Discussione:L'infinito: un equivoco millenario

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Io lascerei l'indicazione che è Semerano "che considera" l'indoeuropeo una lingua non esistente: non mi pare che la maggioranza degli altri accademici abbiano accettato le sue teorie e, senza voler dire chi ha ragione o chi ha torto, IMHO è necessario darne conto. --MM (msg) 01:18, Set 3, 2005 (CEST)


Così è già scritto: "Semerano rifiuta come infondata la teoria dell'esistenza dell'indoeuropeo, lingua del tutto ipotetica e priva di effettive testimonianze" Che l'indoeuropeo non esista e che sia una lingua ipotetica sono due cose diverse. Ovviamente, a tutt'oggi, la maggior parte degli studiosi considera l'ipotesi dell'indoeuropeo plausibile, ma ciò non toglie che rimanga una lingua ipotetica e che non potrà che rimanere tale, mancandone testimonianze. La differenza sta nel fatto che la maggioranza degli studiosi ritiene di trovare nelle lingue europee passate e antiche sufficienti motivi per dare risposta positiva all'ipotesi, Semerano è di avviso opposto. Ma, ripeto, ciò non toglie che l'indoeuropeo sia una ipotesi, e questo è un dato di fatto e non un'opinione di Semerano. --Yupa 10:35, Set 3, 2005 (CEST)


Qualsiasi ricostruzione storica del passato è ipotetica, dedotta sulle tracce che ce ne sono pervenute e basata in certa misura sulla loro (sempre opinabile) interpretazione. Non mi sembra tuttavia che di solito si parli dell'ipotetica lavorazione della pietra nel paleolitico o delle supposte invasioni barbariche che posero fine all'impero romano. A parte Semerano, mi pare di capire che il mondo accademico consideri l'esistenza dell'indoeuropeo come lingua originaria sullo stesso piano delle due cose che ho citato e non vedo quindi la necessità di trattarlo in modo diverso in questo articolo. --MM (msg) 00:22, Set 6, 2005 (CEST)


Ovviamente tutti gli eventi storici sono ipotetici, almeno dopo il decesso degli ultimi testimoni oculari disponibili. Ma è anche vero che ci sono differenze qualitative tra evento storico ed evento storico: la fattualità storica di Napoleone e dei primi re di Roma stanno su due piani ben distinti...

In ogni caso, il paragone da te proposto non mi sembra adeguato. Una cosa sono le invasioni barbariche, delle quali abbiamo testimonianze *coeve* all'avvenimento in questione, ovvero ritrovamenti archeologici (delle varie popolazioni "barbare") e testimonianze scritte (greche e latine); un'altra una lingua originale congetturata sulla base di somiglianze in lingue *posteriori* alla supposta lingua originaria.

Per capire la differenza tra indoeuropeo e invasioni barbariche a livello di fattualità storica, credo sia molto più adeguato il seguente esempio. Ci sono le specie viventi attuali e le specie estinte: la teoria dell'evoluzione ipotizza che dalle seconda derivino le prime, lungo una catena di mutazioni. L'uomo è una specie vivente: è come una lingua viva, ce l'abbiamo sottomano, scritta e parlata; l'homo herectus è un antenato dell'uomo attuale, e sappiamo che è estito perché ci sono i reperti fossili: è come una lingua morta di cui abbiamo testimonianze scritte. Ora, nel ricostruire l'evoluzione delle specie, in molti casi si deve supporre l'esistenza di "anelli intermedî" tra specie più antiche e più recenti: questi anelli intermedî, tuttavia, sono e rimangono delle congetture (per quanto plausibili), almeno fino a che un qualche ritrovamento fossile non ne fornisca la validità effettiva. L'indoeuropeo, la cui esistenza non è confermata da testimonianze proprie e coeve alla sua eventuale esistenza, rientra in quest'ultimo caso: un "anello mancante" ipotizzato sulla base di somiglianze in lingue posteriori: ovvero, abbiamo "reperti fossili" del latino, del greco antico, del norreno ecc., ma non abbiamo "reperti fossili" dell'indoeuropeo. Penso risulti chiaro, quindi, che la fattualità storica dell'indoeuropeo non è sullo stesso piano delle invasioni barbariche, o della lavorazione della pietra nel medioevo.

Tutto questo ragionamento, si noti, non ha affatto l'obiettivo di togliere plausibilità alla congettura dell'indoeuropeo, ma soltanto a ribadire che rimane in ogni caso una congettura.

Propongo comunque una variazione nel passo incriminato, che spero possa evitare qualunque fraintendimento "negazionista":

  • Prima della cura: "Semerano rifiuta come infondata la teoria dell'esistenza dell'indoeuropeo, lingua del tutto ipotetica e priva di effettive testimonianze"
  • Dopo la cura: "A differenza di quel che attualmente sostiene la maggioranza degli specialisti, Semerano non ritiene plausibile l'ipotesi dell'indoeuropeo, sottolineando il fatto che si tratta di una lingua congetturale, e priva di testimonianze"

--Yupa 20:09, Set 7, 2005 (CEST)

D'accordo con il "dopo la cura": modifichi tu? --MM (msg) 03:43, Set 9, 2005 (CEST)

Eseguito! --Yupa 09:42, Set 9, 2005 (CEST)