Discussione:Musica minimalista

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La pagina sulla musica minimalista è a mio parere molto ideologica, scarna ed estremamente approssimativa. Sostenere che i padri di questo "genere musicale" (se di minimalismo si deve parlare, non si può categorizzarlo come genere, ma magari come scuola o corrente di pensiero estetico/musicale legato alle avanguardie del dopo guerra) siano alva noto e sakamoto è assolutamente privo di ogni fondamento. Non che questi sue musicisti non abbiano a che fare con questo tipo di musiche, ma dimentiarsi di lamonte young o di steve reich mi sembra quantomeno storicamente ingeneroso. Infine, e dato più importante, non si evidenzia assolutamente il fatto chre si stia parlando di una corrente estetica nata e cresciuta principalmente negli stati uniti, e che non sarebbe potuto essere diversamente.

Dire infine che il minimalismo è una risposta "cross-over" (ma che vuol dire??) significa dimenticarsi che negli anni 60 negli stati uniti accanto ai musicisti minimalisti, ci sono stati artisti, reagisti teatrali, danzatori che hanno creato una estetica "minimal" tout-cour.

Aggiungo ancora: il minimalismo in musica possiede una sua bibliografia precisa, ed abbastanza nutrita. leggersela non sarebbe una cattiva idea. Eccone un assaggio:

American Minimal Music by Wim Mertens

Four Musical Minimalists: La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich, Philip Glass (Music in the Twentieth Century) by Keith Potter

Experimental Music: Cage and Beyond (Music in the Twentieth Century) by Michael Nyman

American Music in the Twentieth Century by Kyle Gann

Musica minimalista. Storia ed altre storie by Coteni Paolo, Antognozzi Giovanni


Oddio, non so voi ma io di questo articolo ho capito poco o niente. Ho capito che è un tipo di musica ripetitiva che si basa non sulla melodia ma sul suono, ma non ho capito che cavolo sia questa "minimalista", non ho capito perchè negli anni '90 si sia diffusa ma sopratutto non ho capito in che modo la minimalista si è diffusa negli anni '90,non ho capito se la minimalista è un genere musicale, oppure uno stile musicale, oppure uno stile di vita, ecc...ecc.... direi che la pagina andrebbe rifatta. --RikStyle93 (msg) 22:06, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]

La "musica minimalista" come tante sigle della musica del secondo novecento in se possiamo dire che non esista. Esistono una serie di compositori che tra la metà degli anni 60 fino al 1980 hanno scritto musica caratterizzata da un uso più o meno consistente di unità ritmico-melodico-armoniche variamente ripetute e che vengono successivamente modificate. Esiste un piccolo testo-manifesto di Steve Reich sul tema, dal titolo "musica come processo graduale" che spiega cosa si intende per (mi permetto di definire) "musica ITERATIVA". L'idea è quella di rendere percettibile il meccanismo, l'algoritmo di una variazione musicale. A tale scopo questa variazione deve necessariamente avvenire in modo graduale, quindi lento. Se il processo di variaqizone deve essere lento, allora è inevitabilmente necessario ripetere l'unità ritmico-melodica tante volte, variandola leggermente di volta in volta. La spiegazione è sommaria, ma penso che il sneos sia questo.

In questo modo sono stati scritti alcuni brani di Steve reich, di Philip Glass e forse qualsuno di Terry Riley.

Parti che ho tralasciato[modifica wikitesto]

Realizzando l'ampliamento su questa pagina non sono riuscito ad includere un paio di frasi, prima presenti. Le ho riportate qua sotto onde evitare accuse di vandalismo: se qualcuno riuscisse a integrarle con il resto della pagina ne sarei felicissimo.Scimmiagialla12 (msg) 11:17, 26 set 2013 (CEST)[rispondi]

  • Lo stile è basato sulla riduzione graduale dei parametri del suono (altezza, lunghezza, timbro, volume, densità) che vengono fatti decadere fino al loro annullamento.
  • Le composizioni minimaliste acquistano il loro consenso maggiore e, di conseguenza, la loro massima appetibilità commerciale, negli anni novanta in quanto riescono a sintetizzare mondi musicali distanti senza che essi siano particolarmente contrastanti.