteristiche oggettive diverse, pur all'interno di un'unico fenomeno storico-economico.
Naturalmente le due voci andranno coordinate e differenziate di più e pertanto intendo trasportare il contenuto di alcuni miei contributi da una all'altra voce. Inoltre, se ci sarà la possibilità, occorrà creare la voce Urbanistica durante il periodo fascista per documentare gli interventi di rinnovamento (o "sventramento") urbano.
P.S. (A ignis): Non sono un asociale, ma non ho avuto occasione nelle molte voci che ho creato o di cui mi sono occupato di avere interlocutori con cui discutere; del resto non ho mancato di rispondere a nessuno, a parte la segnalazione di alcuni disguidi o sviste che non richiedevano risposta. --Salvatore gioitta (msg) 01:16, 12 gen 2011 (CET)[rispondi]

Spostamento a Borghi rurali, ruralizziamo del tutto?[modifica wikitesto]

Premetto che sono d'accordo con lo spostamento (Cito Chiarisce in modo specifico un termine generico; distingue meglio la differenza con la voce "Nuove città di fondazione nel periodo fascista). Proporrei a questo punto di completare l'opera rimuovendo (salvo come generici riferimenti) i pochi insediamenti non rurali che compaiono nella voce, ovvero gli insediamenti minerari (pozzo Littorio, Carbonia e frazioni), turistici (Fonte Cerreto), insediamenti "sostitutivi" (Salle Nuova, Aielli Scalo, Borgo San Pietro) e militari (lakki). Se non ci sono controindicazioni, procederei con l'operazione. --Il palazzo Posta dal 2005 21:53, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Tutt'ora non ho capito su che base si è effettuata la distinzione. Se per il termine "città di fondazione" esiste ampia gamma di fonti che ne attestano l'uso tecnico, il titolo "nuovi borgo rurali" ce lo siamo inventati o deriva da fonti (che in voce non vedo)? --ignis Fammi un fischio 21:56, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Temo sia impossibile fare una distinzione. Diciamo che diverse fonti usano approcci diversi. Borgo/Centro rurale è largamento usato, ma la distinzione non è "netta". Pennacchi (che pur non essendo uno storico dell'architettura nel senso accademico del termine è ormai imprescindibile nella pubblicistica sull'argomento) impiega un capitoletto per spiegare che l'insediamento con chiesa e scuola è comunque una città! E anche la classificazione più "neutra" che si potrebbe fare (insediamenti destinati a "Comune" e dotati di municipio, e insediamenti "frazione") è irta di complicazioni. --Il palazzo Posta dal 2005 22:03, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
quindi se la distinzione non è pacifica perchè abbiamo due voci con sezioni che in realtà possono essere assolutamente identiche (scopi, architettura ecc..) e ciò che cambia è solo l'elenco? in altri termini perchè non abbiamo una sola voce con un titolo certamente corretto (città di fondazione)? --ignis Fammi un fischio 22:07, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Principalmente (ipotizzo) perché si mantiene la distinzione precedente "voce" ed "elenco" separato, in quanto il solo elenco (una volta abbondamente dettagliato e vagliato) supererebbe i 120 borghi (in linea teorica 150 circa includendo gli insediamenti dubbi, ovvero "citati" da qualcuno, ma su nuclei preesistenti), quindi le due voci nascono principalmente come esigenza tecnica (oltre che come residuati di vecchie voci). Nella voce Città di fondazione nel periodo fascista propongo per l'appunto la rimozione degli elenchi. La voce elenco in questa pagina può essere specializzato in chiave agricola/rurale. In quanto gli insediamenti non rurali saranno poco più di una decina, e possono essere trattati esaustivamente nella voce sulle Città di fondazione. --Il palazzo Posta dal 2005 22:26, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
abbi pazienza ma l'elenco esiste già, quindi la mia domanda credo rimanga valida e attuale ma credo debba rispondere Salvatore gioitta che è stato l'artefice di tutto questo --ignis Fammi un fischio 22:28, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Chiedo venia mi ero dimenticato dell'elenco. --Il palazzo Posta dal 2005 22:32, 30 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Questa voce parla di pianificazione del territorio. ---- Theirrules yourrules 00:21, 1 lug 2011 (CEST)[rispondi]

La materia è vasta e complessa. Proporrei questa sistemazione:

  • Città di fondazione nel periodo fascista, voce dedicata alla pianificazione urbana delle città dell'agro pontino e non solo, ripercorrendo le complesse vicende culturali che portarono alla loro progettazione e dando più spazio all'esame degli stili architettonici, delle figure dei progettisti, delle differenze, degli schemi urbanistici, delle polemiche sorte (per esempio dando conto del tentativo di Le Corbusier di avere un'incarico), senza per questo non dare conto che tali città sono nate all'interno di una pianificazione territoriale di tipo agrario.
  • Nuovi borghi rurali nel periodo fascista, voce dedicata ai 150 ed oltre borghi sorti in tutta Italia ed agli aspetti di pianificazione territoriale e alle ragioni e modalità degli interventi di bonifica integrale. Senza elenchi vincolanti, ma citando nel testo tutti quelli funzionali alla trattazione dei vari aspetti tipologici, temporali e spaziali. La voce è nata qualche mese fa proprio per dare esito ad una lunga e poco produttiva discussione sul concetto di "città di fondazione". Il termine "borgo rurale" è ampiamente utilizzato sia nella pubblicistica dell'epoca sia nella storiografia.
  • I borghi operai possono trovare posto in una nuova voce Villaggi operai dedicata ai numerosi centri abitati sorti a partire dal XIX secolo e che non hanno una adeguata trattazione se non, alcuni, singolarmente.
  • L'elenco fine a se steso mi interessa personalmente poco, tuttavia può essere utile. Certo l'Elenco delle città fondate durante il fascismo per data di fondazione mi sembra: dispersivo a causa proprio del criterio di classificazione scelto, ambiguo a causa del titolo e privo di fonti puntuali. Certamente terrei fuori gli interventi di ampliamento urbanistico costituenti rioni di città esistenti e fornirei quando possibile alcune informazioni di base per ognuno.

--Salvatore gioitta (msg) 01:08, 1 lug 2011 (CEST)[rispondi]

come dicevo città di fondazione è termine tecnico. La distinzione di cui sopra oggi mi pare fatta su nostra deduzione cioè la distinzione tra città di fondazione e borgo rurale non mi pare che si fondi su fonti; se non erro anche i borghi più piccoli vengono definiti dalle fonti "città di fondazione" appunto perchè termine tecnico. La lunghezza attuale delle voci inoltre non giustifica questa divisione. Se abbiamo necessità di trattazione distinta per l'agro pontino, correttezza terminologica (senza rischio di scadere nella ricerca originale) vorrebbe che si avessero:
  • "città di fondazione di periodo fascista dell'agropontino"
  • "città di fondazione di periodo fascista" dove si specifica che il 90% erano borghi rurali
  • "elenco delle città di fondazione" (se necessario)
In altri termini temo che la distinzione da te fatta si una deduzione che per quanto corretta non trova riscontro nelle fonti e nella terminologia tecnica --ignis Fammi un fischio 08:42, 1 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Per me basta trovare una soluzione definitiva su cui lavorare e certo a un problema complesso non c'è una soluzione sola. Tuttavia non posso fare a meno di notare come già all'epoca, nella pianificazione si indicavano nell'Agro pontino cinque città (pentapoli) e 17 borghi agricoli con caratteristiche del tutto diverse. La legge L. 2 gennaio 1940, n. 1 "Colonizzazione del latifondo siciliano" parlava della realizzazione di "centri rurali". Si distingueva tra "centri comunali" (per esempio in Puglia Segezia e Incoronata) e "borghi rurali", o borgate o centri rurali (Ennio Corvaglia, Mauro Scionti, Il piano introvabile: architettura e urbanistica nella Puglia fascista, 1985), anche nella pubblicistica dell'epoca (Dagoberto Ortensi, Urbanistica di Centri Comunali e di Borgate Rurali, 1941).
Di borghi rurali parlano largamente gli scrittori (Carlo Emilio Gadda,I nuovi borghi della Sicilia rurale in "La nuova antologia", 1941), gli storici (Renzo De Felice, Mussolini: Il duce, Editore Einaudi, 1965, pag.173 /Salvatore Lupo Il fascismo: la politica in un regime totalitario, 2005 pag. 350) gli storici dell'architettura (C. Cresti, Architettura e fascismo, Firenze 1986, p. 126.), gli storici dell'urbanistica(Riccardo Mariani, Fascismo e città nuove, Milano, Feltrinelli, 1976) e la normativa stessa (La L.R 27/2001 della Reg. Lazio tutela solo 7 "città di fondazione" la Legge Regionale siciliana 28 dicembre 20004, n.17 parla di "borghi rurali").

--Salvatore gioitta (msg) 19:19, 1 lug 2011 (CEST)[rispondi]

ok, se ci sono storici e architetti che fanno e usano questa distinzione usiamola, magari rendendola chiara e referenziata in voce --ignis Fammi un fischio 19:21, 1 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Fosse così semplice. Le borgate sono una cosa; i borghi ne sono un'altra; i borghi rurali sono ovviamente diversi da questi ultimi; i quartieri o centralità urbane ancora un'altra cosa; le opere di bonifica, pianificazione del territorio e la rete di strutture residenziali ed infrastrutture che rientrano in tali opere sono una cosa ancora diversa. In questa voce si parla, ed è assolutamente evidente, di pianificazione territoriale nel periodo fascista, mentre in città di fondazione nel periodo fascista si parla di urbanistica in senso stretto nonché di architettura. La legge regionale del Lazio, poi, è una fonte affetta da localismo e seppur è un discreto modello non rappresenta uno standard applicabile a tutto il territorio coinvolto nella trattazione dell'argomento.

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