Discussione:Il grande inquisitore (I fratelli Karamazov)

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Ma quale Chiesa cattolica? Dostoevskij era ortodosso, e visse immerso nella prospettiva culturale e confessionale dell'ortodossia.

Che fosse ortodosso è fuor di dubbio, ma nel racconto in questione, espresso nel libro da Ivàn Karamazov, la critica è riferita alla chiesa cattolica romana. Tutta l'opera di Dostoevskij è costellata di chiari riferimenti a questa sua precisa posizione. Mi permetto di rimuovere la correzione. --MapiVanPelt (msg) 20:57, 16 feb 2010 (CET)[rispondi]

Il grande Inquisitore[modifica wikitesto]

Sono diverse volte che leggo questa racconto e sottolineo passi che sono terribilmente veri. Sì Gesù è venuto per darci qualcosa di sublime, ma solo pochi, pochissimi sono in grado di capire e vivere di conseguenza. Il resto, milioni di altre persone, avendo fame, si inginocchierebbero davanti a chiunque per calmare la loro pena, ma non solo per fame (la fame è simbolica ovviamente): per ottenere una scarcerazione, un lavoro, la guarigione di una persona cara, dei soldi che possano cambiare la loro vita e così via. Quindi, effettivamente perché Gesù ci obbliga ad un comportamento ascetico, quando lui sa benissimo che non possiamo essere asceti? Perché ci chiede la perfezione nelle nostre scelte (lasciandoci appunto il libero arbitrio), quando dovrebbe sapere che l'arbitrio dell'uomo non è mai libero, ma costretto da tanti paletti che consentono all'uomo stesso di procedere nel groviglio della vita, lui e i figli a cui avrà dato origine, e per la sopravvivenza dei quali sempre di più oblierà il libero arbitrio e asseconderà colui che gli consentirà la sopravvivenza. Sia ben chiaro: la predicazione di Gesù è splendida, ma sono solo pochi eletti coloro che la capiscono appieno e possono seguirla. Gli altri vivono anche con il rimorso di non essere all'altezza di ciò e arrancano come possono, spesso, troppo spesso, discostandosi dall'Insegnamento.